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Fisco: OCSE, aumentano le tasse sui salari dei lavoratori italiani, nonostante restino tra i più bassi

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 12, 2011

Fisco: OCSE, aumentano le tasse sui salari dei lavoratori italiani, nonostante restino tra i più bassi
L’Italia resta in fondo alla classifica OCSE sui salari, mentre sale il peso delle tasse al 46,9%.
CGIL, dati confermano problema che noi solleviamo da tempo, si sposti l’asse fiscale dal lavoro alle grandi ricchezze
11/05/2011

da www.cgil.it

In Italia continua a crescere il peso delle tasse sugli stipendi, mentre resta in fondo alla classifica OCSE sui salari. Secondo quanto rilevato dall’OCSE, il cosiddetto cuneo fiscale, che calcola la differenza tra quanto pagato dal datore di lavoro e quanto effettivamente finisce in tasca al lavoratore, in Italia è al 46,9%.

L’onere del fisco nel nostro Paese, secondo quanto diffuso dall’Istituto parigino nel rapporto ‘Taxing Wages’ per il 2010, è aumentato dello 0,4% rispetto al 2009, quando si attestava al 46,5%. Nella classifica dei Paesi membri dell’OCSE, aggiornata alla fine dello scorso anno, l’Italia sale dal sesto al quinto posto per peso fiscale sugli stipendi, sorpassando l’Ungheria (46,4%), ma restando dietro a Belgio (55,4%), Francia (49,3%), Germania (49,1%) e Austria (47,9%).

Per quanto riguarda i salari l’Italia resta in fondo alla classifica OCSE, ma sale dal 23° al 22° posto, superando la Grecia. Il salario netto medio di un single senza figli a carico in Italia è stato di 25.155 dollari nel 2010. La cifra è inferiore sia alla media OCSE (26.436 dollari), che a quella dell’UE a 15 (30.089). Il salario lordo è stato invece di 35.847 dollari, lievemente superiore alla media OCSE (35.576), ma inferiore a quella europea (42.755). In questa classifica l’Italia è al 19° posto.

Secondo la CGIL, i due dati diffusi dall’OCSE, forniscono “una significativa sintesi” del panorama italiano: “siamo fra gli ultimi posti per il valore dei salari e contemporaneamente tra i primi posti per il peso del fisco su di essi” ha dichiarato Danilo Barbi, Segretario Confederale CGIL. Il rapporto ‘Taxing Wages’, conferma il crescente squilibrio tra tassazione e salari dei lavoratori, un problema che la Confederazione denuncia da tempo e che, come sottolineato da Danilo Barbi “si aggrava di giorno in giorno, senza una redistribuzione della ricchezza”. “C’è una relazione tra i due dati che va interrotta – ha proseguito il dirigente sindacale – rilanciando l’economia del Paese e spostando l’asse fiscale dal lavoro alle grandi ricchezze improduttive e parassitarie, penso – ha concluso Barbi – all’evasione e alle grandi rendite”.

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