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Crisi: Camusso, il conto salirà a 36 miliardi Tremonti ci dica dove li troverà

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 8, 2011

Crisi: Camusso, il conto salirà a 36 miliardi Tremonti ci dica dove li troverà
Il Segretario Generale della CGIL in una intervista al quotidiano ‘la Repubblica’ afferma: “abbiamo diritto alla trasparenza, Berlusconi renda nota la lettera della BCE”. La leader della CGIL avverte “sono sempre più convinta che questo governo sia parte del problema. E si continuano a raccontare bugie e a tentare di dividere le parti sociali”
» Incontro tra Parti Sociali del 4 agosto 2011 – Nota della Segreteria Generale della CGIL
08/08/2011 da www.cgil.it

Il governo ci deve dire «se viviamo in un Paese commissariato e senza autonomia» e deve chiarire «quali sono le condizioni poste dalla BCE per acquistare i bond italiani». Susanna Camusso, leader della CGIL, ritiene che «l’insistente notizia» di una lettera scritta dalla Banca centrale europea a Berlusconi apra «un problema di democrazia».

Lei cosa chiede?
«Che quel testo sia pubblicato senza omissioni, così ognuno potrà valutare a che punto è la crisi senza il velo delle continue menzogne del governo».

Secondo lei a che punto è la crisi?
«Al punto che la BCE detta cosa fare e quando fare, in un’ottica – immagino – monetarista e di tagli al welfare. E al punto che anticipare l’equilibrio di bilancio con una manovra come questa, a crescita zero, ci costerà un altro punto di Pil, quindi fra i 16 e i 18 miliardi, oltre ai venti già previsti. Tremonti ci ha detto che è solo questione di tempi, ma ora ci deve dire anche qual è il costo aggiuntivo di questi tempi».

La BCE, comunque sia, vuole quell’anticipo e ieri anche Francia e Germania hanno giudicato positive quelle misure. Alla CGIL non piacciono, ma come opporsi al volere dell’Europa?
«È ormai evidente che il tema che ci viene imposto è quello delle entrate. Ma non è con una partita secca, giocata solo su questi termini, che usciremo dalla crisi: così si crea depressione e squilibrio. Continuo a pensare che non si possa fare una politica delle entrate senza equità e senza nulla chiedere a quella parte del Paese che potrebbe pagare di più».

Quindi se ci fosse anche la tassazione sui grandi patrimoni la manovra sarebbe accettabile?
«Diciamo che una tassa straordinaria di quel genere garantirebbe il recuperare molte risorse e così facendo permetterebbe di abbassare gli squilibri».

Le altri parti sociali, soprattutto le imprese, sono d’accordo sulla patrimoniale?
«L’idea si fa strada, e già qualche mese fa ne aveva parlato anche Assonime, l’associazione delle società per azioni. Ma vedo che si fa strada anche l’idea di una tracciabilità dei capitali già dai 300-500 euro. Non è che chi ha più ricchezze sia diventato improvvisamente generoso: ha semplicemente realizzato che la depressione sarebbe un disastro per tutti, non solo per lavoratori dipendenti e pensionati. La realtà è che qui ci stanno chiedendo di svendere pezzi del Paese, siamo trattati ormai come la Grecia».

Visto che siamo commissariati e ancora così importante cambiare governo?
«Sono sempre più convinta che questo governo sia parte del problema. Tra l’altro gli atteggiamenti non cambiano: si raccontano bugie e si tenta di dividere le parti sociali».

A chi si riferisce?
«Al ministro Sacconi che cerca di approfittare della situazione per limitare i diritti del lavoro e intervenire su accordi già firmati. E ciò nonostante le parti sociali gli abbiano detto che su quei temi fanno da sole».

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