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Lavoro: dati ISTAT testimoniano situazione di impressionante difficoltà

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 22, 2011

Lavoro: CGIL, dati ISTAT testimoniano situazione di impressionante difficoltà
L’Istituto nazionale di statistica rileva come il lavoro irregolare in Italia costituisce oltre il 10% degli occupati, mentre cala quello regolare. Per la Confederazione “con le previsioni di crescita attuali non ci sarà risposta, mentre l’iniziativa del governo deprime ancora lo sviluppo”
21/09/2011 da www.cgil.it

Una situazione di impressionante difficoltà che attraversa il lavoro e che il governo vorrebbe addirittura punire con il taglio dei diritti approvati nella manovra”. Così il Segretario Confederale della CGIL, Fulvio Fammoni, commenta la rilevazione dell’ISTAT sulla ‘misura dell’occupazione non regolare’, nel sostenere che “con le previsioni di crescita attuali non ci sarà risposta, mentre l’iniziativa del governo deprime ancora lo sviluppo”.

L’Istituto Nazionale di Statistica fa sapere, infatti, che oltre il 10% degli occupati in Italia lavora in modo non regolare e che, questi ultimi, nel 2010 erano 2.548.000 (il 10,3%) sostanzialmente stabili rispetto al 2009 (2.554.000). Hanno lavorato nell’anno, rileva l’ISTAT, senza il rispetto della normativa vigente in materia fiscale-contributiva 2.101.200 dipendenti (l’11,1% del totale) e 446mila indipendenti (il 7,7% del totale di questi lavoratori). Nel complesso nel 2010 erano occupate, secondo l’ISTAT, tra regolari e irregolari, 24.643.000 persone con un calo di 196mila unità rispetto all’anno prima. Il calo è stato dovuto quasi esclusivamente all’occupazione regolare (191mila occupati in meno) mentre l’occupazione irregolare è rimasta stabile.

Fammoni nel ricordare gli slogan di inizio legislatura di questo governo, ovvero ‘meglio un lavoro qualsiasi che lavorare in nero, la precarietà come fase di ingresso verso un lavoro stabile’, afferma “ed ecco dall’ISTAT la certificazione dei risultati, che naturalmente la crisi accentua, ma che sono comunque evidenti”.

Secondo il dirigente sindacale, inoltre, la mole di lavoro irregolare che cresce rispetto al calo di quella regolare; il lavoro precario che “dilaga e che rappresenta circa l’80% delle assunzioni fatte; gli oltre due milioni di disoccupati e i 500 mila lavoratori in Cassa integrazione mentre si allarga il ricorso al part time involontario con un numero di ore troppo basso: “sono fatti – denuncia il Segretario Confederale – che delineano una situazione impressionante di difficoltà del lavoro”. Ecco perché, conclude Fammoni “bisogna cambiare e perché la CGIL ha deciso la grande manifestazione nazionale di fine novembre sul lavoro e per il lavoro”.

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