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Crisi: momento drammatico, problema è governo

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 2, 2011

Crisi: CGIL, momento drammatico, problema è governo
L’andamento dei mercati e le pressioni speculative sui titoli di stato registrati evidenziano, secondo la CGIL, che sul piano europeo occorre “definire nuove scelte che non sono quelle stabilite dall’ultimo vertice di Bruxelles”, inoltre “è indispensabile un nuovo governo del paese che abbia la forza e la credibilità di ridiscutere le politiche europee con gli altri paesi”
01/11/2011 da www.cgil.it

“La giornata di oggi conferma una convinzione che abbiamo da tempo: siamo dentro una profonda crisi europea alla quale si aggiunge una ormai drammatica crisi italiana, enfatizzata dalla fragilità e dalla mancanza di credibilità di un governo che sta portando i nostri titoli pubblici ad una situazione di insostenibilità. La pressione esercitata dai mercati non è diretta solo al nostro paese ma è indirizzata verso il governo che è la parte preponderante del problema”. Così in una nota la CGIL sull’andamento dei mercati e le pressioni speculative sui titoli di stato che si registrano oggi.

Per il sindacato di Corso d’Italia “è ormai evidente che sul piano europeo occorre definire nuove scelte che non sono quelle stabilite dall’ultimo vertice di Bruxelles. L’attuale Patto di stabilità e crescita europeo va ridefinito perché è evidente che non sta garantendo né la stabilità né in alcun modo la crescita del sistema europeo. Così come è evidente che in Italia occorre un nuovo quadro politico che tragga forza da un nuovo voto popolare”.

Nella nota la CGIL sottolinea inoltre che “è indispensabile infatti un nuovo governo del paese che abbia la forza e la credibilità di ridiscutere le politiche europee con gli altri paesi e che imposti una nuova politica economica per l’Italia. Serve pianificare e attuare scelte di politica industriale, investire nella crescita attraverso scelte strategiche che guardino alle infrastrutture e all’energia, proteggere il lavoro che c’è e crearne di nuovo, guardando ai giovani, alle donne e al Mezzogiorno del paese”.

Quest’ultimo, spiega la confederazione sindacale, “in un quadro nazionale per la crescita, potrebbe dare un contributo fondamentale. Basterebbe sbloccare i fondi effettivamente disponibili e non cedere alla propaganda delle gabbie, siano esse salariali e previdenziali, del ministro delle Riforme Bossi. Un’ennesimo elemento di divisione e non di coesione che crea una nuova frattura e che di certo non risolve i problemi del conto economico dello Stato”.

Secondo la CGIL “solo attraverso una nuova politica fiscale, con l’introduzione di una imposta per le grandi ricchezze e un piano strutturale di lotta all’evasione fiscale si possono trovare le risorse per impostare una politica straordinaria per l’occupazione. In un’ottica di giustizia sociale, che questo governo non ha mai perseguito, ognuno deve responsabilmente fare la sua parte, cominciando quindi a chiedere un contributo a chi più ha e che in questa crisi ha guadagnato. Il paese non riparte facendo gravare il peso dei sacrifici sulle spalle dei soliti noti. Solo mettendo al centro il lavoro si può salvare l’Italia e rilanciare l’Europa”, conclude la CGIL.

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