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Lavoro: 2 giugno manifestazione nazionale di CGIL, CISL e UIL a Roma

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 9, 2012

Lavoro: 2 giugno manifestazione nazionale di CGIL, CISL e UIL a Roma

Una grande manifestazione sindacale unitaria per “avviare un percorso rivendicativo che chiede risposte sui temi del lavoro e del fisco. Non esiste decisione analoga nella storia d’Italia, mai si è tenuta una manifestazione sindacale il 2 giugno”. Così il Segretario Generale della CGIL in occasione della conferenza stampa di oggi:”è auspicabile e rivendicabile che il governo cambi la politica economica. Il punto di rottura è molto vicino” – Ascolta: l’annuncio di Bonanni, Angeletti e Camusso 08/05/2012 da www.cgil.it

Il 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica, i sindacati scenderanno in piazza a Roma. Ad annunciarlo oggi (8 maggio) i Segretari Generali di CGIL, CISL e UIL, Camusso, Bonanni e Angeletti nel corso di una conferenza stampa.

 

Un’importante manifestazione sindacale dal “forte valore simbolico” come affermato dalla leader della CGIL, Susanna Camusso, proclamata per “cambiare la politica economica del governo”. “Non esiste decisione analoga nella storia d’Italia, mai si è tenuta una manifestazione sindacale il 2 giugno. Non sarà semplicemente una celebrazione – spiega Camusso – ma una grande manifestazione sindacale unitaria che avvia un percorso rivendicativo che chiede risposte sui temi del lavoro e del fisco”. “Se non si danno risposte al lavoro – prosegue il Segretario Generale della CGIL – questo Paese non ce la fà, se non si parte dal lavoro e dal reddito dei lavoratori l’unica prospettiva è il baratro”.

Inoltre, Camusso avverte: “il punto di rottura è molto vicino. E’ auspicabile e rivendicabile che il governo cambi la politica economica. Per questo saremo in piazza a Roma nel pomeriggio del 2 giugno, una grande manifestazione sindacale che chiede risposte: se non ci saranno bisognerà continuare. Servono scelte, non ci sono alibi. Se si continua a viaggiare dietro l’alibi dell’Europa si fanno solo scelte recessive” conclude Camusso.

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