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Esodati: Camusso, i dati Inps sui 390mila dimostrano che la riforma è sbagliata

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Giugno 12, 2012

Esodati: Camusso, i dati Inps sui 390mila dimostrano che la riforma è sbagliata

Il Segretario Generale della CGIL commenta l’ennesima polemica sui numeri delle persone che rischiano di rimanere senza stipendio, né pensioni. Oggi (11 giugno) sono stati diffusi i dati contenuti in una relazione dell’Inps su circa 390mila persone coinvolte, di cui però solo 65mila coperte dal provvedimento del governo
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I 390mila esodati indicati dall’Inps in una relazione al governo dimostrano che il decreto del governo a  tutela di 65mila lavoratori non è sufficiente e va trovata invece una soluzione per tutti. Lo ha sottolineato il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, a margine della presentazione di un libro. “Questo numero è molto utile – ha detto la Camusso parlando della cifra di 390mila – perchè conferma che questo decreto non va bene e non è realistico. Bisogna trovare una norma che dia  risposta a tutti e vanno individuati criteri che risolvano il problema”.

Sullo stesso problema nel pomeriggio la CGIL aveva diffuso una nota della segretaria confederale, Vera Lamonica.
“La CGIL – ha dichiarato Lamonica – conferma quanto da sempre affermato: qualunque sia il numero, e non abbiamo motivo di dubitare che possa essere quello reso noto oggi, bisogna dare subito risposta compiuta a questo grande problema, creato da una riforma sbagliata e superficiale, con una soluzione previdenziale per tutti gli interessati.“ 

“Però il gioco dei numeri ora deve finire – continua Lamonica – C’è un problema di trasparenza nei dati, che vanno resi espliciti dall’Inps, che dovrebbe essere l’ente che fornisce numeri oggettivi sui quali si assumono poi le decisioni politiche, e non altro. E c’è un enorme problema del governo: il ministro sa perfettamente che i 65 mila sono un numero ricavato dalle risorse stanziate e non certo dagli aventi diritto e che , come lei stessa ha ammesso, è stato compiuto un grande errore”.

 

“A questo errore ora bisogna mettere riparo – conclude Lamonica – senza altri giochi, restituendo certezza del diritto e sicurezza ai lavoratori, ma anche equità e serietà all’azione del governo, che su questo punto finora non le ha dimostrate”.

Ora si tratta dunque di trovare una soluzione che risolva il problema per tutte le persone coinvolte.

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