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Industria: CGIL su dati ISTAT, allarmante arretramento, manifattura a rischio

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 11, 2012

Industria: CGIL su dati ISTAT, allarmante arretramento, manifattura a rischio
L’Istituto nazionale di statistica registra a maggio un calo della produzione industriale del 6,9% su base annua. Per la CGIL “serve una politica industriale con al centro investimenti e innovazione, altrimenti la recessione continuerà” » Le crisi della settimana dalla Nokia-Siemens alla Vdc Technologies di Anagni
10/07/2012 da www.cgil.it Tavoli aperti al Ministero

“Il vero dato allarmante è nell’ulteriore arretramento della produzione industriale. La flessione registrata, infatti, conferma la drammaticità della situazione che si riversa, in un trend negativo inarrestabile, sull’economia reale e sull’occupazione”. E’ quanto afferma il Segretario confederale della CGIL, Elena Lattuada, circa i dati sulla produzione industriale a maggio diffusi oggi dall’ISTAT che a fronte di un leggero miglioramento dello 0,8% su aprile, registrano un calo del 6,9% su base annua.

Nel dettaglio, osserva la dirigente sindacale, “sono colpiti tutti i comparti, a partire dalla produzione dei beni intermedi che paga il prezzo maggiore, a testimonianza del fatto che il paese è fermo: è fermo il mercato, sono fermi gli investimenti”. L’Istituto nazionale di statistica rileva infatti come la diminuzione più marcata sia quella del raggruppamento dei beni intermedi (-8,7%), ma cali significativi si registrano anche per i beni di consumo (-6,7%) e per i beni strumentali (-5,7%), mentre ciò che diminuisce in maniera più contenuta è l’energia (-3,3%).

“E’ su questi dati – prosegue Lattuada – che bisogna riflettere, non tanto sulle micro variazioni. Se si avanti così – avverte la dirigente sindacale della CGIL – è davvero a repentaglio il futuro dell’industria manifatturiera italiana”. A questo quadro, sottolinea Lattuada “si associa inevitabilmente la crescita esponenziale del ricorso alla Cassa integrazione con i punti di crisi che si aggravano”.

Lattuada punta il dito contro le misure assunte dal Governo, dal provvedimento sulla crescita alla spending review, che afferma “non scalfiscono nemmeno questo quadro. Anzi – denuncia – se pensiamo alle ricadute sull’industria italiana dei tagli agli acquisti di Comuni e Regioni, sono prevedibili esiti negativi ancora più pesanti”. Dunque, conclude la dirigente sindacale della CGIL “c’è bisogno di ben altro per tentare di invertire la tendenza. E’ necessario e urgente un disegno di politica industriale con al centro gli investimenti e l’innovazione. Al di fuori di queste scelte c’è solo il perdurare della recessione. Il Governo si assuma fino in fondo le responsabilità del caso”.

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