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Il lavoro molesto. Proposte CGIL, CISL, UIL contro la violenza sulle donne nei luoghi di lavoro

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 29, 2012

Il lavoro molesto. Proposte CGIL, CISL, UIL contro la violenza sulle donne nei luoghi di lavoro

Presentata una proposta d’intesa unitaria destinata a imprese e istituzioni, in cui viene indicata la necessità di una legge quadro che permetta alle regioni di legiferare e sostenere campagne di informazione e sensibilizzazione. Tra i punti della proposta: formazione degli operatori della polizia, attuazione completa del piano nazionale contro la violenza, impegno nella contrattazione aziendale per la formazione di Rsu e Rls, insieme alla necessità di norme nei contratti di lavoro per il superamento delle discriminazioni di genere
» ASCOLTA: Intervento Susanna Camusso

27/11/2012 da www.cgil.it

Dall’inizio del 2012, in Italia, più di 127 donne sono state uccise da mariti, padri e fidanzati: il 76% delle violenza si consuma tra le mura domestiche. Ogni anni circa un milione di donne è vittima di sfruttamento, umiliazioni, segregazioni e discriminazioni.

Ma si parla ancora troppo poco della violenza sulle donne nei posti di lavoro. Mentre l’accordo europeo sulle molestie e la violenza che risale al 2007, in Italia non è stato ancora recepito.

Al tema è stato dedicato un convegno, organizzato a Roma da CGIL, CISL e UIL, presso la sede dell’Ilo, Organizzazione internazionale del lavoro, con Susanna Camusso, i ministri del Lavoro e degli Interni, Elsa Fornero e Annamaria Cancellieri, Linda Laura Sabbadini (direttore Centrale Istat), Cinzia Grassi (dirigente medico Polizia di Stato), Massimo Marchetti (confindustria) e i segretari confederali CISL e UIL, Liliana Ocmin e Anna Rea.

La violenza nei luoghi di lavoro dunque è spesso sottovalutata anche se aumenta esponenzialmente con la crisi e la precarietà, che rendono le donne più vulnerabili e ricattabili. In questo contesto molestie sessuali, dimissioni in bianco, mobbing diventano fenomeni in progressivo ed allarmante aumento.

Secondo l’Istat, sono oltre 840.000 le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito ricatti sessuali sul lavoro. 1,2 Milioni se si guarda a coloro per le quali l’ufficio, la fabbrica, il negozio ”rappresenta un rischio rispetto alla possibilita’ di subire ricatti sessuali”. I dati riferiti al 2009, presentati oggi Linda Laura Sabbadini nel corso del convegno, dicono inoltre che circa 488.000 donne, hanno avuto sul lavoro una richiesta di disponibilita’ sessuale, mentre 247.000 hanno subito un ricatto sessuale esplicito all’assunzione. Per 234.000 donne il ricatto e’ stato subito ”per mantenere il posto di avoro e fare carriera” mentre circa 125.000 donne hanno subito piu’ tipi di ricatto. La maggioranza delle donne, ha spiegato Sabbadini, ha cambiato lavoro volontariamente (il 57,2%).

Questi dati, ha detto il Segretario Generale della CGIL,  Susanna Camusso, concludendo la conferenza, ci dicono che abbiamo tanto lavoro davanti a noi.

”Le molestie sul lavoro – ha detto – non diminuiscono, colpiscono una grande parte e restano ancora grandemente nel sommerso. L’idea che il tema sia tutto difensivo, da’ una linea sbagliata. Avremmo l’ambizione di cambiare la condizione delle donne e la cultura che determina la violenza e non semplicemente difenderci”,

Il segretario generale della CGIL, ha poi sottolineato l’importanza del linguaggio, che ricade sui comportamenti e la portata del messaggio pubblico negli anni che abbiamo alle spalle, visto l’aumento dei femminicidi nel nostro Paese.

”Anche le presenze sono simboliche” ha spiegato Camusso, parlando da un tavolo della presidenza quasi interamente al femminile, ad eccezione del rappresentante di Confindustria, Massimo Marchetti. Assenti i segretari generali di CISL e UIL, a dimostrazione che sono solo le donne che devono occuparsi della violenza sulle donne.

Sotto accusa le politiche che ”aumentano la diseguaglianza, peggiorando la situazione, perche’ la precarieta’ aumenta e con lei aumentano molestie e ricatti nel lavoro”. Ma è importante anche uscire dalla ”logica dei costi”, da quell’idea, da parte delle imprese, che antepone i costi alla integrità della persona.

Per il ministro Cancellieri ”La battaglia contro la violenza e’ epocale e va combattuta fino in fondo”bisogna difendersi dalla violenza con fermezza e senza cedimenti – ha detto – ognuno combatta la propria battaglia e la battaglia di tutti”.

Secondo il ministro Fornero la violenza sul lavoro non e’ solo fisica o sessuale ma e’ il tentativo di ”assoggettare una donna” ed ha assicurato che il Governo fara’ tutto il possibile per il recepimento della convenzione sulla violenza nei luoghi di lavoro e perche’ la legge di ratifica arrivi in questa legislatura”.

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