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Crisi: CGIL, spaventano dati CIG gennaio, prossimo governo riparta da lavoro

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 5, 2013

 

da www.cgil.it
Crisi: CGIL, spaventano dati CIG gennaio, prossimo governo riparta da lavoro
I dati forniti oggi dall’INPS confermano, secondo il sindacato, l’urgenza di un intervento che garantisca lo stanziamento delle risorse e il pagamento della cassa in deroga ancora non erogata, ma soprattutto la necessità di una revisione complessiva dell’impianto della riforma del lavoro per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali
05/02/2013

“L’anno inizia nel peggiore dei modi, in assoluta continuità con quello passato, segnando dati spaventosamente negativi in termini di ricorso alla cassa integrazione, sia ordinaria che straordinaria”. Così il Segretario Confederale della CGIL, Elena Lattuada, commenta i dati sulla cig diffusi oggi dall’Inps, sottolineando come “rimanga ancora inspiegabilmente insoluta la questione del mancato pagamento della cassa in deroga per gli ultimi mesi del 2013”.

 

Secondo la dirigente sindacale, sempre in riferimento alla cassa in deroga, “il calo registrato dall’Inps non può che spiegarsi con i problemi che la normativa ha posto rispetto a questo strumento, lasciando al loro destino centinaia di lavoratori senza alcun sostegno al reddito, come dimostrano le proteste oggi in Calabria”. Lattuada chiede quindi “un intervento urgente che garantisca lo stanziamento delle risorse e il pagamento della cassa in deroga ancora non erogata; ma soprattutto serve, rispetto ad una crisi che questi dati ci confermano sarà ancora lunga e invasiva, una revisione complessiva dell’impianto della riforma del lavoro per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali”.

 

Eppure, precisa la sindacalista, “gli interventi tampone, per quanto urgenti, non risolvono la questione centrale, ovvero la necessità per il prossimo governo di mettere al centro il lavoro, la sua difesa e la sua creazione. Contro il declino del sistema produttivo, progressivo e al momento senza freni, il Paese può solo ripartire se investe nel lavoro: dando prospettive risolutive alle tante vertenze industriali ancora insolute, offrendo una strategia ai settori produttivi e industriali, specie quelli pubblici, che possano portare l’Italia fuori dalla crisi”, conclude Lattuada.

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