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Ocse: CGIL, basta con austerità, serve politica espansiva

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 3, 2013

Ocse: CGIL, basta con austerità, serve politica espansiva
Per la CGIL, il peggioramento della condizione economica del Paese, rilevato anche dall’OCSE, impone una politica espansiva, che può realizzarsi con investimenti pubblici, nazionali o europei, sostenendo i consumi attraverso una restituzione fiscale, per i lavoratori e i pensionati
02/05/2013 da www.cgil.it

“E’ evidente che le politiche di austerità, sbagliate e inutilizzabili, ci hanno condotto in questa situazione. Occorre al contrario una politica economica della domanda, cioè una politica espansiva”. E’ quanto afferma il segretario confederale della CGIL, Danilo Barbi, in merito al rapporto Ocse, nel sottolineare come l’analisi dell’istituto parigino sull’Italia “sia veramente sorprendente: da una parte dice ‘va bene, continuate così’, dall’altra invece peggiora, e ha peggiorato, tutti gli indicatori circa lo sviluppo e l’occupazione, e la relativa condizione economica e sociale, del Paese”.

 

In verità, prosegue Barbi, “sono ormai due anni che buona parte degli istituti internazionali, dalla Bce all’Ocse passando dalla Commissione Europea, sbagliano in continuazione le previsioni della crescita economica e sono costretti scientificamente a peggiorare nel tempo le previsioni. In questi errori previsionali – precisa – si è distinto il governo Monti che stimò per il 2012 crescita zero, rivedendola al ribasso col tempo fino a constatare che il Pil è calato lo scorso anno del 2,4%”.

 
Secondo il sindacalista della CGIL “la spiegazione di tutto questo sta nel fatto che le politiche che vengono portate avanti sono sbagliate e inutilizzabili per uscire davvero dalla crisi. Si insiste infatti, anche da parte dell’Ocse, su di una politica dell’offerta, dell’austerità che ribadisce come la priorità sia la riduzione dei costi di produzione e la spesa sociale. E’ invece evidente che occorre fare una politica economica della domanda, cioè una politica espansiva”.

Quest’ultima, aggiunge Barbi, “si può realizzare con investimenti pubblici, nazionali o europei, per creare direttamente lavoro aggiuntivo, soprattutto per i giovani, come ha proposta la CGIL con il Piano del Lavoro. Si può realizzare sostenendo i consumi attraverso una restituzione fiscale, per i lavoratori e i pensionati, come propongono oggi CGIL Cisl Uil. E’ comunque sicuro che c’è bisogno di una politica espansiva. E’ quella che stanno facendo – conclude – sia il governo americano che giapponese e in tutta sincerità non si capisce perché non si debba fare anche in Europa”.

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