cgil siena

« | Home | »

Ocse: CGIL, rischio depressione, ora cambiamenti su fisco e lavoro

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 29, 2013

Ocse: CGIL, rischio depressione, ora cambiamenti su fisco e lavoro
Le stime per il Pil italiano nel 2013/2014 riviste al ribasso dall’Istituto parigino, secondo la Confederazione dimostrano la necessità di “una restituzione fiscale per lavoratori e pensionati, e una riduzione per le imprese che assumono a tempo indeterminato” come chiesto da CGIL, CISL e UIL nella piattaforma per la manifestazione nazionale del prossimo 22 giugno a Roma.
29/05/2013 da www.cgil.it

“In Italia la recessione rischia di diventare depressione vera e propria. Servono dei cambiamenti urgenti, sul fronte del fisco e del lavoro”. E’ quanto osserva il segretario confederale della CGIL, Danilo Barbi, in merito ai dati diffusi oggi dall’Ocse. Nuove stime che segnalano come l’istituto parigino abbia “di nuovo sbagliato le previsioni sul sistema Italia, visto che a distanza di un mese ha dovuto correggerle, per peggiorarle, sia per il 2013 che per il 2014”. Nell’Economic Outlook le stime sul Pil del nostro Paese vengono infatti riviste al ribasso, passando da -1,5% a -1,8% per il 2013, e da +0,5% a +0,4% per il 2014. Inoltre, per quanto riguarda la disoccupazione in Italia, secondo le stime Ocse la percentuale di senza lavoro salirà dal 10,6% del 2012 all’11,9% nel 2013, e poi fino al 12,5% nel 2014.

In effetti, spiega il dirigente sindacale, “come la variazione delle stime dell’Ocse dimostra, appaiono sempre più chiare le conseguenze recessive, più volte denunciate dalla CGIL, delle scelte fatte dal governo Monti. Anzi, si può dire che in Italia la recessione rischia di diventare depressione vera e propria”. La CGIL ribadisce quindi “che per invertire la tendenza occorre un grande cambiamento della politica economica, sia nelle scelte europee che in quelle nazionali”.

In particolare, prosegue, “serve una restituzione fiscale per quelli che le tasse le hanno pagate di più, e cioè i lavoratori e i pensionati, e una riduzione per le imprese, ma solo per quelle che assumono a tempo indeterminato, come chiesto da CGIL, CISL e UIL nella piattaforma per la manifestazione nazionale del prossimo 22 giugno a Roma”. Oltre a questo, conclude Barbi, “occorre una politica di investimenti pubblici e di creazione diretta di lavoro per i giovani, come proposto dalla CGIL con il suo ‘Piano del Lavoro’. Se questi cambiamenti non ci saranno la disoccupazione, in particolare quella giovanile, rimarrà insostenibilmente alta per molti anni a venire”.

Argomenti: CGIL |