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Inail: CGIL, bene calo infortuni, ma attenzione rischi insicurezza e precarietà

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 10, 2013

Inail: CGIL, bene calo infortuni, ma attenzione rischi insicurezza e precarietà
Presentato a Montecitorio dal presidente dell’Inail, Massimo De Felice il rapporto annuale 2012 sugli infortuni sul lavoro. Per evitare “conclusioni sbagliate”, avverte la Confederazione, è opportuno avviare “un’ulteriore riflessione” in direzione dei nuovi rischi legati alle forme di lavoro precarie e alla crescente insicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici, dovuta alla persistente crisi economica.
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Gli incidenti sul lavoro denunciati all’Inail continuano a calare. Nel 2012 sono state 745mila le denunce di infortuni (-9% rispetto al 2011 e -23% in riferimento al 2008). Quelli mortali accertati sono stati 790, un nuovo minimo, a fronte di 1.296 denunce: lo rende noto l’Inail, spiegando che anche con i 25 casi ancora in istruttoria si avrebbe un calo del 6% sul 2011 e del 27% sul 2008. Questi i dati presentati oggi (10 luglio) a Montecitorio (alla presenza del ministro Giovannini) dal presidente dell’Inail, Massimo De Felice.

Abbiamo apprezzato la relazione del presidente dell’Inail, Massimo De Felice, soprattutto nella parte relativa al nuovo sistema di gestione e di diffusione dei dati infortunistici secondo il sistema “open data”, che costituisce un positivo passo avanti nella trasparenza per valutare l’efficacia dell’azione dell’istituto”, è il commento di Fabrizio Solari, Segretario Confederale CGIL, in merito al rapporto annuale 2012 dell’Istituto.

Per il dirigente sindacale è inoltre, “condivisibile anche l’illustrazione delle attività presenti e degli impegni programmatici frutto anche del lavoro dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali nell’ambito del CIV dell’Istituto”. Restano però, secondo Solari, ancora da approfondire “la questione dell’incidenza della disoccupazione e cassa integrazione sull’analisi dei dati sulla statistica degli infortuni, sarebbe pertanto opportuno – ha spiegato – un maggior livello di approfondimento per evitare di trarre da questi dati conclusioni sbagliate”. Dunque, per il Segretario Confederale della CGIL, sarebbe opportuna “un’ulteriore riflessione” in direzione dei nuovi rischi legati alle forme di lavoro precarie e alla crescente insicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici, dovuta alla persistente crisi economica. “Queste condizioni – ha avvertito Solari – hanno, infatti, un’incidenza diretta sull’organizzazione aziendale e sulle condizioni della prestazione, oltre che un effetto a lungo termine in ambito sanitario”.

Infatti, anche se non esiste una correlazione diretta, è probabile che la diminuzione del numero degli infortuni sia legata al calo delle ore lavorate per colpa della crisi economica, ma in ogni caso, se nel 2010 gli infortuni mortali accertati furono 983, l’anno precedente 1.011. Nel 2012, delle 790 vittime, 726 erano uomini e 64 donne. Il maggior numero di incidenti si è registrato nelle regioni del Nord ovest (212) seguite da quelle del Nord est (202), dal centro (149), dal Sud (167) e dalle isole (60). Le vittime under 30 sono state 94, 100 quelle over 60.

Nella relazione dell’Inail si evidenzia anche che quasi il 90% delle 23mila aziende controllate dagli ispettori dell’Inail sono risultate irregolari. “Nel 2012 sono state controllate 22.950 aziende (il 67% del terziario, il 26% del settore industria), quasi duemila in più del 2011: circa l’87% sono risultate irregolari”.
Nell’ultimo anno, detto il presidente De Felice, sono stati poi regolarizzati 53.734 lavoratori (più del 10% rispetto al 2011), di cui 45.679 irregolari e 8.055 ‘in nero’ (7,27% in piu’ rispetto al 2011).

Le denunce di malattie nel 2012 sono state circa 47.500 (47.417), circa mille in meno rispetto al 2011 (48.458, pari a -2,1%) ma in aumento di quasi il 51% rispetto al 2008 (31.473). Ne e’ stata riconosciuta la causa professionale a circa il 37% (17.384), mentre circa il 3% è ancora in istruttoria. I decessi sono stati 1.583 nel 2012 (il 27% in meno rispetto ai 2.165 del 2008). Le denunce – sottolinea l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro – riguardano le malattie e non i soggetti ammalati, che sono circa 36 mila e 300: il 41% per causa professionale riconosciuta (ancora circa il 3% in istruttoria).

Infine, tra le denunce di patologie asbesto-correlate, legate cioè all’amianto, protocollate nel 2012, ne sono state riconosciute 1.540: dei casi denunciati nell’anno, 348 hanno avuto esito mortale.


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