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Crisi: CGIL, in sei mesi 550 mln ore cig per 530mila in cassa

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 22, 2013

Crisi: CGIL, in sei mesi 550 mln ore cig per 530mila in cassa
Secondo l’Osservatorio CIG della CGIL Nazionale da inizio anno si è registrato un taglio del reddito di 2 mld di euro, pari a 4.000 di salario in meno per ogni lavoratore, dati che secondo il sindacato: “bisogna invertire quello che al momento sembra essere un inarrestabile processo di deindustrializzazione”. Per farlo “da un lato bisogna intervenire sugli ammortizzatori per allargare la platea, dall’altro è vitale mettere in campo misure che rilancino la domanda interna: solo per questa via potrà ripartire la produzione”
22/07/2013 da www.cgil.it

Poco meno di 550 milioni di ore di cassa integrazione registrate da inizio anno a giugno: un monte ore che colloca in cassa oltre 530 mila lavoratori a zero ore con un taglio del reddito per 2 miliardi e 100 milioni di euro, ovvero quasi 4 mila euro per ogni singolo lavoratore. Al giro di boa del 2013 sono questi i numeri che emergono dal rapporto di giugno dell’Osservatorio cig della Cgil Nazionale. Numeri che, osserva la segretaria confederale della Cgil, Elena Lattuada, “guardati in prospettiva ci dicono che nel 2013 si sfonderà ancora una volta la soglia del miliardo di ore di cassa integrazione. Ore che andranno sommate alle 4,4 mld messe a segno negli ultimi cinque anni”. Secondo la dirigente sindacale “bisogna agire e bisogna farlo subito: dobbiamo invertire quello che al momento sembra essere un inarrestabile processo di deindustrializzazione”. Per farlo, spiega Lattuada, “da un lato bisogna intervenire sugli ammortizzatori per allargare la platea, dall’altro è vitale mettere in campo misure che rilancino la domanda interna: solo per questa via potrà ripartire la produzione”.Dati cig giugno – A giugno le ore di cassa integrazione, richieste e autorizzate, sono state 90.756.511, in aumento sul mese precedente per un +1,61%. Nel periodo gennaio-giugno, rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno, l’aumento è del +4,63% per un totale di ore pari a 548.014.750. Nel dettaglio dell’analisi di corso d’Italia si rileva poi come la cassa integrazione ordinaria (cigo) cali a giugno sul mese precedente del -15,53%, per un totale pari a 27.730.264 di ore. Da inizio anno la cigo invece ha raggiunto quota 194.028.241 di ore per un +16,44% sul primo semestre del 2012. Anche la richiesta di ore per la cassa integrazione straordinaria (cigs), sempre per quanto riguarda lo scorso mese, cala su maggio di un -6,85% per complessive ore 37.290.925 mentre nel periodo gennaio-giugno di quest’anno si totalizzano 225.563.925 ore per un +21,89% sullo stesso periodo del 2012.

Infine la richiesta di cassa integrazione in deroga (cigd) esplode a giugno, sul mese precedente, di un +57,78% per complessive 25.735.322 ore. Nei primi sei mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo dello scorso, la riduzione della cigd è stata del -25,36% per un totale di 128.423.486. Numeri che, spiega Lattuada, “sono lontanissimi dalla media maturata nel 2012, e che è stata tra i 28/29 milioni di ore al mese, che ci segnalano una drammatica emergenza fatta di centinaia di migliaia di lavoratrici e di lavoratori che non stanno percependo alcun reddito, sebbene ne abbiano diritto”.

Causali di cigs – Prosegue anche a giugno la crescita del numero di aziende che fanno ricorso ai decreti di cigs. Da gennaio sono state 3.283 per un +13,76% sullo stesso periodo del 2012 e riguardano 5.705 unità aziendali (+12,41% sull’anno passato). Nello specifico si registra un forte aumento dei ricorsi per crisi aziendale (1.922 decreti per un +20,50%) che rappresentano il 58,54% del totale dei decreti. Diminuiscono invece le domande di ristrutturazione aziendale (107 in totale da inizio anno per un -20,15% sullo stesso periodo del 2012) e quelle di riorganizzazione aziendale (122 per un -16,44%). Sottolinea lo studio della Cgil che “gli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale delle aziende tornano a diminuire e rappresentano solo il 6,98% del totale dei decreti. Un segnale evidente del progressivo processo di deindustrializzazione in atto nel Paese”.

Regioni – Nelle regioni del nord si registra il ricorso più alto alla cassa integrazione. Dal rapporto della Cgil si rileva che al primo posto per ore di cassa integrazione autorizzate nei primi sei mesi del 2013 c’è la Lombardia con 125.436.414 ore che corrispondono a 121.547 lavoratori (prendendo in considerazione le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il Piemonte con 68.197.124 ore di cig autorizzate per 66.082 lavoratori e il Veneto con 63.005.296 ore per 61.052 persone. Nelle regioni del centro primeggia il Lazio con 37.058.427 ore che coinvolgono 35.909 lavoratori. Mentre per il Mezzogiorno è la Campania la regione dove si segna il maggiore ricorso alla cig con 30.120.554 ore per 29.187 lavoratori.

Settori – La meccanica è ancora il settore dove si è totalizzato il ricorso più alto allo strumento della cassa integrazione. Secondo il rapporto della Cgil, infatti, sul totale delle ore registrate nel semestre gennaio-giugno, la meccanica pesa per 185.515.810, coinvolgendo 179.763 lavoratori (prendendo come riferimento le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il settore del commercio con 67.304.281 ore di cig autorizzate per 65.217  lavoratori coinvolti, subito dopo l’edilizia che registra 64.720.663 ore e 62.714 persone.

Occupazione e lavoratori in cig – Considerando un ricorso medio alla cig, pari cioè al 50% del tempo lavorabile globale (13 settimane), sono coinvolti nel periodo gennaio-giugno 1.062.044 lavoratori in cigo, cigs e in cigd. Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 26 settimane lavorative, si determina un’assenza completa dall’attività produttiva per 531.022 lavoratori, di cui 225 mila in cigs e 128 mila in cigd. Continua così a calare il reddito per migliaia di cassintegrati: dai calcoli dell’Osservatorio cig, si rileva come i lavoratori parzialmente tutelati dalla cig abbiano perso nel loro reddito 2,1 miliardi di euro, pari a 3.950 euro netti per ogni singolo lavoratore coinvolto a zero ore.

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