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Camusso sui fondi per detassare il lavoro: “Pochi i soldi, prendiamoli da Bot e rendite”

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Ottobre 14, 2013

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14/10/2013 da www.cgil.it

In una intervista al quotidiano ‘La Repubblica’ la numero uno di CGIL boccia l’impostazione che si vuole dare alla legge di stabilità. Sul cuneo fiscale servono ben più dei cinque miliardi previsti

Più tasse sui Bot e sulle rendite finanziarie per appesantire la busta paga dei lavoratori dipendenti, dice in questa intervista, Susanna Camusso. Che di fronte alle indiscrezioni sulla prossima manovra commenta: “Se fossero confermate si muoverebbero in continuità con le due precedenti. Invece ci vuole un cambiamento della politica economica”.

Visto che con il taglio del cuneo fiscale da 4-5 miliardi si prospetta, per gli italiani che guadagnano fino a 55 mila euro, un aumento in busta paga di poco superiore ai 100 euro l’anno, non sarebbe meglio indirizzare quelle risorse in altre direzioni, per esempio in investimenti produttivi?
“Guardi, io penso che ci voglia un’altra legge di Stabilità. Penso che non si possa continuare a non scegliere avendo poche risorse. Bisogna cambiare politica economica. La ragione della profondità della crisi, con la frantumazione progressiva del nostro sistema produttivo, sta nell’estrema e crescente diseguaglianza sociale che si è prodotta. L’economia resta in affanno, la disoccupazione cresce, gli investimenti sono fermi anche perché la gente non può più consumare”.

Cosa bisognerebbe fare?
“Spostare significativamente i pesi, non limitarsi a distribuire ciò che c’è. Così si possono trovare ben più dei cinque miliardi di cui si parla e rendere percepibile la riduzione delle tasse sul lavoro”.

Qual è la vostra proposta?
“L’abbiamo illustrata al presidente del Consiglio. Pensiamo che le rendite finanziarie non possano più essere tassate al 20% mentre nel resto dell’Europa il prelievo parte dal 25% in su. Spostiamolo anche noi almeno al 25. Sui Bot si paga ancora il 12,5% mentre nel resto del mondo siamo al 20. Senza parlare di patrimoniale, che suscita drammi solo ad evocarla, si possono fare queste due operazioni nel segno della redistribuzione”.

Ma i Bot li comprano i piccoli risparmiatori. Le sembra un’operazione di redistribuzione della ricchezza?
“Il 90% dei Bot è in mano alle banche. Non raccontiamo un mondo che non c’è. Certo ci sono anche i pensionati e i lavoratori che hanno investito in Bot con un prelievo fiscale del 12,5%. E che hanno goduto anche di un aumento del rendimento per effetto indiretto della crescita dello spread. A tutti costoro si può chiedere un contributo”.

La solita ricetta: nuove tasse.
“No, non sono nuove tasse. È una diversa distribuzione della tassazione”.

Pensa che così si recupererebbero dieci miliardi e più perché il taglio al cuneo fiscale si faccia sentire sulle buste paga?
“Penso che si potrebbe tranquillamente arrivare a quella cifra”.

Già con la prossima legge di stabilità?
“Si può fare un pezzo di strada importante”.

Non va bene, dunque, l’impostazione del ministro Saccomanni?
“No. Non si può sempre aspettare, per quanto auspicabile, un cambio di indirizzo delle politiche economiche europee. Ci sono cose di nostra competenza che si possono fare. Quelle che ho indicato appartengono a questa categoria”.

Ha parlato delle entrate. Bisognerà pur recuperare qualcosa sul lato della spesa. Si ipotizzano tagli lineari anche sul fronte sanitario. Ha proposte alternative?
“I tagli lineari non vanno bene. La spesa sociale non è tutta uguale. Si deve fare pulizia. Noi abbiamo calcolato che se si facesse un’operazione radicale sui costi standard applicando i valori di mercato per l’acquisto di beni e servizi, si potrebbero risparmiare circa due miliardi fin dal prossimo anno. E poi vanno tagliate le consulenze che, nonostante gli annunci, continuano a sopravvivere imperterrite. Mi sembra meglio che tagliare i servizi sanitari che incidono sulla qualità della vita delle persone. Anche in questo caso si tratta di cambiare lo schema”.

Il ministro Giovannini ha detto che con la legge di stabilità si farà un primo passo verso il reddito minimo. Favorevole o contraria?
“Sono contraria ai semplici annunci. Sotto la formula del reddito minimo ci si mette qualunque cosa. Se l’intendimento del ministro è quello di sostenere le fasce più povere, ben venga. Ma va fatto con nuove risorse, non tagliando i finanziamenti alla cassa integrazione in deroga che peraltro va rifinanziata”.

Dal menu della legge di stabilità sono uscite le pensioni. Va bene?
“No, ed è grave che non si parli più di esodati. Quelle sono rotture sociali che vanno sanate. Proprio la riforma delle pensioni è una delle cause delle nostre diseguaglianze. Nei collegati alla legge di Stabilità andrà recuperato questo tema. Come quello dei cosiddetti incapienti, cioè con redditi sotto i 9 mila euro annui. Qualcuno nel governo si è accorto che sono cresciuti del 20% tra i lavoratori?”.

Ultima domanda: Renzi ha detto che amnistia e indulto rischiano di essere un autogol. Lei che pensa?
“C’è una situazione esplosiva nelle nostre carceri che va affrontata anche con misure straordinarie. Ma per evitare che in pochi anni si ritorni al punto di partenza bisogna rimuovere le cause che hanno prodotto questa condizione: ad esempio leggi sbagliate come la Bossi-Fini-Maroni sul reato di clandestinità e la Giovanardi sulla droga”.

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