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Camusso, troppi annunci e risultati sotto le aspettative

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Ottobre 17, 2013

Camusso, troppi annunci e risultati sotto le aspettative

1377691135282camusso_imu17/10/2013 da www.cgil.it

In una intervista al quotidiano ‘La Stampa’ la leader della CGIL in merito alla legge di Stabilità avverte:”non si vede il cambiamento che serve per uscire dalla crisi”

«Io ci vedo solo due cose buone in questa Legge di Stabilità: che non taglia la Sanità, e che sia stato allentato per la prima volta il patto di stabilità dei Comuni.
Fine delle buone notizie». 

Susanna Camusso, l`intervento per tagliare il cuneo fiscale è stato ridotto all`osso per evitare i tagli della Sanità?
«Il governo formalmente a noi cifre non ne ha mai fatte. Capisco che a Confindustria erano state promesse adeguate risorse, e così non è stato. Non credo si possa sostenere che il taglio del cuneo è modesto perché si sono riusciti ad evitare i tagli alla sanità o perché hanno allentato il patto di stabilità locale. La verità è che da parte del governo c`è stato un eccesso di annunci, promesse, indicazioni. Avevano detto che avrebbero risolto il problema della Cig in deroga, e mancano i soldi del 2013. Avevano detto che avrebbero risolto il problema degli esodati, e invece niente, avevano persino parlato di reddito minimo. Una sequenza infinita di annunci».

E i risultati?
«I risultati sono ben al di sotto degli annunci. Ma soprattutto ben al di sotto delle necessità del Paese. Dopodiché che nel bilancio pubblico i soldi siano pochi lo sappiamo tutti. Però un governo è utile se è in grado di fare delle scelte, non se fa il ragioniere. Deve decidere a chi dare e a chi togliere. Va bene che siamo il Paese con le aliquote fiscali sulle rendite finanziarie più basse d`Europa? Va bene dover pagare ancora un miliardo e passa di consulenze l`anno nella pubblica amministrazione? Va bene bloccare ancora i contratti pubblici e togliere gli straordinari, una mossa che in particolare nella Sanità produrrà disastri? E qui invece mancano le scelte. Sono state soltanto riempite le caselline. Manca il cambiamento che serviva non solo ai lavoratori e i pensionati, che hanno preso tante botte in questi anni; manca il cambiamento anche per il Paese, che avrebbe bisogno di scelte per uscire dalla crisi. E la ripresa non arriva solo se diminuisce lo spread, ma se ripartono produzione, consumi, assunzioni».

Insomma, siete delusi.

«Sì, perché oltre a tutti gli annunci che ho ricordato in precedenza, sarebbe il caso di sottolineare che ci era stato spiegato da autorevoli esponenti di governo
che questa Legge di Stabilità, grazie all`uscita dell`Italia dalla procedura d`infrazione europea, avrebbe dato lo shock necessario all`economia. E invece non c`è quasi nulla. Avevamo chiesto un paio di indirizzi di politica Industriale; è arrivata una “cabina di regia” che non basta. Come non basta il rinnovo dell`ecobonus, che pure è uno strumento utile. In questo Paese sono cresciute le diseguaglianze, e questa legge di stabilità non riduce affatto quella forbice tra ricchi e poveri».

Segretario, lei sa benissimo che i numeri della Legge di Stabilità ormai sono questi: chiedete modifiche, ma cambiare in modo sostanziale è difficile…
«I saldi finanziari sono quelli, non ci sono dubbi. Ma se si decidono nuove voci di entrata, si possono decidere anche nuove voci di spesa…»

M esempio?
«Ad esempio, se si fa una norma seria sull`acquisto dei beni della pubblica amministrazione, se si fa un provvedimento di taglio delle consulenze pubbliche, se si adegua l`aliquota sulle rendite finanziarie si possono ricavare soldi. Soldi con cui dare risposte alle esigenze del lavoro pubblico, del lavoro privato, dei pensionati. Si chiama equità, spostare i pesi da una parte a un`altra. Poi attendiamo i testi definitivi, ma ho l`impressione che anche sulle politiche sociali avremo non pochi problemi».

La Uil parla di sciopero, la Cisl pare in fondo approvare la manovra, voi state nel mezzo. Che succede?
«Mi sembra un`analisi sbagliata. Il confronto con il governo deve continuare, il Parlamento potrà essere la sede per le modifiche che noi sosterremo. Sarebbe utile che CGIL-CISL-UIL discutano una piattaforma comune e forme di mobilitazione per sostenerla. Certo, se poi verificassi che non si vuole fare nulla, la Cgil deciderà. Ma ora dobbiamo distinguere: ci sono aree di maggior sofferenza, come il pubblico impiego, dove peraltro i sindacati di categoria hanno già approntato un documento comune. Su altri temi, come gli esodati e la CIG in deroga aspettiamo risposte urgenti. Per questo valuteremo come e quando decidere modalità e forme di protesta».

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