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Angelini (CGIL Toscana): Pronta alla sfida dell’autunno caldo

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 30, 2015

banner angeliniAngelini: Pronta alla sfida dell’autunno caldo – da www.cgiltoscana.it

di Silvia Gigli
«Sarà l’ennesimo autunno caldo». Dalida Angelini, 57 anni, da meno di un mese al vertice della Cgil toscana, prevede ancora giorni difficili per l’economia, critica l’efficacia del jobs act e della riforma fiscale annunciata dal Governo, e chiede alla Regione di approvare rapidamente la legge sul turismo offrendo collaborazione per dare attuazione agli accordi di programma per Piombino e Livorno.La neosegretaria è nata sul mare, in Versilia, e al mare torna ogni sera. Fra i molti lavori stagionali fatti in gioventù, del resto, c’è stato anche quello di bagnina e il windsurf è una delle sue più grandi passioni insieme allo sci nautico, al ricamo e al decoupage. E’ una donna poliedrica. Lo sguardo azzurro, diretto e intelligente della nuova segretaria generale toscana della Cgil, è lo specchio del suo percorso nel sindacato e dei suoi progetti per il futuro. «Io sono la segretaria generale ma mi sento solo uno strumento per fare delle cose» sintetizza la donna che ha preso il testimone di Alessio Gramolati, la prima a sedere sulla poltrona più alta della Cgil toscana.
«L’ho detto a tutti nel giorno del mio insediamento: prima di dare la fiducia a me datela a voi stessi. E ci credo davvero. Il nostro dovrà essere un lavoro di squadra, ciascuno è chiamato a partecipare. Sono convinta che dobbiamo sburocratizzarci, fare qualche riunione in meno e qualche assemblea in più, allargare la partecipazione dei delegati sindacali alla vita dell’organizzazione». «Sa che cosa mi manca di più? – confessa-. Il rapporto con i lavoratori. L’ho avvertito subito nel passaggio dall’associazione di categoria (è stata i vertici della Filcams prima in Versilia e poi al regionale ndr) al livello confederale. Anche per questo non appena mi scrive un lavoratore o una lavoratrice la prima cosa che faccio è rispondergli».

Il primo approccio con la Cgil avvenne all’inizio degli anni Ottanta per una vertenza sindacale nel periodo in cui lavorava come stagionale in un ristorante a Torre del Lago. «Andai al sindacato, vidi quello che facevano e mi dissi: mi piacerebbe tanto lavorare qui, mi appassiona difendere i diritti dei più deboli». Detto fatto, da allora questo è stato il suo mantra. Dai ciclostili del suo primo incarico in Cgil fino ai tavoli della segreteria regionale. Nel mezzo un’infinità di vertenze, un lavoro certosino sul fronte degli appalti, con il primo protocollo in Italia insieme a Prefettura di Lucca e Inps nel ’96 e minacce raccolte per il suo impegno in difesa dei pescatori, i cosiddetti tramagliai.

Lei è la prima segretaria della Cgil ad essere stata scelta dopo una consultazione che ha coinvolto anche la base. Un’investitura importante. Come si è sentita?
«Da una parte carica di responsabilità, dall’altra molto orgogliosa. E’ un impegno che mi dà forza e mi spinge ancora di più a coinvolgere tutti in un progetto che veda i lavoratori e il lavoro al primo posto».

E’ stato molto sottolineato il fatto che lei sia la prima donna ai vertici del sindacato regionale. Come è stato il suo percorso nell’organizzazione? Mai provato disagio?
«Disagio no perché ho un carattere forte, però è vero che come donna sei sempre sottoposta ad esami e devi continuamente dimostrare di più rispetto ad un uomo. E’ un fatto che è andato diminuendo nel tempo ma che è sempre presente. Per fortuna in Cgil ci sono state e ci sono tante persone, come Alessio Gramolati, che hanno sempre valorizzato il lavoro di tutti, senza distinzioni di sesso».

Resta il fatto che il mondo del lavoro è costruito intorno a liturgie e tempi tutti maschili. E’ possibile cambiare?
«Nonostante i passi in avanti fatti negli anni, anche in Cgil è così. Io vorrei provare a fare dei cambiamenti coinvolgendo tutti. Però va anche detto che in Toscana su 11 categorie, 5 hanno delle segretarie: Funzione pubblica, Filcams, Spi, Fisac e Fillea. Non so se ci sono altre regioni in Italia con questi numeri».

La Cgil in Toscana ha 506mila iscritti. Più della metà sono donne. E i giovani? Si avvicinano ancora al sindacato?
«Continuano a farlo ma siamo coscienti che gli iscritti sono la faccia del mercato del lavoro e certo il contratto a tutele crescenti non rende facile la sindacalizzazione».

In questi ultimi tempi gli attacchi al sindacato, anche da sponde teoricamente amiche, sono stati molti. Cosa risponde a chi dice che è solo un orpello e una palla al piede?
«Voglio essere chiara. Alcuni errori il sindacato li ha commessi. Ma se guardiamo alla Toscana: se questa regione vanta ancora una forte coesione sociale è anche perché il sindacato qui non è né un orpello né un intralcio ma si è schierato al fianco dei lavoratori, è stato ai tavoli ed ha trovato la soluzione a molte crisi aziendali. In anni di crisi dura siamo riusciti a fare tanti accordi in difesa del lavoro e conseguentemente delle aziende ma non lo raccontiamo a sufficienza. Diciamo che non c’è una narrazione completa del lavoro che facciamo, non si va mai ad approfondire. Se non ci fossero stati i nostri patronati a chi si sarebbero rivolti i cittadini per affrontare i problemi legati ai loro contributi e alle tasse che devono pagare?».

Come spiegherebbe ad un bambino cosa fa un sindacalista?
«Gli direi che è una persona che prova a far rispettare i diritti, ma mi rendo conto che non è facile».

Uno dei problemi più gravi del nostro Paese è la precarietà del lavoro e il fatto che presto non ci sarà più alcun ammortizzatore sociale al quale aggrapparci…
«Credo che si debba fare un ragionamento anche intorno alla contrattazione che finora è stata difensiva ma che dovrà essere sempre di più anche inclusiva per dare diritti a tutti quei lavoratori precari che oggi facciamo fatica a rappresentare. Sarà uno dei temi cardine della nostra Conferenza di organizzazione di settembre. Come può stare in piedi un sistema in cui ci sono sempre meno persone che lavorano? Quelli che ci attendono non sono tempi facili».

Eppure si parla di inversione di tendenza.
«Alcuni dati leggermente positivi non sono un’inversione di tendenza. Prendiamo il Job Act: i lavoratori che venivano assunti con un contratto stagionale adesso vengono pagati con i vaucher. Ergo, con meno diritti. L’impennata di assunzioni a tempo determinato è il frutto degli incentivi. E poi? Il contratto a tutele crescenti, ricordiamocelo, è solo un contratto a tempo determinato un po’ più lungo perché al 37° mese se si licenzia si guadagna comunque. Ma chi lavora deve poter vedere il proprio futuro. E qui è ancora nebuloso. In Toscana, per esempio, se crescono del 2,6% il tempo determinato e del 15% il lavoro interinale calano invece l’apprendistato e il lavoro a progetto. Ma, dato più grave, crescono le cessazioni a tempo indeterminato (+2,54%) i licenziamenti collettivi ai sensi della legge 233 registrano un aumento addirittura a due cifre».

Come si riparte?
«Una riforma del fisco sarebbe necessaria ma non può essere quella indicata dal governo. Se l’obiettivo è quello manifestato perché le misure previste solo nel 2018 per pensionati e dipendenti non vengono fatte subito? E poi c’è il tema della sanità. Mi va bene contenere gli sprechi ma dobbiamo proprio smantellare la sanità pubblica? Se davvero è un’eccellenza, e in Toscana lo è, vorrei che venisse mantenuta tale. Niente vieta le convenzioni con i privati ma bisogna fare attenzione. Mi spaventa per esempio l’idea che si possa pensare ad un passaggio di alcuni pezzi di sanità al terzo settore, non solo per i lavoratori ma anche per i pazienti».

E le infrastrutture? Non sarebbero un volano di crescita? A Firenze aeroporto e alta velocità sembrano di nuovo al palo…
«Le infrastrutture sono un tema fondante per il lavoro, a partire dall’edilizia che godrebbe finalmente di una boccata d’ossigeno. Ma qui pare che nessuno riesca a fare ragionamenti in prospettiva e senza visioni d’insieme si va poco lontano. Bisogna avere un’idea di città, quando c’è quella si muove tutto il resto».

Quali sono le emergenze più gravi per la Toscana? Quale autunno ci attende?
«Sarà l’ennesimo autunno caldo. Il settore dell’edilizia è in ginocchio e non mostra segni di miglioramento. Ci sono poi vertenze importanti come quella della Smith di Volterra e la People care di Livorno e molte altre. La verità è che è uno stillicidio di crisi, piccole e grandi. Il settore del manifatturiero, per esempio, scricchiola e la Toscana sta perdendo per strada tante professionalità. Eppure il made in Toscana è ancora un valore aggiunto ma la paura e la preoccupazione hanno ridotto moltissimo investimenti e consumi».

Lei ha incontrato il presidente Enrico Rossi. Cosa chiede alla Regione?
«Di approvare presto la legge sul turismo e lavorare insieme per esempio sull’applicazione degli accordi di programma per Piombino e Livorno, soprattutto per tutelare i posti di lavoro dell’indotto e dei lavoratori in appalto. Dobbiamo far sì che sia rispettata la legge sugli appalti e cercare di migliorarla per fare un capitolo anche per gli appalti privati. Insieme alla Regione ci impegneremo affinché trasparenza e legalità siano gli elementi fondanti delle gare d’appalto per sventare sul nascere ipotesi di infiltrazioni malavitose di qualsiasi genere».

Ci sono gruppi della grande distribuzione che hanno lanciato le aperture 24 ore su 24. Che cosa ne pensa?
«Siamo certi che la crisi si affronti aprendo di notte? Credo che sia un modo sbagliato di affrontare il problema. Proviamo a fare un ragionamento e una battaglia culturale su che tipo di modello di sviluppo vogliamo. La crisi ha cambiato i costumi dei consumatori e in alcuni casi è stato un bene perché si sono tagliati tanti sprechi. Però quando vedo i carrelli pieni di pasta penso agli esiti sanitari che avrà questa povertà di ritorno e mi dico che è tutto da ripensare. E non è certo così che vedremo la luce in fondo al tunnel».

La Toscana è terra affacciata sul Mediterraneo così come la Grecia che in questi mesi è stato il simbolo di un’Europa del sud che non trova spazio né voce ai tavoli delle scelte europee. C’è una chance per i Paesi del Mediterraneo?
«Quello che è accaduto in Grecia pone il tema del ripensamento dell’Europa così come è oggi. Non più Europa dei popoli ma della finanza. Anche il sindacato può e deve dire la sua e il prossimo congresso del sindacato europeo, il Ces, dovrà essere il luogo dove ripensare politiche comuni sulla disoccupazione, il precariato e la crisi. E’ un tema che attraversa tutti i Paesi ma soprattutto quelli del Mediterraneo e che ci deve vedere uniti. Presto avremo un incontro con il sindacato tedesco e credo che la loro esperienza in tema di partecipazione ci potrà essere utile. Non voglio dire che alle nostre latitudini si possa pensare a modelli di cogestione aziendale come accade in Germania ma è una possibilità alla quale dobbiamo pensare seriamente. Fare sindacato significa anche fare proposte innovative. Quello che è accaduto a Piombino è un esempio eclatante di un accordo che mette insieme interventi pubblici e privati e che prevede una diversificazione di interventi. I lavoratori ex Lucchini saranno impiegati nella siderurgia ma anche nella logistica e nell’agroalimentare. E’ un modello nuovo ed eccezionale reso possibile non solo dall’attenzione di tutte le istituzioni ma anche da una città che è stata costantemente al fianco dei lavoratori. E’ un modello che ci deve indicare la strada».

Quali sono i rapporti con le altre sigle sindacali? La concertazione è sempre la parola chiave del sindacato?
«Certo. Concertazione o dialogo, tutto passa da lì. In Toscana con le altre sigle ci sono sempre stati rapporti corretti che sono anche il frutto della nostra coesione sociale. Credo che potremo lavorare benissimo insieme come abbiamo fatto fino ad oggi».

Come si augura sia la Toscana tra quattro anni, quando finirà il suo primo mandato?
«Spero che ci potranno essere più occupazione e più diritti per i lavoratori. Certo, le leggi varate di recente non aiutano ma un bel pezzo di lavoro possiamo farlo sulla contrattazione, arginando così il peggio che hanno prodotto. Il mio auspicio che la nostra coesione sociale sia ancora solida come e più di adesso».
Da toscana24.ilsole24ore.com

Creato il: gio 30 lug, 2015 3:38 pm

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