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Lavoro in part time ciclico verticale

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 12, 2021

“Si tratta di un risultato politico importante – spiegano in una nota congiunta -, ottenuto attraverso la mobilitazione di lavoratrici e lavoratori che con iniziative, presidi e tantissimi ricorsi legali negli ultimi anni hanno indotto il Governo ad un intervento risolutivo, che permetterà finalmente ai lavoratori in part-time verticale di poter accedere al pensionamento, considerando tutti gli anni di lavoro al pari degli altri lavoratori”.

Di fatto vengono considerati ai fini del calcolo dell’anzianità contributiva necessaria per acquisire il diritto alla pensione, i periodi di sosta lavorativa, cui sono sottoposte alcune categgorie specifiche, quali per esempio gli addetti alle mense scolastiche, gli assitenti di volo, ecc.

In virtù della norma, più precisamente il numero delle settimane da assumere ai fini pensionistici si determinerà rapportando il totale della retribuzione annuale al minimale contributivo settimanale determinato ai sensi dell’articolo 7, comma 1, del decreto-legge n. 463 del 1983 (minimale settimanale 206,23 euro nel 2020).

Per i contratti di lavoro a tempo parziale terminati prima della data di entrata in vigore della Legge di Bilancio, il riconoscimento dei periodi non interamente lavorati è subordinato alla presentazione di un’apposita domanda dell’interessato corredata da idonea documentazione. “Su questo punto – spiegano Vera Lamonica e Enzo Cigna, rispettivamente membro del Collegio di Presidenza Inca e responsabile del dipartimento Previdenza della Cgil – vigileremo affinché la circolare dell’Inps sia coerente con la novità normativa, consentendo a tutti coloro che hanno svolto periodi di lavoro in part-time verticale, di avere tale riconoscimento.

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