cgil siena

Pubblico impiego: 200mila precari nei settori della sanità e degli enti locali

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 25, 2012

Pubblico impiego: 200mila precari nei settori della sanità e degli enti locali

Prosegue il monitoraggio della CGIL sul fenomeno della precarietà nei settori pubblici, un fenomeno particolarmente radicato nella sanità e negli enti locali. Per la Confederazione si rende necessario “un provvedimento legislativo che proroghi i contratti”
» ASCOLTA: Precari in scadenza: rischio collasso sociale
» Lavoro pubblico: CGIL, esercito di 230mila precari in scadenza
» Scuola: CGIL, governo strabico, pieno sostegno a sciopero FLC

23/11/2012 da www.cgil.it

Il 20 per cento del totale delle persone che lavorano nella sanità e negli enti locali è precario. Sono, infatti, 200mila i lavoratori con contratto precario in questi due segmenti del pubblico impiego, sul milione di persone complessivamente impiegate. Dopo aver lanciato l’allarme sui 230mila precari in scadenza nel pubblico impiego e nella scuola, la CGIL prosegue il suo monitoraggio sul fenomeno della precarietà nei settori pubblici analizzando nel dettaglio come questo fenomeno sia radicato nella sanità e negli enti locali. Una ricognizione per rivendicare “un provvedimento legislativo che proroghi i contratti”, sulla scia di quanto deciso dal governo Prodi nel 2007.

“Se di fatti è una ‘bomba sociale’ il numero di precari in scadenza entro fine anno, non lo è da meno il numero complessivo di precari della Pa”, spiega la CGIL segnalando come una grossa fetta si annidi nella sanità e negli enti locali. Secondo il monitoraggio del sindacato di corso d’Italia, e relativo a dati del 2012, nella sanità si contano circa 60 mila precari su un totale di poco più di 500 mila lavoratori del settore. Lavoratori che, in relazione alle diverse tipologie contrattuali, sono così suddivisi: 30 mila sono i ‘tempi determinati’, 7.500 i Cococo, 5 mila i lavoratori interinali, mille i lavoratori socialmente utili (lsu) mentre 15 mila rientrano nella sezione ‘incarichi di consulenza’. Una voce, quest’ultima, nella quale rientra anche una fetta consistente di finte partite Iva che, a quanto risulta alla CGIL, nella sanità non sono meno di 3 mila persone.

Ma la più grande sacca di precariato si ritrova nel segmento pubblico degli enti locali. Sono infatti 140 mila i precari (su un totale di 500 mila lavoratori impiegati) che, come risulta dall’analisi della CGIL, sono così ripartiti in relazione alle varie forme contrattuali. I tempi determinati sono pari a 46 mila, 18 mila invece gli lsu, 13 mila i cococo e 4 mila gli interinali. Mentre invece ammontano a 55 mila i lavoratori che rientrano nella sezione ‘incarichi di consulenza’. Anche qui, come prima per la Sanità, si annidano almeno 10 mila finte partite Iva.

Il tutto quindi per un totale di poco meno di 200 mila precari in due settori strategici del pubblico impiego e che, sommati, contano nel totale un milione di lavoratori impiegati. Un nuovo allarme per cercare di “risolvere le storture prodotte dalla manovre finanziarie, in primis la finanziaria del 2010 (promossa dall’allora governo Berlusconi e dal ministro Giulio Tremonti) che stabilì la possibilità di rinnovare solo la metà dei contratti precari in scadenza nella Pa”; insieme alla previsione di un taglio netto di posti di lavoro decisa con la Spending Review. Ecco perché la CGIL ribadisce la necessità di “un provvedimento legislativo urgente, sulla linea di quanto fu deciso dal governo Prodi nel 2007, per dare immediata proroga ai contratti di lavoro precari a chi è in servizio da anni e addetto a funzioni fondamentali del sistema pubblico”.

 

Argomenti: CGIL |

Incontro in Regione per la RCR

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 23, 2012

Oggi, 23 novembre 2012, la RSU dell’azienda RCR e le Organizzazioni Sindacali FILCTEM CGIL, FEMCA CISL e UILCEM UIL si sono incontrate, convocate dalla Regione Toscana, con l’Assessore regionale Simoncini, l’Assessore della Provincia di Siena Scarpelli ed il Sindaco di Colle di Val d’Elsa Brogioni.

Questo importante incontro è servito per illustrare alle Istituzioni l’attuale situazione della RCR.

Da parte della RSU e delle Organizzazioni Sindacali è emersa la chiara necessità di vedere garantita una soluzione definitiva ai problemi economici che da tempo attraversa l’Azienda.

La RSU e i Sindacati sottolineano, vista la decisione da parte dell’Azienda di mettere in CIGS 250 lavoratrici e lavoratori entro la fine dell’anno per il rifacimento del forno 5 e per motivi prettamente economici, che l’Azienda deve prendere atto del sacrificio che si ripercuote ormai da troppo tempo su tutte le maestranze e che per il futuro RCR deve trovare soluzioni che possano garantire risorse economiche per una maggiore stabilità occupazionale e conseguentemente continuità aziendale.

RSU RCR, FILCTEM CGIL, FEMCA CISL e UILCEM UIL di Siena

Siena, 23 novembre 2012

Argomenti: aziende, FILCTEM, valdelsa |

Patronato INCA CGIL: “NO agli sprechi, SI’ alla tutela”

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 23, 2012

Argomenti: INCA, patronato |

La FLC CGIL conferma lo sciopero nazionale dei lavoratori della scuola del 24 novembre

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 23, 2012

non_si_piegano_rid_01A seguito della revoca dello sciopero del 24 novembre  da parte di CISL, UIL E SNALS, la FLC CGIL, al contrario, ne conferma la proclamazione poiché non ritiene sia stata proposta o data soluzione da parte del governo alle criticità espresse dalle assemblee unitarie svolte nei giorni scorsi. Ritiene altresì che le risorse debbano essere trovate al di fuori dei comparti della conoscenza, già massacrati da anni di tagli e pseudoriforme, e non diminuendo quei fondi con i quali è ancora possibile mantenere alta l’offerta formativa e viva l’autonomia della scuola.
La proposta di  tagliare di un terzo, pari a 384 milioni di euro, il fondo di scuola per pagare gli scatti scritto nell’atto di indirizzo per l’avvio di una apposita sessione negoziale è irricevibile. Non è una soluzione, ma il gioco delle tre carte. L’onere del pagamento si scarica sui lavoratori che dovranno rinunciare a una parte del loro salario accessorio. Pertanto, permanendo le motivazioni  della mobilitazione, conferma lo sciopero generale della scuola e la manifestazione nazionale a Roma, in Piazza Farnese alle 10.00.

Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL, del 22/11/2012 Continua a leggere questo articolo »

Argomenti: FLC, manifestazioni, scioperi, scuola |

Camusso: sulla produttività s’è persa un’occasione

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 22, 2012

Camusso: sulla produttività s’è persa un’occasione

“L’intesa è coerente con la politica del Governo che scarica sui lavoratori i costi e le scelte per uscire dalla crisi. Si è persa un’occasione”. Il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, ha commentato così l’accordo sulla produttività durante una conferenza stampa convocata in corso d’Italia subito dopo l’incontro a palazzo Chigi
» ASCOLTA: Produttività, la CGIL la pensa così

21/11/2012 da www.cgil.it

“Se dovessi definire il clima di questa sera la parola che mi viene in mente è imbarazzo”. Lo ha detto il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, a proposito dell’incontro sulla produttività a Palazzo Chigi. “Credo che fosse evidente a tutti – ha spiegato Camusso – che si stava consumando una scelta che non determina ne’ risultati positivi ne’ spinte propulsive. Abbiamo sentito da più ministri appelli a una soluzione unitaria” che “hanno più il segno di un imbarazzo che non di una volontà effettiva di provare a costruire soluzioni unitarie”.

”Le soluzioni unitarie si costruiscono, non si aderisce a posteriori, quando il tentativo numerose volte fatto di trovare una soluzione è stato respinto”, ha precisato il Segretario Generale della CGIL. L’accordo così come è stato costruito produrrà soprattutto un abbassamento dei salari, che poi è “il punto più critico” dell’accordo stesso.

Riferendosi al Governo e in particolare al Presidente del Consiglio, Susanna Camusso ha detto che Monti è legittimato a sperare quel che vuole”, ma il tema è “se si vuole decidere in questo ultimissimo scorcio della legislatura di provare a dare risposte al lavoro o se si continua a pensare che risposte non ce ne sono”. “Le rotture non si risolvono con gli auspici – ha aggiunto il Segretario Generale – ma con le regole della democrazia e della rappresentanza. Sul tema degli auspici potremmo continuare all’infinito: tutto il Paese spera in una politica che non continui ad alimentare la recessione”. E invece, di nuovo, l’accordo sulla produttività aumenta la recessione e scarica i costi sulla parte più debole del Paese.

Riproponiamo qui di seguito il documento del Segretario Generale della CGIL fatto circolare nei giorni scorsi prima dell’incontro con il Governo


Il testo che le controparti hanno sottoposto al giudizio e alla firma delle organizzazioni sindacali dal titolo “linee programmatiche per la crescita della produttività e della competitività in Italia” contiene elementi non condivisibili.

La CGIL considera non esaurito il confronto, in particolare sul salario, sulla democrazia e sulle normative contrattuali. Il lungo confronto ha determinato, rispetto alle prime stesure, e grazie alla determinazione della CGIL, anche elementi d’avanzamento nella difesa della condizione delle persone e, proprio per questo, il negoziato merita la prosecuzione.

Il giudizio della CGIL resta negativo su alcune parti sostanziali del testo proposto, ritenendo che la scelta del Governo e delle controparti di considerare le condizioni di lavoro l’unica variabile della produttività su cui agire, ha fin dall’inizio segnato negativamente il negoziato, rendendo così la produttività da scelta strategica per lo sviluppo del Paese a riduzione del reddito dei lavoratori e delle lavoratrici.

Nel merito del testo. Continua a leggere questo articolo »

Argomenti: CGIL |

25 novembre: “Giornata Mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne”

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 21, 2012

25 novembre: “Giornata Mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne”

L’adesione della CGIL di Siena 

Domenica 25 novembre sarà la Giornata Mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne, data scelta dalle Nazioni Unite nel 1999 per ricordare le sorelle Mirabal, tre dissidenti politiche della Repubblica Dominicana brutalmente uccise nel 1960 per ordine del dittatore Trujillo.

Se in quel caso il nemico era “conosciuto”, oggi la maggior parte delle violenze nei confronti delle donne viene addirittura perpetrata da parte di familiari, tra le mura domestiche: si stima che in Italia il 76% avvenga proprio in questo contesto, dove invece di trovare amore e sicurezza si annida l’inferno ed il peggior nemico! Ogni anno assistiamo ad un bollettino di guerra: 127 donne uccise nel 2010, 137 nel 2011, già 102 nel 2012. Non si può più accettare tutto ciò, la violenza sulle donne è una sconfitta di tutti!

Proprio per questo abbiamo bisogno di non dimenticare, di agire e di coinvolgere, troppe sono ancora le denunce non effettuate, troppi i limiti che esistono, non ultimi quelli causati dalla crisi incessante, come la perdita del lavoro e il conseguente venir meno dell’autonomia economica, che portano a sopportare anche le peggiori angherie, salvo accorgersi della gravità della situazione quando ormai è troppo tardi.

Le donne e gli uomini della Cgil di Siena dicono BASTA e vogliono che questo non sia considerato solo un problema femminile, proprio per evitare che diventi una sconfitta per tutte e tutti. La Cgil di Siena metterà in campo tutte le azioni necessarie per contribuire a far vivere le donne libere e sicure. Per far crescere la consapevolezza dell’opinione pubblica su questo delicato tema, verrà apposto uno striscione nella sede senese del sindacato.

CGIL Siena

Siena, 21 novembre 2012

Argomenti: CGIL, donne |

24 novembre: i lavoratori della scuola si fermano e manifestano a Roma

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 20, 2012

Sciopero 24 novembre 2012: la scuola si ferma e manifesta a Roma

Non siamo più disponibili a subire i tagli alla scuola e all’istruzione pubblica. Le scelte politiche del Governo Monti e del Ministro Profumo assestano un ulteriore duro colpo alla qualità dell’offerta formativa, al diritto al sapere per tutti, alle condizioni salariali e contrattuali dei lavoratori a partire dal mancato ripristino degli scatti di anzianità. Si continuano a ridurre gli organici negando il lavoro e le prospettive di stabilizzazione ai precari mentre si procede con un concorso inutile e costoso. Vengono ulteriormente ristretti gli spazi di democrazia e frammentato il sistema nazionale d’istruzione con la legge di riforma degli organi collegiali. Le lotte degli studenti e dei lavoratori della scuola pongono la necessità di cancellare le politiche di austerità che stanno allargando le disuguaglianze e umiliando una intera generazione che è esclusa dal lavoro e dal diritto allo studio. Non lasceremo soli quei ragazzi e deve essere chiaro a tutti che, nel garantire la protesta pacifica, serve il rispetto della legalità e della democrazia.

Per la difesa della scuola pubblica il 24 novembre sciopero e manifestazione in Piazza del Popolo a Roma dalle ore 10 alle 13.

Pullman con partenza dalla provincia di Siena (prenotazioni allo 0577-2541 entro le ore 12.00 di giovedì 22 novembre): POGGIBONSI (Bar Cavallino Loc. Salceto) ore 6,00 / COLLE DI VAL D’ELSA (RCR) ore 6,20 / SIENA (Fontebecci) ore 6,40 / SINALUNGA (I Gelsi) ore 7,20 / BETTOLLE (casello autostradale) ore 7,40 / MONTEPULCIANO (autogrill) ore 8,00 / CHIUSI (Querce al Pino) ore 8,20

Argomenti: FLC, manifestazioni, scioperi, scuola |

‘LAVORO.IT’: il programma tv/web della CGIL Siena. Domani la seconda puntata

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 20, 2012

A “Lavoro.It” si parla della vertenza al Monte dei Paschi di Siena, dell’accorpamento delle Province e della crisi del settore costruzioni

Il programma realizzato dalla Cgil senese in onda in televisione e su YouTube

Nella seconda puntata di “Lavoro.It” – il programma tv e web curato da Juri Guerranti e dalla Cgil senese per raccontare il mondo del lavoro e sindacale – si parlerà di Monte dei Paschi di Siena, dell’accorpamento delle Province, di crisi economica e di vertenze.

Nella rubrica “La voce della Cgil” il segretario del sindacato senese Claudio Guggiari farà il punto sulla delicata vertenza sindacale in corso tra i vertici di Banca Mps e i sindacati, oltre che sul tema caldissimo dell’accorpamento della Provincia di Siena con Grosseto. Su queste due importanti questioni ascolteremo quindi la posizione della Cgil.

A seguire, nella seconda parte della puntata, nella rubrica “Per la tua tutela”, Rosanna Belfiore descriverà il funzionamento dell’ufficio Vertenze, impegnato quotidianamente a dare assistenza contrattuale e legale agli iscritti e non solo.

Nella terza parte della trasmissione, con “Diario della crisi”, si parlerà del settore delle costruzioni, ormai da 4 anni in ginocchio, con una perdita occupazionale, che nella sola provincia di Siena, si attesta su circa duemila unità. Sarà Fabio Seggiani, segretario generale Fillea Cgil di Siena ad illustrare la difficile situazione in cui versa il settore, che spazia dall’edilizia al legno, dai lapidei ai laterizi.

La puntata sarà trasmessa da Tv9 (canale 16 del digitale terrestre) mercoledì 21 novembre alle ore 19.20, con repliche i due lunedì successivi alle ore 13.20, e il mercoledì della settimana successiva (alle ore 19.20). Il format è anche visibile online collegandosi al seguente indirizzo: www.youtube.com/user/lavoropuntoit

Argomenti: CGIL |

CGIL, il documento sulla produttività non convince. Il confronto rimane aperto

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 19, 2012

CGIL, il documento sulla produttività non convince. Il confronto rimane aperto

Il giudizio della CGIL resta negativo su alcune parti sostanziali del testo proposto, ritenendo che la scelta del Governo e delle controparti di considerare le condizioni di lavoro l’unica variabile della produttività su cui agire, ha fin dall’inizio segnato negativamente il negoziato

 19/11/2012 da www.cgil.it

Il testo che le controparti hanno sottoposto al giudizio e alla firma delle organizzazioni sindacali dal titolo “linee programmatiche per la crescita della produttività e della competitività in Italia” contiene elementi non condivisibili.

La CGIL considera non esaurito il confronto, in particolare sul salario, sulla democrazia e sulle normative contrattuali. Il lungo confronto ha determinato, rispetto alle prime stesure, e grazie alla determinazione della CGIL, anche elementi d’avanzamento nella difesa della condizione delle persone e, proprio per questo, il negoziato merita la prosecuzione.

Il giudizio della CGIL resta negativo su alcune parti sostanziali del testo proposto, ritenendo che la scelta del Governo e delle controparti di considerare le condizioni di lavoro l’unica variabile della produttività su cui agire, ha fin dall’inizio segnato negativamente il negoziato, rendendo così la produttività da scelta strategica per lo sviluppo del Paese a riduzione del reddito dei lavoratori e delle lavoratrici.

Nel merito del testo.

La CGIL continua a ritenere che il CCNL debba avere la funzione di tutelare il potere d’acquisto delle retribuzioni dell’insieme dei lavoratori e delle lavoratrici di ogni singolo settore, incrementando i minimi tabellari che determinano anche le relative incidenze, mentre il secondo livello (che attualmente riguarda meno del 30% del lavoro dipendente) deve aggiungere risorse legate alla produttività nell’impresa. Per questo abbiamo proposto una formulazione diversa del testo per rendere esplicita la separazione tra i due livelli:

– la garanzia del potere d’acquisto da attuarsi nei rinnovi contrattuali;

– l’introduzione di un altro elemento distinto, che scatterebbe laddove non vi sia la contrattazione aziendale.

Invece la soluzione presente nel testo considera l’indicatore IPCA -già non esaustivo del recupero del potere d’acquisto- indicatore onnicomprensivo del primo e secondo livello di contrattazione. In questo modo si andrebbe alla differenziazione dei minimi salariali e alla riduzione della protezione del potere d’acquisto delle retribuzioni.

Questa scelta ha un ulteriore effetto recessivo, visto il già presente impoverimento delle retribuzioni e relative contrazioni dei consumi, e perde l’effetto di incentivazione della produttività a fronte di fattori organizzativi e di investimenti che le rendessero disponibili.

La scelta operata dopo l’accordo separato del 2009 con la stagione contrattuale successiva ha recuperato, in parte, una stagione unitaria e, in quei casi, ha determinato nei rinnovi contrattuali, la tutela del potere d’acquisto e l’incentivazione del secondo livello. Nel momento in cui si vuole affrontare un nuovo intervento sul modello contrattuale, non solo è sbagliato non costruirlo unitariamente, ma tutta l’attenzione avrebbe dovuto porsi rispetto alle categorie più deboli, quali ad esempio quelle che operano in regime di appalti, settori nei quali diminuiscono le retribuzioni e si disdicono gli accordi aziendali di secondo livello.

Per questo fin dall’inizio del confronto, per evitare anche gli errori del 2009, abbiamo posto, a premessa del negoziato, il tema della democrazia e della rappresentanza in termini applicativi del 28 giugno 2011 con Confindustria ed estensivi per le altre Associazioni d’impresa.

A distanza di più di un anno della sottoscrizione con Confindustria questa era un’occasione utile per determinare un avanzamento nella sua reale applicazione attraverso l’esplicitazione delle modalità con cui certificare la misurazione del numero degli iscritti ed iscritte ad ogni singola organizzazione sindacale (tramite convenzione con l’INPS) e la modifica nelle modalità di elezione delle Rappresentanze Sindacali Unitarie che deve avvenire su base esclusivamente proporzionale ai voti raccolti da ogni organizzazione, al fine di poter determinare -sulla base di questi due elementi- la reale rappresentatività di ogni organizzazione. Tale misurazione ha anche lo scopo – anch’esso previsto dal 28/6 ma non ripreso nel testo attuale – di determinare la titolarità di ogni organizzazione a stare ai tavoli di trattativa contrattuale, laddove un’organizzazione rappresenti più del 5% del totale. Ed è su questa base che la CGIL ha posto il tema di superare il “vulnus democratico” per quanto riguarda il tavolo del negoziato contrattuale dei meccanici. È evidente che la possibilità di partecipare al tavolo della FIOM-CGIL non determina di per sé la possibilità di concludere unitariamente il rinnovo contrattuale, ma ripristina il diritto- dovere di un’organizzazione sindacale di rappresentare tutti e tutte coloro che, tramite iscrizione o voto, l’hanno delegata.

Così come nel 2011 lo spostamento del peso della contrattazione sul secondo livello ha comportato l’introduzione e la definizione di procedure democratiche, anche al fine dell’esigibilità degli accordi, ora che si vuole il ridisegno del modello contrattuale con materie proprie del primo e del secondo livello, è quanto mai necessario definire la cornice di regole democratiche per l’insieme dei lavoratori e delle lavoratrici.

Infine il punto 7 del testo, seppur migliorato rispetto alle iniziali richieste delle controparti, determina la forte preoccupazione che vi sia la volontà di intervenire peggiorando le condizioni dei lavoratori. Un esempio per tutti riguarda la materia del demansionamento, laddove, anche a fronte di modifiche legislative in materia di età pensionabile, si ritiene che nella contrattazione e/o con una legislazione di sostegno si possa intervenire per una riduzione della qualifica professionale, con relativa riduzione della retribuzione. Sostanzialmente da una parte si plaude alla riforma delle pensioni come necessaria per tenere in equilibrio i conti pubblici, dall’altra sulle stesse persone si produce un ulteriore danno non solo nella retribuzione ma anche nel riconoscimento della professionalità.

Sempre nello stesso punto si fa implicito riferimento alla possibilità di modificare l’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori che vieta il controllo a distanza della prestazione lavorativa, in ragione delle nuove tecnologie, che già per lo Statuto è materia propria della contrattazione aziendale.

In materia di bilateralità, pur avendo accolto una richiesta avanzata dalla CGIL che prevede che l’eventuale detassazione del sistema di welfare parta dalla previdenza complementare, in quanto forma che raccoglie una platea più ampia di lavoratori e lavoratrici, resta sostanzialmente invariato il capitolo, laddove si prevede la possibile detassazione anche sui sistemi di welfare aziendale oltre che nazionale, prevedendo per questa via una ulteriore divaricazione tra coloro che godono di un sistema di protezione e coloro che ne sono privi, oltre che rischiare di sancire il principio che prestazioni pubbliche, quali la sanità e il welfare, possano trovare forme complementari a minor costo solo per una parte di popolazione, o sottraendo risorse pubbliche a beneficio di tutti e tutte. Inoltre è del tutto discutibile che la strada scelta dell’incentivazione dei premi di produttività, attraverso la defiscalizzazione, possa essere riprodotta per qualunque materia contrattuale.

Sulla base di queste brevi considerazioni la CGIL ha provato nella giornata di venerdì scorso ad evidenziare alle associazioni imprenditoriali le ragioni di merito del dissenso, auspicando di poter proseguire il confronto ed evitando così di far precipitare la situazione in un accordo sindacale separato, che continuiamo anche oggi a ritenere non sia positivo per nessuno. La decisione di inviare un testo conclusivo del negoziato riteniamo sia un errore e per quel che riguarda la CGIL si ribadisce la volontà di proseguire tenacemente la ricerca e si sottolinea che tutte le materie lì indicate debbono tradursi in accordi nei singoli settori delle categorie.

Ulteriore ragione per determinare regole democratiche, perché tutto ciò non infici i rinnovi contrattuali aperti e perché non si determini, in nome e per conto del Governo, una nuova stagione di divisione.

Argomenti: CGIL |

Produttività: i cinque nodi. Lettera di Susanna Camusso alle imprese

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 19, 2012

Produttività: i cinque nodi. Lettera di Susanna Camusso alle imprese

Il Segretario Generale della CGIL scrive a tutte le associazioni delle imprese italiane per provare “sinteticamente a riassumere le valutazioni di un confronto che è nato male, non tiene conto delle relazioni sindacali e di svolgimento della stagione contrattuale, proposto dal Governo che continua per contro a non attivare politiche per la crescita”, come scritto nella lettera. I punti critici e i nodi da sciogliere. Sarebbe molto grave se si producesse una nuova rottura

16/11/2012 da www.cgil.it

Di seguito riportiamo il testo della lettera che il segretario Generale della CGIL Susanna Camusso ha scritto ai presidenti delle associazioni delle imprese che siedono al tavolo sulla produttività.

Nella lettera si segnalano i punti critici della trattativa sui quali trovare un soluzione.

 Al Presidente di Confindustria

Al Presidente di ABI

Al Presidente di Rete Imprese Italia

Al Presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane

Al Presidente di ANIA

e p.c. Segretario Generale CISL

Segretario Generale UIL

Roma, 16 novembre 2012

Gentili Presidenti,

la CGIL ritiene utile e necessario formalizzare i problemi ancora aperti nel negoziato cosiddetto “sulla produttività”, a nostro avviso non risolti dalle risposte ricevute nell’incontro della settimana scorsa.

Proviamo sinteticamente a riassumere le valutazioni di un confronto che è nato male, non tiene conto delle relazioni sindacali e di svolgimento della stagione contrattuale, proposto dal Governo che continua per contro a non attivare politiche per la crescita.

Il sistema di relazioni attuale è ancora caratterizzato da un modello contrattuale agito sulla base di accordi separati e dalla faticosa ricomposizione di una parte dei tavoli contrattuali di categoria.

Per questo l’accordo interconfederale del 28 giugno 2011 con Confindustria ha rappresentato e rappresenta una positiva evoluzione del quadro; un accordo che pone al centro la democrazia e la rappresentanza, la contrattazione di secondo livello e la sua esigibilità.

Non casualmente quell’accordo ripropone il tema della strutturalità degli interventi fiscali a sostegno dei premi di produttività.

Fin dall’esordio del confronto in materia di “produttività” abbiamo proposto il tema della democrazia e rappresentanza, come necessità per un ordinato sistema di relazioni, ancor più indispensabile nella difficile e prolungata situazione di crisi.

Un avanzamento, quindi, dell’accordo del 28 giugno, senza rinvii, almeno sui criteri della convenzione per la certificazione degli iscritti nonché del voto dei rappresentanti in forma proporzionale delle RSU, recuperando così l’anno già trascorso dalla sottoscrizione dell’accordo. Tutto ciò permetterebbe la riparazione di un vulnus all’accordo stesso, determinato dall’esistenza di un tavolo contrattuale

-quello di Federmeccanica- dove non partecipa la nostra organizzazione di categoria. Ciò sarebbe facilmente affrontabile con la convocazione della FIOM CGIL ai prossimi incontri programmati.

La determinazione di una politica salariale più orientata alla produttività, tema da tempo presente nella contrattazione, deve trovare una sua composizione con la tutela del potere di acquisto, funzione essenziale del contratto nazionale di lavoro che trova espressione nei minimi contrattuali. Tema ancor più rilevante in presenza della crisi, della diminuzione dei consumi e di un’assenza di politica dei redditi.

Più volte abbiamo affrontato il tema delle risorse, della loro strutturalità, delle quantità, senza per altro trovare riscontro nella discussione parlamentare in atto. Questo continua a rendere sconcertante, oltre che a nostro avviso sbagliato, che si propongano nel testo ulteriori forme di defiscalizzazione degli istituti quali quelli della bilateralità, senza neanche l’attenzione ad individuare l’unico istituto universale quale quello della previdenza complementare.

Analogo ragionamento vale per la “partecipazione” che vede le parti sociali escluse dal confronto sulla delega del Governo. In una stagione di ristrettezze di risorse, l’individuazione delle priorità dovrebbe essere attenzione di tutti.

Infine grande preoccupazione continuiamo ad esprimere, non sull’idea che la contrattazione si riappropri di materie oggi soggette alla legislazione, ma che si indirizzi tutto ciò a determinare condizioni differenti e a nostro avviso peggiorative, per ovviare a guasti legislativi (demansionamento) o a riduzione di diritti (controllo a distanza).

I temi sopra indicati sono ovviamente aspetti non marginali o lessicali del testo, ma di sostanza delle relazioni.

Dopo il 2009, che introdusse una rottura nel momento in cui la crisi iniziava a dispiegare i suoi effetti, ci parrebbe grave che una nuova rottura si producesse mentre ci apprestiamo ad affrontare un 2013 ancor più pesante nei suoi effetti sul lavoro e sulle imprese, di quanto già visto nei quattro anni di crisi alle nostre spalle.

Per questo vi riproponiamo le nostre valutazioni e le nostre proposte, nell’ esercizio di responsabilità che la stagione richiede e che la CGIL ha sempre praticato.

Distinti saluti

per la CGIL, Susanna Camusso

Argomenti: CGIL |

« Articoli Precedenti Articoli Successivi »