GIOVEDI’ 10 MAGGIO SCIOPERO PROVINCIALE
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 24, 2012
Argomenti: CGIL, presidio, scioperi |
Colle di Val d’Elsa: i sindacati contro la vendita della farmacia comunale
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 23, 2012
Le Organizzazioni Sindacali FP CGIL, CISL FP, Confederazione COBAS e la RSU dell’Azienda Speciale Multiservizi del Comune di Colle di Val d’Elsa sono state informate dell’intenzione dell’Amministrazione Comunale di Colle di Val d’Elsa di vendere la farmacia comunale 1, situata in via Don Minzoni.
A seguito di tale comunicazione la RSU ha chiesto un incontro con il Sindaco, poichè la vendita della farmacia comunale farà inevitabilmente diminuire le entrate dell’Azienda con ripercussioni conseguenti su tutti i servizi, anche di carattere occupazionale, oltre a ridurre le funzioni e le attività per le quali la Multiservizi è stata costituita.
L’Amministrazione Comunale, ancor prima di incontrare la RSU, ha inserito all’o.d.g. del Consiglio Comunale del 26 aprile 2012 la delibera riguardante la vendita della farmacia 1.
FP CGIL, CISL FP, Confederazione COBAS e RSU stigmatizzano questo inqualificabile comportamento dell’Amministrazione Comunale, proclamano lo stato di agitazione di tutti i lavoratori della Multiservizi riservandosi di intraprendere le iniziative opportune per tutelare l’erogazione del servizio, i diritti dei lavoratori ed i posti di lavoro e, contestualmente, chiedono un incontro con il Prefetto e con il Sindaco di Colle di Val d’Elsa.
Le Organizzazioni Sindacali e la RSU rilevano altresì la scarsa trasparenza della dirigenza dell’Azienda Speciale Multiservizi, che aveva loro comunicato, nell’incontro del 12 aprile, che era in corso una perizia sulla farmacia e che la vendita era soltanto un’ipotesi e non, come si è constatato, una decisione ormai assunta.
FP CGIL, CISL FP, Confederazione COBAS e RSU Azienda Speciale Multiservizi
Colle di Val d’Elsa, 23 aprile 2012
Crisi: CGIL, a marzo è boom di CIG, 455 mila in cassa
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 23, 2012
Crisi: CGIL, a marzo è boom di CIG, 455 mila in cassa
Per l’Osservatorio CIG del dipartimento Settori Produttivi della CGIL si tratta del “peggior dato degli ultimi 10 mesi. -2mila euro in busta paga” » Rapporto CIG aprile 2012 – Causali aziende CIGS aprile 2012
» Il diario delle mobilitazioni – Le mobilitazioni di lunedì 23
» Tavoli aperti al Ministero » Le crisi della settimana: dall’Eni di Gela alla Sirti
21/04/2012 da www.cgil.it
Esplode la richiesta di ore di Cassa integrazione a marzo. Con poco meno di 100 milioni di ore è il peggiore risultato degli ultimi dieci mesi, riportando così la lancetta della crisi produttiva a maggio dello scorso anno. Le 99.722.546 ore registrate lo scorso mese segnano un incremento consistente su febbraio pari ad un +21,63%, mentre da inizio anno il monte ore complessivo è pari a 236.692.010 per un +2,10% sullo stesso periodo del 2011. Dietro questa mole di ore sono coinvolti oltre 455 mila lavoratori che hanno subito un taglio del reddito per circa 908 milioni di euro, pari a 1.900 euro per ogni singolo lavoratore. Sono questi i dati che emergono dalle elaborazioni delle rilevazioni Inps da parte dell’Osservatorio CIG del dipartimento Settori produttivi della CGIL Nazionale nel rapporto di marzo.
Numeri che incidono nel tessuto sociale e produttivo del Paese: “Ci sono lacerazioni sempre più profonde dietro lo stillicidio quotidiano di dati drammatici, dall’esercito di cinque milioni di persone in cerca di un lavoro che non trova al pesantissimo tonfo degli ordinativi nell’industria, fino ai spaventosi dati sulla cassa”, osserva il Segretario confederale della CGIL, Vincenzo Scudiere, secondo il quale: “Il sistema produttivo si è avviluppato in una crisi profondissima, con il rischio di un inesorabile declino”. Ecco perché, aggiunge, “le chiacchiere stanno a zero: bisogna far ripartire l’economia con azioni concrete e va salvaguardata l’occupazione e allargarla ai giovani. E’ il lavoro il vero patrimonio da tutelare in questo Paese”.
Dati CIG marzo – Nel dettaglio dell’analisi della CGIL, il ricorso alla Cassa integrazione ordinaria (CIGO) torna a crescere considerevolmente a marzo attestandosi ad un +12,83% sul mese precedente per un monte ore pari a 28.376.553. Nei primi tre mesi del 2012 il totale delle ore di cigo è stato pari a 73.824.858 con un aumento sullo stesso periodo dello scorso anno del +21,79%. Nel rapporto si legge: “La cigo aumenta in tutti i settori tranne l’edilizia che ‘compensa’ negativamente con la richiesta di ore in crescita per la cassa straordinaria e quella in deroga”.
In forte aumento la richiesta di ore anche per la Cassa integrazione straordinaria (CIGS) dove il monte complessivo registrato a marzo è stato pari a 33.733.721 per un +30,93% su febbraio. Le ore registrate in questi tre mesi del 2012 (80.899.375) segnano un -14,65% sullo stesso periodo dell’anno passato. “Professionisti, artisti, scuole private, istituti di vigilanza, case di cura private, e altro ancora: sono queste le attività che sopportano il 51% del totale delle richiese di cigs. Mentre il commercio al minuto subisce una richiesta sostenuta sul mese precedente del +103,34%”, spiega il rapporto.
Infine la cassa integrazione in deroga (CIGD) con le sue 37.612.272 ore di marzo aumenta consistentemente sul mese precedente del +21,04%, così come il dato del periodo gennaio-marzo, pari a 81.967.777 ore autorizzate, segna un +7,27% sullo stesso trimestre del 2011. I settori che presentano un maggiore volume di ricorso alla CIGSin questi tre mesi sono quello del commercio con 29.551.967 ore (+28,37%) – pari al 36% del totale delle ore di cigd – e il meccanico con 16.264.584 (-28,67%). Le regioni maggiormente esposte con la cassa in deroga da inizio anno sono la Lombardia con 15.656.157 ore, il Lazio con 9.783.411 ore e l’Emilia Romagna con 8.948.556.
Causali di CIGS – In diminuzione anche a marzo il numero di aziende che fanno ricorso ai decreti di cigs. Da gennaio sono state 1.382 per un -32,02% sullo stesso periodo del 2011 e riguardano 2.376 unità aziendali (-21,01%). Diminuisce il ricorso per crisi aziendale (754 decreti per un -41,91%) ma rappresenta il 54,56% del totale dei decreti, così come frena il ricorso al fallimento (93 domande per un -32,61%). Infine aumentano sensibilmente le domande di ristrutturazione aziendale (68 per un +36%), pari al 4,92% del totale, e sono consistenti anche le domande di riorganizzazione aziendale (72 per +12,50%), ovvero il 5,21% del totale. Insomma, sottolinea il rapporto, “i percorsi di reinvestimento e di rinnovamento strutturale migliorano ma continuano ad essere una percentuale bassa”, solo il 10,13% del totale dei decreti.
Regioni – Le regioni del nord si segnalano ancora una volta per il ricorso più alto alla cassa integrazione. Dal rapporto della CGIL emerge che al primo posto per ore di Cassa integrazione autorizzate a febbraio c’è la Lombardia con 58.203.451 ore che corrispondono a 111.930 lavoratori (prendendo in considerazione le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il Piemonte con 26.146.785 ore di CIG autorizzate per 50.282 lavoratori e il Veneto con 22.606.462 ore per 43.474 persone. Nelle regioni del centro c’è il Lazio con 20.821.282 ore che coinvolgono 40.041 lavoratori. Mentre per il Mezzogiorno è la Puglia la regione dove si segna il maggiore ricorso alla cig con 12.817.598 ore per 24.649 lavoratori.
Settori – E’ la meccanica il settore in cui si conta a marzo per l’ennesima volta il ricorso più alto allo strumento della cassa integrazione. Secondo il rapporto della CGIL, infatti, sul totale delle ore registrate a febbraio, la meccanica pesa per 74.837.716, coinvolgendo 143.919 lavoratori (prendendo come riferimento le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il settore del commercio con 35.871.433 ore di cig autorizzate per 68.984 lavoratori coinvolti e l’edilizia con 22.994.555 ore e 44.220 persone.
Occupazione e lavoratori in CIG – A marzo, considerando un ricorso medio alla CIG, pari cioè al 50% del tempo lavorabile globale (7 settimane), sono coinvolti 910.354 lavoratori in CIGO, CIGS e in CIGD. Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 13 settimane lavorative, si determina un’assenza completa dall’attività produttiva per 455.177 lavoratori, di cui 155 mila in cigs e 157 mila in cigd. Continua così a calare il reddito per migliaia di cassintegrati: dai calcoli dell’Osservatorio CIG, si rileva come i lavoratori parzialmente tutelati dalla CIG abbiano perso nel loro reddito 907.600.000 euro, pari a 1.900 euro per ogni singolo lavoratore.
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CGIL: il testo del documento conclusivo approvato ieri dal Comitato Direttivo
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 20, 2012
CGIL: il testo del documento conclusivo approvato ieri dal Comitato Direttivo
Dopo oltre quattro anni di crisi, l’Italia è un Paese impoverito con tassi di disoccupazione crescenti. Le politiche scelte dall’Europa e tradotte dal nostro Paese determinano un ciclo recessivo che aggrava ulteriormente la situazione e non permette di vedere un’uscita dalla crisi
» Il diario delle mobilitazioni 20/04/2012 da www.cgil.it
Dopo oltre quattro anni di crisi, l’Italia è un Paese impoverito con tassi di disoccupazione crescenti. Le politiche scelte dall’Europa e tradotte dal nostro Paese determinano un ciclo recessivo che aggrava ulteriormente la situazione e non permette di vedere un’uscita dalla crisi.
Le politiche europee, esclusivamente legate al controllo dei debiti sovrani, sono l’opposto di una scelta di crescita. Decisioni per liberare risorse finalizzate agli investimenti (TTF Eurobond) sono improcrastinabili, in assenza di questo sono l’eurozona e la sua moneta ad essere sempre più in difficoltà.
I patti europei assunti dal Governo determinano una strada molto stretta e difficile per salvaguardare politiche di crescita, ma se non vengono intraprese la situazione del Paese diverrà intollerabile.
Il Governo, che si era presentato all’insegna di rigore, crescita, equità, ha invece realizzato provvedimenti non equi e senza crescita, che hanno determinato un peggioramento delle condizioni di vita e di reddito dei lavoratori e dei pensionati generando un forte e crescente disagio sociale.
La stessa politica fiscale ha determinato un crescente prelievo sul lavoro, sulle pensioni e sulle famiglie senza alcuna equità distributiva, mentre bisognerebbe agire sulle rendite e sulle grandi ricchezze.
Le politiche di nuovo riproposte nel DEF e nel PNR, che indicano nelle riforme strutturali la fonte della futura crescita, non determinano nessuna inversione di tendenza e negano l’obiettivo principale ovvero creare lavoro.
Cambiare questa politica è l’obiettivo fondamentale per la CGIL. Redistribuzione fiscale, contrasto all’evasione e al sommerso, lotta alla corruzione, piano per il Lavoro, nuovo welfare in funzione dello sviluppo e allentamento del Patto di Stabilità sono le proposte necessarie ed urgenti per determinare una prospettiva di uscita dalla crisi.
A tal proposito è positivo che CISL e UIL, nei loro rispettivi organismi, abbiano discusso di una mobilitazione unitaria con questi obiettivi.
La segreteria della CGIL, su mandato del CD, proporrà a CISL e UIL di riunire le segreterie unitarie per concretizzare una piattaforma e le conseguenti iniziative di mobilitazione.
Le scelta del Governo di abbandonare il confronto con le parti sociali sul mercato del lavoro, per ripetere lo schema della riforma pensionistica con l’aggravante della volontà, fallita, di isolare la CGIL, è una scelta sbagliata che si dimostra di giorno in giorno più miope.
Il Governo, dopo essersi presentato come il paladino dei giovani, della riduzione della precarietà e dell’universalità degli ammortizzatori sociali, produce un disegno di legge che tradisce quegli obiettivi.
L’enfasi del Governo sull’art. 18, ovvero sui licenziamenti facili, si è invece tradotta nel primo vero passo indietro del Governo stesso.
L’iniziativa della CGIL, la forte mobilitazione di lavoratori, lavoratrici e pensionati, ha costruito le condizioni per una mediazione politica che ha reintrodotto il reintegro per i licenziamenti economici individuali e collettivi, ricostruendo l’effettuo di deterrenza e ripristinando un principio di civiltà giuridica.
Il mantenimento dell’onere della prova in capo alle aziende e la definizione della procedura di conciliazione che può determinare un effettivo ruolo della rappresentanza sindacale, insieme al reintegro, rappresentano un primo importante risultato, come già indicato nel documento della Segreteria.
E’ essenziale oggi, che lo squilibrio sulla precarietà e sugli ammortizzatori non si traduca nella riproposizione della presunta contrapposizione di una CGIL impegnata a difendere una parte e disattenta ai giovani e precari.
Abbiamo detto che avremmo giudicato l’equilibrio del ddl se si fosse invertita la pratica della moltiplicazione delle forme di ingresso e si fossero indirizzati gli ammortizzatori alla universalità, se si fosse aperto un vero confronto per l’attuazione del contrasto alla precarietà nei settori pubblici, per i quali si propone invece una inaccettabile e generica mobilità, presupponendo esuberi mai dimostrati.
Questa ipotesi è tanto più inaccettabile mentre è ancora del tutto oscuro come il Ministro per la Pubblica Amministrazione intenda esercitare la delega contenuta nell’art.2 del DDL sul Mercato del Lavoro. La scelta del Governo va respinta con ogni azione di contrasto fino allo sciopero generale del lavoro pubblico che sarà, ovviamente, proclamato dalle categorie. La CGIL conferma la propria volontà di aprire invece un negoziato sul lavoro pubblico come mezzo per riqualificare ed estendere il welfare nel nostro Paese.
Insieme abbiamo sottolineato l’esigenza di mantenere l’istituto della mobilità con una particolare attenzione al Mezzogiorno.
In ragione di queste valutazioni, confermando il nostro giudizio sulla complessiva inadeguatezza del ddl presentato dal Governo, abbiamo proposto alla commissione lavoro del Senato emendamenti su tutti i capitoli del ddl stesso, per segnare un cambiamento sulla precarietà, rafforzare gli ammortizzatori, rendere più lineare l’interpretazione dell’art. 18 e determinare un effettivo contrasto alle dimissioni in bianco.
La CGIL con le mobilitazioni in corso, quelle programmate e con la scelta di una giornata nazionale di iniziativa dei e con i giovani sulla precarietà il 10 maggio, continuerà a caratterizzare la sua iniziativa per la discussione in Parlamento. Il CD, dando il mandato alla Segreteria di definire la data dello sciopero generale in rapporto all’andamento dell’iter parlamentare del ddl, impegna tutte le strutture ad articolare la loro iniziativa anche sui temi del Piano per il Lavoro, del fisco, della crescita e del welfare.
Questo percorso è reso ancor più necessario dalla offensiva del sistema delle imprese che, mancato l’obiettivo della libertà di licenziamento, propone uno stravolgimento negativo ed ulteriormente peggiorativo di tutto il ddl confermando la scelta di una via basata sul lavoro debole e povero e non sulla qualità, sulla formazione e sull’innovazione.
La stessa necessità del susseguirsi dei vertici politici e il nervosismo del Governo dimostrano quanto sbagliata sia la strada dell’esclusione del confronto con le parti sociali e della negazione degli accordi.
La CGIL è impegnata ad attuare l’intesa sulla rappresentanza del 28 giugno 2011, iniziativa che va collegata alla riapertura di una campagna per la democrazia e la modifica dell’art. 19, ed aprendo su questo un confronto con CISL e UIL.
Infine, la mobilitazione unitaria del 13 aprile sulle pensioni ha visto una grande partecipazione e reso evidente a tutto il Paese i guai prodotti da una riforma sbagliata, priva anche delle tradizionali clausole di garanzia.
Con il mondo variegato dei lavoratori in mobilità, in esodo volontario, in ricongiunzione e con i licenziati abbiamo preso l’impegno di attivare un confronto con il Governo, che nuovamente sollecitiamo , e della prosecuzione della mobilitazione.
Servono risposte non solo per dare soluzione alle tante domande individuali ed alle tante preoccupazioni, ma anche per riaprire il tema della riforma delle pensioni che produce tante ingiustizie ai lavoratori ed ai pensionati.
Le risorse per affrontare il problema si devono trovare, a partire dal pagare in titoli di Stato retribuzioni e pensioni d’oro che ad oggi contribuiscono alla solidarietà proporzionalmente meno dei pensionati a cui è stata bloccata la rivalutazione.
Argomenti: CGIL |
Crisi: Camusso, i problemi veri sono la crescita e il fisco. Basta rinvii
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 18, 2012
Crisi: Camusso, i problemi veri sono la crescita e il fisco. Basta rinvii
Il Segretario Generale della CGIL, parlando a Firenze a margine del convegno “L’Italia di mezzo”, denuncia i mancati interventi sulla crescita e la giustizia fiscale. “Continua ad esserci l’idea che si interviene su qualunque cosa ma non si danno mai risposte al lavoro e quindi non si danno risposte alla crescita”. In mattinata Susanna Camusso aveva lanciato un appello agli altri sindacati per una mobilitazione unitaria Il diario delle mobilitazioni
» Sciopero Milano: oltre diecimila persone hanno sfilato in quattro cortei per le vie della città–‘SilenziosaMente’, il 18 aprile fiaccolata al Pantheon per denunciare la grave crisi industriale nel Lazio– Il Lazio si ferma. Sciopero di 4 ore e manifestazione a Roma il 20 aprile – Stop in Calabria il 17 aprile per lo sciopero generale » Tavoli aperti al Ministero » Le crisi della settimana: dalla Stock di Trieste alla Solvay di Porto Marghera 17/04/2012 da www.cgil.it
Continua ad esserci l’idea che si interviene su qualunque cosa ma non si danno mai risposte al lavoro e quindi non si danno risposte alla crescita”. Lo ha detto oggi (17 aprile) il segretario della CGIL Susanna Camusso a Firenze, a margine del convegno ‘L’Italia di mezzo’ organizzato dalla CGIL e dall’Associazione Bruno Trentin, rispondendo ad una domanda sul mancato varo del fondo taglia-tasse.
”La prima cosa che manca – ha spiegato il Segretario Generale della CGIL – è che si cominci ad alleggerire il peso fiscale nei confronti dei lavoratori e delle imprese che investono e non genericamente delle imprese ma quelle che investono e che creano lavoro. Perché in un paese che ha l’80% della sua attività dedicata alla produzione interna la restrizione dei consumi deriva esattamente dall’assenza di reddito. Se consideriamo l’aumento della pressione fiscale – ha proseguito Susanna Camusso – e dell’aumento dell’inflazione e del drenaggio fiscale la pressione sui lavoratori e’ aumentata moltissimo. Questa è una premessa necessaria. Poi, ci sono i provvedimenti di politica industriale, lo sblocco degli investimenti, l’apertura effettiva dei cantieri, c’è il richiamare le imprese alle loro responsabilità perché non ci si puo’ limitare a dire che il Governo deve fare ma c’è anche il tema che sono 20 anni che le imprese non investono”.
In mattinata il Segretario Generale della CGIL aveva lanciato un appello a CISL E UIL per avviare una mobilitazione unitaria proprio sui temi della crescita e del fisco.
Argomenti: CGIL |
Carovana antimafie 2012 a Siena – le foto
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 18, 2012
le foto della tappa senese di ieri
Argomenti: carovana antimafie, CGIL |
25 aprile ’12 – 67° anniversario della Liberazione – le iniziative a Siena
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 17, 2012
Martedì 17 aprile la carovana antimafie fa tappa a Siena
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 13, 2012
Argomenti: carovana antimafie |
FILT CGIL: servizio gratuito di lettura del cronotachigrafo per gli autisti
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 13, 2012
LA FILT CGIL DI SIENA OFFRE GRATUITAMENTE AGLI AUTISTI IL SERVIZIO DI LETTURA DEL CRONOTACHIGRAFO
Ormai da diversi anni i veicoli commerciali di grandi dimensioni o quelli adibiti al trasporto di persone devono obbligatoriamente essere dotati di cronotachigrafo digitale. Il dispositivo registra tutti gli spostamenti del veicolo, le fermate, la velocità dell’automezzo e tutto quanto concerne il viaggio.
In tutta l’Unione Europea e quindi anche nel nostro Paese sui veicoli adibiti al trasporto di cose di peso complessivo superiore alle 3,5 tonnellate (autocarri, autotreni, autoarticolati) e su quelli adibiti al trasporto di passeggeri (autobus, autosnodati) con numero di persone, compreso il conducente, superiore a 9 è stato quindi installato il cronotachigrafo. Con questo dispositivo è possibile calcolare ad esempio l’esatto tempo di guida e di riposo, elementi fondamentali per un guida sicura e per la corretta applicazione delle norme contenute nel Contratto nazionale di lavoro.
“Quello che molti non sanno – spiega Roberto Moschini, Segretario Generale della FILT CGIL di Siena – è che la fruizione di tali informazioni spesso viene effettuata direttamente dall’autista tramite apposite apparecchiature installate presso specifici esercizi commerciali, operazione che comporta un esborso economico. Per questo motivo la Filt Cgil di Siena ha deciso di offrire gratuitamente ai propri iscritti la lettura della scheda cronotachigrafica, operazione che potrà essere effettuata presso i nostri uffici della Lizza”.
Il servizio offerto permette di recuperare tutte le informazioni registrate nella scheda, necessarie e indispensabili per una gestione ottimale dell’orario di lavoro effettuato e residuo, analizzando contemporaneamente le varie attività – tempi di guida, lavoro, disponibilità, riposi giornalieri, settimanali – e consente inoltre di elaborare rapporti di stampa dettagliati su eventuali anomalie rilevate nonché su qualsiasi tipo di violazione al Codice della Strada.
“La FILT CGIL di Siena – conclude Moschini – intende contribuire attraverso questo nuovo servizio ad aumentare le tutele degli autisti che sono quotidianamente sottoposti a continue pressioni sulle prestazioni lavorative auspicando che questa iniziativa concorra a sensibilizzare maggiormente tutto il settore dell’autotrasporto per raggiungere quello che è poi il vero e primario obiettivo: il rispetto della sicurezza sui posti di lavoro, delle regole stabilite dal CCNL di categoria e delle normative di legge in materia”.
Per ulteriori informazioni o per prendere un appuntamento è possibile rivolgersi alla FILT CGIL o al centralino della CGIL di Siena (tel. 0577-2541).
Siena, 12 Aprile 2012
Argomenti: FILT |
Il reintegro per i licenziamenti economici ingiustificati non deve dipendere dalla discrezionalità del giudice
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 12, 2012
Il reintegro per i licenziamenti economici ingiustificati non deve dipendere dalla discrezionalità del giudice
Presentata la memoria della CGIL all’audizione al Senato sul Ddl di riforma del mercato del lavoro. Ecco tutte le critiche e le proposte su articolo 18, ammortizzatori sociali e precarietà. Il reintegro “deve essere esplicitamente previsto come sanzione per l’illegittimità del licenziamento”. Inoltre per la CGIL “è incomprensibile e interpretabile, quindi da eliminare il termine ‘manifesta’ a proposito della insussistenza del fatto posto alla base del licenziamento per motivi economici”.
» Testi consegnati al Senato: memoria CGIL – emendamento su voucher
12/04/2012 da www.cgil.it
Il testo del Ddl sulla riforma del mercato del lavoro ”presentato dal Governo contiene nei capitoli relativi a tipologie di impiego, politiche attive del lavoro e ammortizzatori sociali numerose e negative modifiche sia rispetto ai risultati del confronto svolto con le forze sociali che al documento approvato dal Consiglio dei ministri del 23 marzo”. E’ quanto la CGIL scrive nella ‘memoria’ consegnata ieri sera (11 aprile) in commissione Lavoro al Senato in occasione delle audizioni delle parti sociali.
In particolare sul tema della precarietà “la distanza tra gli annunci propagandistici del Governo e il testo presentato è evidente e rappresenta un arretramento rispetto ai risultati ottenuti nel confronto con le organizzazioni sindacali”. E sugli ammortizzatori sociali sottolinea che ”i meccanismi previsti non raggiungono l’obiettivo dell’universalità, così come non c’è una risposta effettivamente inclusiva per i lavoratori discontinui”.
Le modifiche richieste dalla CGIL sono una ventina. In particolare, per quanto riguarda l’articolo 18, si sottolinea che la riconquista dello strumento del reintegro nel caso di licenziamenti economici insussistenti ”è un primo risultato che ripristina il principio di civiltà giuridica”. Partendo da questo punto il sindacato di Corso d’Italia chiede però ulteriori modifiche sia in caso di licenziamenti individuali sia in caso di licenziamenti collettivi. La velocizzazione dell’iter di giudizio, il permanere dell’onere della prova dell’impresa, al ruolo del sindacato nella conciliazione “ricostituiscono il potere di deterrenza dell’art.18 e scongiurano la pratica dei licenziamenti facili unicamente a indennizzo economico”.
Ma non basta. Partendo da questa premessa la CGIL avanza le seguenti proposte di modifica su questo specifico tema: “La disposizione reintegratoria nel caso di insussistenza di licenziamenti motivati da ragioni economiche” non sia “soggetta alla discrezionalità del giudice”, ma invece “deve essere esplicitamente prevista come sanzione per l’illegittimità del licenziamento”.
Per la CGIL “è incomprensibile e interpretabile, quindi da eliminare il termine ‘manifesta’ a proposito della insussistenza del fatto posto alla base del licenziamento per motivi economici”. Ma nel testo integrale della memoria che pubblichiamo potete trovare il resto dell’analisi e delle proposte.
Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali si sottolinea invece che ”i meccanismi previsti non raggiungono l’obiettivo di universalità”. Mentre sul tema della precarietà la CGIL evidenzia che ”la distanza tra gli annunci propagandistici del governo e il testo presentato è evidente e rappresenta un arretramento rispetto ai risultati ottenuti nel confronto con le organizzazioni sindacali”.
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