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Lavoro: da inizio crisi 3,1 miliardi di ore CIG

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 12, 2011

Lavoro: CGIL, da inizio crisi 3,1 miliardi di ore CIG
Cresce il numero delle aziende in CIGS, ad agosto 500mila lavoratori in Cassa da inizio anno. E’ quanto emerge dalle elaborazioni dell’Osservatorio CIG del dipartimento Industria CGIL che sottolinea come “l’apparato produttivo del paese continua a perdere aziende e capacità manifatturiera anche a causa di un governo che non ha assunto alcuna misura strutturale di politica industriale preferendo accanirsi contro i lavoratori, tagliando regole e diritti” » Rapporto CIG agosto 2011Causali aziende CIGS agosto 2011
12/09/2011 da www.cgil.it

Oltre 3,1 miliardi di ore di Cassa integrazione in 35 mesi, cioè da quando la crisi, esplosa nell’agosto del 2008 sul versante finanziario con le insolvenze dei mutui subprime, si è riversata sull’economia reale. E’ la CGIL, attraverso le elaborazioni dell’Osservatorio CIG del dipartimento Industria nel rapporto di agosto, a fare un bilancio di tre anni di crisi economica e dei suoi riflessi sull’apparato produttivo e sui lavoratori. Esattamente 3.118.217.589 ore di Cassa integrazione dal settembre del 2008, suddivise tra 1.122.602.545 di Cassa integrazione ordinaria (CIGO) e 1.995.615.044 tra stroardinaria (CIGS) e in deroga (CIGD).

Dall’andamento dei dati della Cassa nel corso di questi tre anni si evince come ci sia stata una crescita sostenuta all’inizio della CIGO, con la CIGS e la CIGD seppure in costante aumento ma a valori inferiori, mentre i due dati si sono invertiti nel dicembre del 2009: il binomio CIGS e CIGD ha preso a crescere in maniera esponenziale lasciandosi dietro la CIGO. “Tuttora il peso delle ore si riversa completamente sulla Cassa straordinaria e su quella in deroga: un segnale di come non ci si attenda a breve una inversione significativa della ripresa produttiva”, osserva il Segretario confederale della CGIL, Vincenzo Scudiere, che aggiunge: “L’apparato produttivo del paese continua a perdere aziende e capacità manifatturiera anche a causa di un governo che non ha assunto alcuna misura strutturale di politica industriale preferendo accanirsi contro i lavoratori, tagliando regole e diritti”.

Quanto poi al dato della Cassa di agosto si registra un calo dei tre istituti (CIGO, CIGS e CIGD) che si inquadra, spiega la CGIL, “negli andamenti altalenanti che hanno seguito in questi mesi e nel trend ‘fisiologico’ al ribasso relativo al mese di agosto”. Resta estremamente preoccupante il continuo aumento delle aziende in Cassa integrazione straordinaria, che nei primi otto mesi dell’anno sono state 4.693 con un +5,89% sullo stesso periodo del 2010 e riguardano 7.037 unità aziendali territoriali (+15,15%). Ancora nel frattempo 500mila lavoratori in Cassa da inizio anno che, in questi otto mesi, hanno subito un taglio del salario di 2,5 miliardi di euro, pari a 5.300 euro in meno per ogni singolo lavoratore.

Causali di CIGS – Forte ed estremamente preoccupante la continua crescita, anche ad agosto, del numero di aziende che fanno ricorso ai decreti di Cassa integrazione straordinaria. Da inizio anno i decreti sono stati 4.693 con un aumento del +5,89% sullo stesso periodo del 2010. I decreti investono 7.037 unità aziendali territoriali con un +15,15%, sempre sui primi otto mesi dello scorso anno, in conseguenza, spiega il rapporto, “di un aumento maggiore di gruppi industriali con insediamenti in più territori piuttosto che di aziende singole”.

Nel dettaglio dei decreti si registra un calo dei ricorsi per crisi aziendale (-12,18%) ma che rappresentano ancora la fetta più importante del totale, ovvero il 60,07% pari a 2.819. Inoltre continuano a crescere le domande di ricorso al fallimento, che sono 292 con un +57,84% sui primi otto mesi del 2010, così come il ricorso al concordato preventivo, 184 richieste per un +38,35%. In aumento anche le domande per ricorre ai contratti di solidarietà che raggiungono quota 994 per un +71,97%, rappresentando il 21,18% del totale dei decreti (nel 2010 erano il 13,04% del totale). Sempre poche, infine, le domande di ristrutturazione aziendale: solo 146 pari al 3,11% del totale. In generale crescono le domande sulle altre causali mentre sono sempre “inconsistenti” gli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale delle aziende, che sono il 7,14% del totale dei decreti.

Per quanto riguarda la ripartizione geografica, è il nord del paese dove si concentra la quasi totalità dei decreti, anche se si registrano aumenti percentuali significative nel Mezzogiorno. In Lombardia si contano, da gennaio ad agosto, 1.439 decreti per un +14,12% sullo stesso periodo dello scorso anno, in Veneto sono 555 per un -10,91% mentre in Emilia Romagna sono 549 per un -4,52%. I maggiori incrementi percentuali si registrano in Sardegna (65 decreti per un +91,18%), in Toscana (296 per 72,09%) e in Calabria (53 per +51,43%).

Dati CIG agosto – Entrando nel dettaglio del rapporto di Corso d’Italia, il totale delle ore di CIG da inizio anno è di 648.586.436 per un -21,14% sui primi otto mesi del 2010. Nello specifico la CIGO ad agosto si attesta a 7.169.852 ore per un -64,50% sul mese precedente. Da inizio anno il monte ore è pari a 145.938.461 con una variazione tendenziale del -41,54%. La CIGS ad agosto flette sul mese precedente del -22,41% per un totale di 25.514.582 ore. Da inizio anno le ore di CIGS sono state 281.442.730 per un -11,84% rispetto al periodo gennaio-agosto dello scorso anno. Le ore di CIGS, fa notare il rapporto, rappresentano ormai il 50% del monte ore complessivo autorizzato. Infine, anche per quanto riguarda la CIGD si registrano cali sia sul versante congiunturale che su quello tendenziale. Ad agosto conta 24.065.328 di ore richieste, segnando così un -12,86% su luglio, mentre da inizio anno le ore sono state 221.205.245 per un -12,76% sui primi otto mesi del 2010.

Regioni – Sono le regioni del nord quelle dove si è registrato il ricorso più alto alla Cassa integrazione da inizio anno. Dal rapporto della CGIL emerge che al primo posto per ore di Cassa integrazione autorizzate c’è la Lombardia con 147.295.850 ore registrate che corrispondono a 106.428 lavoratori (prendendo in considerazione le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il Piemonte con 104.848.794 ore per 75.758 lavoratori e il Veneto con 56.318.939 ore di CIG autorizzate per 40.693 lavoratori. Prima in questa classifica tra le regioni del centro c’è il Lazio con 43.795.651 ore che coinvolgono 31.644 lavoratori. Mentre per il Mezzogiorno è la Campania la regione dove si segna il maggiore ricorso alla CIG con 40.110.858 ore per 28.982 lavoratori.

Settori – E’ la meccanica il settore in cui si conta il ricorso più alto allo strumento della Cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e in deroga). Secondo il rapporto della CGIL, infatti, sul totale delle ore registrate da gennaio ad agosto, la meccanica pesa per 235.918.682, coinvolgendo 170.461 lavoratori (prendendo come riferimento le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il settore del commercio con 79.629.052 ore di CIG autorizzate per 57.535 lavoratori coinvolti e l’edilizia con 58.587.710 ore e 42.332 lavoratori.

Occupazione e lavoratori in CIG –  Nel mese di agosto, considerando un ricorso medio alla CIG, pari cioè al 50% del tempo lavorabile globale (17 settimane), risultano essere 930.000 i  lavoratori in CIGO, CIGS e in CIGD.  Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 35 settimane lavorative, si determina un’assenza completa dall’attività produttiva per 460.000 lavoratori, di cui 200.000 in CIGS e 159.000 in CIGD. Dai calcoli dell’Osservatorio CIG si rileva come i lavoratori parzialmente tutelati dalla CIG abbiano perso nel loro reddito 2 miliardi e 480 milioni, pari a 5.300 euro per ogni singolo lavoratore.

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Manovra: Camusso, nostra mobilitazione non si fermerà

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 12, 2011

Manovra: Camusso, nostra mobilitazione non si fermerà
In apertura del Comitato Direttivo Nazionale, il Segretario Generale della CGIL annuncia che l’iniziativa del sindacato non si fermerà, ma proseguirà nelle piazze e se necessario attraverso i ricorsi in Corte Costituzionale su alcuni punti della manovra: contribuito di solidarietà solo per i pubblici dipendenti; money transfer; gli articoli 9 e 8. Annunciati nuovi presidi la prossima settimana in occasione del voto alla Camera e tre grandi manifestazioni nei prossimi mesi contro la manovra del Governo
» Pagina speciale dello Sciopero Generale
» CGIL: presidi in tutta Italia mentre il Senato approva la manovra » Video su CGILtv dal presidio di Roma
09/09/2011 da www.cgil.it

La mobilitazione e lo sciopero generale del 6 settembre hanno avuto un successo straordinario. Abbiamo vinto una sfida difficile, organizzata in un tempo molto ristretto e che per partecipazione non ha nulla da invidiare ad altre date storiche della nostra organizzazione”. E’ il bilancio del Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, sullo sciopero generale di martedì 6 maggio aprendo i lavori del comitato direttivo dell’organizzazione sindacale. Per la leader della CGIL, inoltre, “questa volta non si è trattato esclusivamente della mobilitazione della CGIL: abbiamo rappresentato un disagio, un malumore, un sentire generale del Paese”.

La leader della CGIL ha spiegato l’importanza di uno sciopero che ha allargato il consenso intorno alle posizioni della confederazione e ha fatto crescere la partecipazione in tutta Italia. “Lo sciopero è stato importante anche dal punto di vista del contrasto all’azione di divisione esercitata continuamente dal governo”. In piazza, insieme alla CGIL, c’erano tantissime associazioni, i sindaci, gli amministratori locali. “Sentiamo crescere – ha proseguito Camusso – un consenso in una fase che sta cambiando”. In ogni caso, ha avvertito il Segretario Generale della CGIL “tutti coloro che parlavano di isolamento della CGIL oggi si devono ricredere e guardare le cose da un’altra prospettiva. E’ stato infatti più difficile – ha detto – individuare le assenze che non le presenze nei cortei”. Questa volta, ha aggiunto la numero uno del sindacato, “è stata diversa anche la partecipazione politica. Per questo – ha spiegato – chiediamo ora alle forze politiche un impegno coerente nella cancellazione dell’articolo 8 della manovra”.

A tale proposito Camusso, conferma il giudizio positivo sull’ipotesi di accordo raggiunto con CISL, UIL e Confindustria, il 28 giugno scorso. “L’articolo 8 della manovra – ha detto il numero uno della CGIL – è stato fortemente voluto dal ministro del Lavoro e dal governo come reazione e negazione dell’accordo del 28 giugno. E’ dunque evidente che l’ipotesi d’intesa raggiunta con CISL, UIL e Confindustria, rappresenta, ancora di più rispetto a prima, uno strumento di tutela per i lavoratori”. Sulla effettiva esigibilità dell’accordo, Camusso ha evidenziato, la necessità di trovare una modalità che al momento della firma definitiva, “impegni tutte le parti firmatarie ad applicare integralmente i contenuti dell’intesa”. In ogni caso, ha detto il Segretario Generale della CGIL, “continueremo l’iniziativa per cancellare l’articolo 8, proseguendo la mobilitazione anche per via giudiziaria, fino ad arrivare alla Corte Costituzionale”.

Dunque – nonostante pochissime novità positive come quelle relative alle tredicesime dei pubblici dipendenti e alle feste civili – il giudizio negativo della CGIL sull’intera manovra del governo viene confermato. Non si tratta dunque solo della cancellazione dell’articolo 8 sulla contrattazione. “La manovra nel suo complesso – ha ribadito oggi Susanna Camusso – non ha cambiato segno, anzi ha aggravato i problemi. E’ una manovra ingiusta, depressiva e irresponsabile. Una manovra che non guarda al futuro e al lavoro e che continua a colpire i soliti noti. E siamo anche – ha aggiunto – nella situazione in cui all’approvazione della Legge di Bilancio potrebbe sovrapporsi una ulteriore manovra”.

Camusso ha poi avvertito: “non ci fermeremo neppure dopo l’approvazione della manovra. E non ci fermeremo alla mobilitazione di piazza”. La CGIL, ha fatto sapere Il Segretario Generale “sta già preparando con i propri consulenti legali i ricorsi sui singoli punti della manovra, a cominciare dal contributo di solidarietà solo per i pubblici dipendenti”.

Sono molti i punti della manovra, secondo la leader della CGIL, “che rischiano l’eccezione di incostituzionalità”. Tra quelli indicati oggi dalla numero uno di Corso Italia, c’è il contribuito di solidarietà che è stato introdotto solo per i pubblici dipendenti. “Una norma che introduce una doppia discriminazione. Il nostro compito è perciò anche quello di difendere le professionalità pubbliche che si vogliono colpire. Vogliamo portare questa norma alla Corte Costituzionale”.

Un altro ricorso legale sarà quello relativo alle norme sul money transfer, alla cosiddetta ‘tassa sulle rimesse’, ovvero il trasferimento monetario all’estero che è stato modificato dalla manovra in modo peggiorativo verso i lavoratori immigrati che hanno bisogno di mandare i soldi alle proprie famiglie. “Una norma ispirata evidentemente dalla Lega – ha spiegato Camusso – che ha come obiettivo proprio i lavoratori immigrati presenti nel nostro Paese. E ancora una volta si cerca una strada per colpire irregolarità imposte dai datori di lavoro”.

Un altro punto di attacco della leader sindacale è stato quello relativo all’articolo 9 della manovra che prevede “la reintroduzione di veri e propri ghetti per le persone disabili e che in generale reintroduce nel nostro Paese discriminazioni profonde e incivili tra lavoratori ‘normali’ e lavoratori disabili”. Infine, sempre tra i capitoli dei ricorsi giudiziari contro la manovra dopo la sua approvazione c’è la battaglia più calda in questo momento: quella contro l’articolo 8 della manovra. “La CGIL chiede la cancellazione della norma dalla manovra” ha ribadito Camusso nel sottolineare che, nel caso dovesse essere confermata, “si aprirà la strada ai ricorsi giudiziari.

La straordinaria riuscita dello sciopero generale è per la CGIL il punto di partenza di una mobilitazione contro la manovra che continuerà nei prossimi giorni e, per altro verso, anche nei prossimi mesi. E’ l’indicazione emersa nel corso del dibattito al comitato direttivo della CGIL nazionale riunito oggi. L’intenzione del sindacato di Corso d’Italia è quella di proseguire con i presidi, in occasione del voto alla Camera sulla manovra la prossima settimana. La CGIL sosterrà la mobilitazione delle regioni e dei comuni contro i tagli in arrivo dalla correzione di bilancio.

Ma la mobilitazione non si ferma con la conversione in legge del decreto: sarà infatti intensa nei tempi e calibrata sui territori così come sul piano nazionale. Il centro che unirà le diverse istanze saranno le contro proposte principali della CGIL come la tassa sulle grandi ricchezze e sui grandi patrimoni, una lotta contro tutte le forme di evasione e di sommerso e, come ha sottolineato oggi il presidente della Repubblica, un impegno pressante per la crescita che passi attraverso un rilancio del lavoro e dell’occupazione.

Nei prossimi mesi, infatti, per dare continuità e visibilità alla mobilitazione della CGIL, ci saranno tre grandi appuntamenti. Si parte con la manifestazione nazionale dei lavoratori pubblici e quelli della conoscenza (scuola, università e ricerca), promossa dalle categorie della FLC e della FP, a Roma, sabato 15 ottobre. Una manifestazione che avrà al centro il contrasto all’accanimento contro i lavoratori pubblici così come emerge dalla manovra ma che sarà per la CGIL l’avvio della campagna per l’elezioni delle RSU, che si terranno tra il prossimo anno e che porteranno al voto oltre 3 milioni di lavoratori pubblici.

Secondo appuntamento, che si terrà tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, è invece la manifestazione nazionale dello SPI CGIL contro gli effetti delle due manovre, quelle di luglio e quella in via di conversione, che gravano sui pensionati in termini di pesanti sacrifici prendendo di mira le pensioni, i servizi socio assistenziali e la sanità. Il terzo appuntamento sarà una grande manifestazione nazionale della CGIL che si terrà entro la fine dell’anno e che avrà al centro il tema del lavoro come unica alternativa contro la crisi e per la crescita. Un punto di arrivo di una mobilitazione forte, continua e visibile della CGIL.

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Manovra: CGIL, rischio di una correttiva a breve

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 9, 2011

Manovra: CGIL, rischio di una correttiva a breve
Per la CGIL la manovra del Governo porterà ad una crescita del PIL pari a zero, mentre la contromanovra elaborata dal sindacato, e sostenuta con lo Sciopero generale del 6 settembre, prevede una crescita pari a +4% al 2014 » Nota della CGIL sul maxiemendamento
09/09/2011 da www.cgil.it

Per la CGIL “l’impatto depressivo” della manovra di finanza pubblica, approvata al Senato il 7 settembre, con “l’ennesimo voto di fiducia”, e che ora attende il via libera dalla Camera, porterà nel 2013 e nel 2014 ad una crescita del PIL reale verso lo zero, ad un aumento del deficit, del debito e degli interessi. Si prefigura così, avverte la CGIL in una nota sul maximendamento, “il serio rischio di un’ulteriore manovra correttiva a breve, con la prospettiva – questa volta – non di ridurre il debito pubblico, ma di non incrementarlo”.

Per questo, la Confederazione ha elaborato, e sostenuto con lo Sciopero Generale di martedì scorso, una sua ‘contromanovra’,  con la quale si riuscirebbe a mantenere la stabilità dei conti pubblici, puntando all’equità, ad un nuovo sviluppo e al sostegno della crescita. La ‘contromanovra’, secondo la CGIL, potrebbe generare maggiore crescita del PIL pari a +4 punti percentuali cumulati al 2014, mentre la manovra del governo, ancor più aggravata dalle modifiche apportate dal cosidetto ‘maxiemendamento’, “prefigura almeno 5 anni di cieca austerità”, così da impoverire il Paese, allargare le ineguaglianze e rompere la coesione sociale.

Nella nota, curata da tutti i dipartimenti della CGIL Nazionale, è duro il giudizio verso il Governo che “non vuole aggredire la rendita e le grandi ricchezze” e continua a “tollerare gli evasori” (vedi la riduzione delle sanzioni e dell’obbligo alla dichiarazione dei riferimenti bancari), mentre prosegue nel “colpire lavoratori e pensionati”. Con l’aumento dell’IVA, che ora passa dal 20 al 21%, diventando così tra le più alte in Europa, “si aumentano le disuguaglianze sociali” e “si aggravano le sperequazioni di carico fiscale sui contribuenti con i redditi più bassi”. Con i nuovi tagli alle Amministrazioni Centrali si “ridurranno i servizi e aumenteranno, a partire dal 2012, le addizionali IRPEF”. Inoltre, prosegue la CGIL, è “inammissibile l’accanimento verso il lavoro pubblico”. Al blocco dei contratti di lavoro e delle retribuzioni, spiega la Confederazione, “si aggiunge l’assoluto inasprimento delle regole sulla mobilità e i trasferimenti ed aspettativa”. Viene cancellata la norma sulle tredicesime, ma confermato il pagamento, con un ritardo fino a due anni, della indennità di buonuscita. Per quanto riguarda il sistema previdenziale, la CGIL denuncia “ancora manomissioni” con l’anticipo del pensionamento per le donne, e le continue minacce del Governo di intervento su anzianità, invalidità e reversibilità. Altro colpo al collocamento obbligatorio per la disabilità, con misure che rischiano di costruire veri e propri “ghetti” per i lavoratori disabili nelle imprese. Un ulteriore tema sul quale la CGIL, si è espressa fortemente critica, sono le norme sulla contrattazione, “incostituzionalmente aggravate nel Testo approvato”, rappresentano per il sindacato “un attacco all’autonomia delle Parti ed una pesante ed inaccettabile violazione dello Statuto dei lavoratori, un attacco al Contratto nazionale, per giunta con la retroattività del salvataggio di quanto avvenuto alla FIAT, anche con profili di incostituzionalità”. “Sono state salvate – conclude soddisfatta la CGIL – le festività infrasettimanali civili, grazie alla nostra iniziativa, unitamente all’Anci e alle forze democratiche”.
Le ultime novità della manovra.

Revisione integrale della spesa pubblica. Entro il 30 novembre 2011 il Governo dovrà predisporre un programma per la riorganizzazione della spesa pubblica e, nell’ambito del Documento di economia e finanza 2012 r indicare i disegni di legge collegati alla manovra finanziaria per il triennio 2013-2015, mediante i quali il Governo viene delegato ad attuare le riorganizzazioni. Si punterebbe ad una revisione della spesa pubblica con criteri di SPENDING REVIEW e che si progetterebbe un accorpamento degli enti di previdenza pubblici, l’integrazione operativa delle agenzie fiscali, il coordinamento delle forze dell’ordine e la riorganizzazione della rete consolare e diplomatica. Si prevede, inoltre, una Delega al Governo per riorganizzare le Circoscrizioni giudiziarie per realizzare ulteriori riduzioni di spesa, con conseguenze che ricadranno, anche, sulla distribuzione del personale. Nel corso degli anni 2012 e 2013 vi sarà una ulteriore riduzione delle spese di funzionamento relative alle missioni di spesa di ciascun Ministero, rispettivamente, fino all’ l per cento per ciascun anno rispetto alle spese risultanti dal bilancio consuntivo relativo all’anno 2010 e le dotazioni finanziarie delle missioni di spesa di ciascun Ministero, previste dalla legge di bilancio, relative agli interventi, sono ridotte fino all’1,5 per cento.

Programmazione regionale FAS. Le risorse destinate alla programmazione regionale nell’ambito del Fondo delle aree sottoutilizzate vengono escluse dalla clausola di salvaguardia che avrebbe comportato il rischio di ulteriori riduzioni. Resta aperta, invece, la questione dell’esclusione del cofinanziamento dei Fondi strutturali europei dal Patto di stabilità.

Norme per gli EE.LL. L’importo dei tagli previsti per gli EE.LL. può essere complessivamente ridotto, non più di un importo fino al 50 per cento ma per la totalità delle maggiori entrate conseguite con l’addizionale Ires per le Aziende energetiche (Robin tax). Inoltre, rispetto al D.L. iniziale, si elimina la quota destinata ai Ministeri attribuendo, quindi, agli EE.LL. l’intera destinazione delle nuove entrate. Si stima che, in questo modo, potranno essere ridotti di 1,8 miliardi i tagli agli enti locali. Per assicurare la razionalità del sistema tributario nel suo complesso e la salvaguardia dei criteri di progressività, i Comuni possono stabilire aliquote dell’addizionale comunale all’imposta sul reddito delle persone fisiche differenziate esclusivamente in relazione agli scaglioni di reddito corrispondenti a quelli stabiliti dalla legge statale. Al fine di incentivare la partecipazione dei comuni all’attività di accertamento tributario, per gli anni 2012, 2013 e 2014, la quota di compartecipazione dei comuni alle maggiori entrate è elevata dal 50 per cento al 100 per cento. Per le regioni sottoposte ai piani di rientro per le quali è stato applicato il blocco automatico del turn-over del personale del servizio sanitario regionale, con decreto del Ministro della salute, su richiesta della regione interessata, può essere disposta la deroga al predetto blocco del turn-over, previo accertamento, in sede congiunta, da parte del Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza e del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali, sentita l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS), della necessità di procedere alla suddetta deroga al fine di assicurare il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza, del conseguimento di risparmi derivanti dalla corrispondente riduzione di prestazioni di lavoro straordinario o in regime di autoconvenzionamento, nonché della compatibilità con la ristrutturazione della rete ospedaliera e con gli equilibri di bilancio sanitario, come programmati nel piano di rientro, ovvero nel programma operativo e fermo restando la previsione del raggiungimento dell’ equilibrio di bilancio.

Norme per i Servizi pubblici locali. La manovra approvata aggrava ulteriormente gli obblighi per gli enti locali che decidono di mantenere un regime di esclusiva nella gestione dei SPL e prevede che si “giustifichino” le ragioni e si illustrino i benefici per la comunità locale. Peraltro per l’accesso al Fondo Infrastrutturale di 250 mln per il biennio 13-14 viene ampliato il perimetro di applicazione, escluso il servizio idrico, coinvolgendo tutte le società partecipate dagli enti locali oltre le SPA. In ogni caso, se il valore economico dei servizi da affidare non supera i 9oo mila euro, i servizi potranno essere affidati “in house” a una società interamente pubblica e senza gara che sarà assoggettata al patto di stabilità.

Trattamenti pensionistici per le lavoratrici. Si prevede che l’aumento dell’età pensionabile per le lavoratrici dipendenti del settore privato e per le lavoratrici autonome e parasubordinate venga anticipato al 2014, così come è già avvenuto per il lavoro pubblico. L’aumento dell’età pensionabile delle donne serve solo a fare cassa. Il provvedimento sostiene che il raggiungimento dei 65 anni di età ci sarà nel 2026. Non è vero. Infatti, bisogna fare i conti con le altre misure prese da questo Governo: è stata anticipato al 2013 l’aumento dell’età pensionabile per tutti in base alla speranza di vita (aumento di 3 mesi), il secondo aumento scatta nel 2016 ed è pari a 4 mesi (con aumenti di 4 mesi ogni tre anni fino al 2030, per poi prevedere aumenti di tre mesi sempre ogni tre anni dal 2030 al 2050).Inoltre ci sono le finestre mobili previste dalla rovinosa legge 122/2010 (un anno per le lavoratrici dipendenti, 18 mesi per le lavoratrici autonome e parasubordinate).

Soppressione Enti. E’ stata cancellata la norma che prevedeva la soppressione degli Enti pubblici non economici con meno di 70 addetti.

Destinazione maggiori entrate. Le maggiori entrate derivanti dal presente decreto sono riservate all’Erario, per un periodo di cinque anni, per essere destinate alle esigenze prioritarie di raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica concordati in sede europea, anche alla luce della eccezionalità della situazione economica internazionale. Con apposito decreto del Ministero de!l’economia e delle finanze, da emanarsi entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto sono stabilite le modalità di individuazione del maggior gettito, attraverso separata contabilizzazione. A partire dall’anno 2014, il Documento di economia e finanza conterrà una valutazione delle maggiori entrate derivanti, in termini permanenti, dall’ attività di contrasto all’evasione. Dette maggiori entrate, al netto di quelle necessarie al mantenimento del pareggio di bilancio ed alla riduzione del debito, confluiranno in un Fondo per la riduzione strutturale della pressione fiscale e saranno finalizzate alla riduzione degli oneri fiscali e contributivi gravanti sulle famiglie e sulle imprese. E’ una norma che segnala la unidirezionalità della destinazione delle maggiori entrate, evidenziando la assenza di vocazione allo sviluppo che caratterizza l’intera manovra. Senza una politica fiscale che aggredisca le ricchezze finanziarie e patrimoniali non ci sarà spazio né per gli investimenti né per politiche redistributive. Da questo punto di vista è davvero esilarante, se non fosse un tragico inganno, che si affermi che le entrate eccedenti la necessità del pareggio di bilancio confluiranno in un fondo per la riduzione del prelievo fiscale nel quale, tra l’altro, non si prevedono interventi sul lavoro e pensioni.

Contributo di solidarietà del 3% per i redditi oltre 300mila euro. Scatta il contributo di solidarietà del 3% “fino al pareggio di bilancio” per i redditi sopra i 300mila euro. E non più per quelli al di sopra dei 500mila come era stato deciso in un primo momento al termine del vertice di maggioranza. Con l’abbassamento a 300mila euro (dai precedenti 500 mila euro) della soglia del reddito complessivo oltre il quale si paga il contributo del 3%, aumenta a 34mila la platea dei contribuenti interessata al versamento del contributo. Lo riferiscono fonti di governo. Con la precedente soglia a 500mila euro erano 11.500 i contribuenti interessati, con l’abbassamento del tetto di reddito se ne sono aggiunti 22.500. Si tratta di una misura poco più che simbolica visto che riguarda 34 mila contribuenti, è deducibile dalla base IRE ed è calcolata al netto delle addizionali regionali e comunali. Non a caso, il gettito previsto, che vale per i prossimi tre anni, è di 53,8 milioni nel 2012 e 144,2 negli anni successivi. Rimane evidente la disparità di trattamento con l’analogo prelievo che riguarda i redditi dei dipendenti pubblici che continua a valere sia sopra i 90 mila che sopra i 150 mila euro. Per i dipendenti pubblici, infatti, è applicato il taglio dello stipendio previsto dalla manovra dello scorso anno, del 5% sopra i 90mila euro e del 10% sopra i 150 mila, così come per le pensioni d’oro anch’esse con un contributo del 5% sopra i 90 mila euro e del 10% sopra i 150 mila, peraltro senza alcuna deducibilità. Arriviamo al paradosso che per un reddito uguale, di 310 mila €, un dipendente pubblico dovrà contribuire con 19 mila €/anno mentre uno privato con 300 €/anno.

Aumento IVA. Si prevede un aumento, da 20 al 21 per cento, dell’aliquota ordinaria dell’IVA. Tale ALIQUOTA ORDINARIA (20%), si applica a tutti i beni e servizi che non rientrano nelle altre due aliquote ridotte (4% e 10%), ad esempio: abbigliamento e calzature; pelli conciate o preparate; vini e spumanti d.o.c.; autovetture e autoveicoli con motore di cilindrata superiore a 2000 cc; autofurgoni; motoveicoli superiori a 3000 cc; navi e imbarcazioni da diporto con stazza superiore a 18 tonnellate; tappeti fabbricati a mano; benzina; tutti gli altri servizi commerciali e professionali e tutti gli altri prodotti industriali. E’ una scelta che aumenta le disuguaglianze. L’attuale distribuzione dei consumi per fasce di reddito si caratterizza per una relazione inversa: ad un minor reddito disponibile corrisponde una maggiore propensione al consumo. I “più ricchi”, cioè, consumano di più in termini assoluti, ma non in proporzione al reddito disponibile. Questo significa che un aumento dell’IVA – anche a parità di altre condizioni quali gli stili di consumo e il tasso di evasione – si traduce in un incremento pressoché “piatto” del prelievo sui consumi rispetto ai livelli di reddito disponibile e, quindi, in un maggiore prelievo per le fasce di reddito basse e medio-basse. In altre parole, con una maggiore imposizione IVA al diminuire del reddito aumenterebbe l’impatto fiscale maggiore. La misura ipotizzata è dunque regressiva. Le persone e le famiglie con livelli di reddito (e di consumo) medio-bassi sarebbero più colpiti e, probabilmente, ridurrebbero la loro propensione al consumo a fronte dell’aumento dei prezzi. Oltre a questo svantaggio microeconomico, l’aumento dell’inflazione comporterebbe un effetto negativo (macroeconomico) per l’intero sistema-paese. Anche il solo aumento dell’aliquota ordinaria (20%), inoltre, potrebbe portare un ulteriore incremento del tasso di evasione ed elusione fiscale. Tutto ciò produrrebbe inevitabilmente un’ulteriore iniquità nei confronti dei redditi dei lavoratori dipendenti e pensionati e, in generale, dei redditi medio-bassi, senza nessuna certezza di maggiori entrate, essendo l’IVA già oggi l’imposta più evasa (oltre 25 miliardi di euro ogni anno). Tutti i suddetti effetti, aumentati dal sicuro impatto sui prezzi, deprimerebbero poi la domanda interna, la crescita potenziale e lo sviluppo. Con questa scelta il Governo conta di produrre un gettito di 700 mln. € nel 2011 ed uno di 4,236 Mld € su base annua a decorrere dal 2012. E’ un dato sovrastimato che, più realisticamente, prevediamo potrebbe dare introiti non molto superiori ai 3 Mld€.

Imposta di bollo sui trasferimenti di denaro all’estero. E’ istituita un’imposta di bollo sui trasferimenti di denaro all’ estero attraverso gli istituti bancari, le agenzie “money transfer” ed altri agenti in attività finanziaria. L’imposta è dovuta in misura pari al 2 per cento dell’importo trasferito con ogni singola operazione, con un minimo di prelievo pari a 3.00 euro. L’imposta non è dovuta per i trasferimenti effettuati dai cittadini dell’Unione Europea, nonché per quelli effettuati verso i Paesi dell’Unione Europea. Sono esentati i trasferimenti effettuati da soggetti muniti di matricola INPS e codice fiscale. E’ una norma in contraddizione con pessime Leggi precedenti, che non produce introiti, tanto che la relazione tecnica non li quantifica, ma che evidenzia tutta la stupidità e la chiusura verso i cittadini extracomunitari, in particolare quelli non regolarizzati. Questi non potranno pagare la tassa, pena la possibilità di ripercussioni; li si costringe a delegare l’invio di denaro a intermediari con il pericolo rilevante che possano incorrere in raggiri o truffe.

Riduzione agevolazioni per le Cooperative. E’ previsto un aumento dal 30 al 40% del peso degli utili nella formazione della base imponibile e dal 55 al 65% per le società cooperative di consumo e i loro consorzi. Un’altra vendetta verso settori non considerati amici con effetti di gettito modesti. Si predono, infatti, maggiori entrate di 42,2 mln. € nel 2012 e di 61,7 mln. Negli anni successivi.

Revisione trattamenti società di comodo, in perdita sistematica e beni in godimento. Scatta la maggiorazione del 10,5% dell’aliquota Ires che si applicherà al reddito “imputato per trasparenza”. Le società che presentino dichiarazioni in perdita fiscale per tre anni consecutivi saranno considerate “non operative” e si mira contrastare la concessione in godimento, a soci o familiari, di beni relativi all’impresa per un corrispettivo inferiore ai valori di mercato.

Interventi per incentivare la fedeltà fiscale. Sono norme che vogliono migliorare la comunicazione all’anagrafe tributaria, la registrazione di operazioni soggette ad Iva, la implementazione del pagamento senza contanti, misure che disciplinano i reati penali.

Riscossione somme condono 2002. Le somme non riscosse del condono tombale del 2002 potranno essere recuperate attraverso “un’azione coattiva”, con la maggiorazione degli interessi maturati, entro il 31 dicembre 2011. Prorogata di un anno la riscossione dell’Iva.

Lotta all’evasione. Si allenta, sgradevolmente, la norma della manovra che prevede il carcere per chi evade oltre 3 milioni di euro. Perché scattino le manette l’ammontare dell’imposta evasa dovrà essere superiore al 30% del volume d’affari. Le dichiarazioni dei redditi potranno essere pubblicate sui siti dei Comuni, ma soltanto per aggregati o categorie. Non ci sarà l’obbligo, come inizialmente ipotizzato, di indicare nella dichiarazione dei redditi la banca presso cui si ha il conto.

SISTRI. Vengono reintrodotte le norme relative al Sistema di controllo e tracciabilità dei rifiuti (SISTRI), inopinatamente cancellate dal Testo originario, prevedendo un periodo transitorio per consentirne la progressiva entrata in vigore.


 
 

Argomenti: CGIL |

Il Coord. donne CGIL Toscana condanna le parole del Ministro Sacconi

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 9, 2011

Il numero degli stupri in Italia è un bollettino di guerra: 13 al giorno!

13 VITTIME al giorno; 4745 VITTIME in un anno.

Vittime, vittime, vittime! Vogliamo gridarlo senza sosta.

Ed è solo un valore stimato: secondo l’ISTAT, la quasi totalità delle violenze sessuali non viene denunciata dalla vittima, in particolare per le violenze subite dai non partner. Le ragioni più comunemente addotte per la mancata denuncia sono la paura di essere giudicate o trattate male, la vergogna, l’autocolpevolizzazione. Un ruolo importante è giocato anche dalla sfiducia nelle istituzioni.

30 secondi: questo è il tempo che il Ministro Sacconi ha impiegato per offendere, calpestare, umiliare, colpevolizzare tutte le donne VITTIME di uno stupro: stuprate due volte e proprio da quelle istituzioni che dovrebbero difenderci, renderci cittadine libere.

Vittime anche del Ministro Sacconi, vittime ancora una volta, condannate e non protette nel loro dolore, nella loro sofferenza, nella loro paura, nella loro vita segnata indelebilmente.

E tutto il resto è silenzio, grave, colpevole, complice: dov’è la Ministra delle Pari Opportunità? Zitta, come al solito e quindi complice, anche lei!

E dove sono le compagne di partito di questo mostro? In silenzio, supine, complici anche peggiori di una cultura violenta e misogina che ci vuole tutte oggetti da maneggiare senza cura.

Il Coordinamento Donne della CGIL Toscana condanna fermamente il Ministro Sacconi e ne chiede le dimissioni immediate.
Non è degno di rappresentare le Istituzioni Italiane a nessun livello, non è degno nemmeno di essere più nominato.

 Il Coordinamento Donne della CGIL Toscana

 8 settembre 2011

Argomenti: CGIL, donne |

INDECENTI

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 8, 2011

scarica il volantino in pdf: fermiamoli

Argomenti: CGIL |

Sciopero 6 settembre: altre foto

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 8, 2011

foto di Antonio Chiantese

Argomenti: CGIL, manifestazioni, scioperi |

Sciopero 6 settembre: le foto della manifestazione a Siena

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 7, 2011

foto di Massimo Bartali

foto di Erica Bartali

Argomenti: CGIL, foto, manifestazioni, scioperi |

Stasera presidio davanti alla Prefettura

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 7, 2011

Stasera, dalle ore 18.00 alle ore 19.30, in considerazione dell’inasprimento della manovra economica e del ricorso al voto di fiducia da parte del Governo nella discussione che inizierà alle ore 18 al Senato, la CGIL di Siena effettuerà un presidio davanti al Palazzo del Governo in Piazza del Duomo a Siena.

Argomenti: CGIL, presidio |

Manifestazione sciopero generale a Siena: alcuni video e foto dei mass media locali

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 7, 2011

Guggiari

foto

Ceccuzzi

fotogallery

Bezzini

corteo

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Alta adesione e grandissima partecipazione allo sciopero. Migliaia di persone in corteo contro la manovra economica del governo

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 6, 2011

Sciopero generale CGIL: alta adesione e grandissima partecipazione a Siena

Migliaia di persone in corteo contro la manovra economica del governo

La provincia di Siena ha registrato un’alta adesione allo sciopero generale della CGIL ed una grandissima partecipazione alla manifestazione del capoluogo.

Presenti migliaia di lavoratori e precari provenienti dalle aziende di tutta la provincia, pensionati, disoccupati e studenti; tante le associazioni (Comitato Referendario Acqua Pubblica, Arci e Movimento Pansessuale-comitato promotore Arcigay, Auser, Udi, Federconsumatori, Anpi, Comitato Donne del 13 febbraio-Comitato SeNonOraQuando) ed i partiti politici (Rifondazione Comunista, IDV, PD e Giovani Democratici, SEL). A titolo personale sono scesi in piazza molti Sindaci, il Presidente della Provincia di Siena, l’Assessore Regionale Luca Ceccobao, la parlamentare Susanna Cenni e tantissimi amministratori locali.

Il lunghissimo corteo partito dalla sede della CGIL si è snodato per le vie cittadine arrivando in Piazza Salimbeni dove si sono svolti gli interventi conclusivi. Dal palco si sono alternate le testimonianze di una disoccupata/precaria, di una lavoratrice metalmeccanica, di una pensionata, del Presidente provinciale dell’Unione Italiana Ciechi, di due studenti e di una dipendente comunale.

Ha poi parlato Franco Ceccuzzi, Sindaco di Siena, sottolineando la pesantezza dei tagli agli enti locali e la gravità della situazione che pesa sui cittadini ed in particolare sui lavoratori e i pensionati.

Poi è stata la volta dell’intervento conclusivo del Segretario Generale della CGIL di Siena Claudio Guggiari, che ha ricordato come a distanza di soli 4 mesi dal precedente Sciopero Generale la CGIL si trovi nuovamente in piazza per difendere il Paese e “per impedire che il suo indispensabile risanamento formi sempre più un modo ed un pretesto per ricostruire una società dove i ricchi, i furbi, i potenti ne diventino i padroni assoluti”. “L’Italia non è un paese di merda – ha ribadito Guggiari – in questa piazza ci sono tante donne e uomini, tanta gente per bene che chiede sobrietà, capacità, certezze, futuro, una classe dirigente all’altezza del Paese più bello del mondo”. “A fronte di un risanamento necessario – ha continuato il Segretario – dobbiamo e possiamo mettere in pratica un’altra ricetta, una proposta di cambiamento, un cambiamento che deve mettere al centro la necessità di investire sullo sviluppo e sulla crescita economica, che consegni opportunità di lavoro ai giovani e alle donne, stimoli nuove attività imprenditoriali che abbiano a riferimento l’ambiente ed il suo rispetto, investano sui temi della ricerca, della formazione, della scuola, dell’università e sulle infrastrutture”. “Tutto questo – ha concluso Guggiari – non è lontanamente presente nella manovra economica del governo, ci sono solo tagli, tasse e cancellazione di diritti”.

“Siamo davvero soddisfatti della grandissima risposta di oggi da parte dei cittadini” – dichiara il Segretario della CGIL Claudio Guggiari – “e ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato e ci sostengono in questa dura battaglia”. “Ma senza un cambiamento politico – conclude Guggiari – abbiamo la consapevolezza che non ce la potremo fare”.

CGIL Siena

Siena, 6 settembre 2011

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