Preoccupazioni per il futuro del camper
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 13, 2009
La FIOM CGIL di Siena nota con preoccupazione l’evidente calo di attenzione da parte dell’opinione pubblica nei confronti della grave situazione di crisi in cui da tempo si trova l’intero settore produttivo del camper. Non vorremmo che questo fosse da intendersi come un segnale che possa preludere ad una resa incondizionata verso quello che forse tanti cominciano a considerare un declino inesorabile e senza soluzioni, quando viceversa servirebbero idee e scelte coraggiose per andare a colmare un evidente deficit di prospettive.
Ed è proprio in questa logica che riteniamo opportuno ribadire alcune proposte che come FIOM CGIL avevamo già suggerito e che a tutt’oggi non hanno ancora trovato risposta.
In primo luogo, visto che il filo conduttore che lega tutte le maggiori aziende del settore è di avere assetti societari dove il controllo è in mano a fondi di investimento esteri o comunque di multinazionali con sedi oltre i confini italiani, sarebbe forse il momento di pensare ad un’azione di fusione o perlomeno collaborazione attiva fra le aziende più importanti affinché il primo anello della catena decisionale sia ricollocato nella sede naturale, vale a dire quella data dal territorio di produzione.
Sul fronte della ricerca e dell’innovazione tecnologica, le risorse messe a disposizione dalla Fondazione MPS tramite il recente bando straordinario anticrisi potrebbero essere utilizzate per un progetto da affidare ad un gruppo di ricercatori che possano mettere a disposizione del polo produttivo del camper uno studio finalizzato a rivoluzionare l’idea di camper così come lo intendiamo oggi. Agendo in primo luogo sulla componente dei consumi e ideando un mezzo maggiormente eco-compatibile, dove il termine eco sta a significare ecologico ed economico.
Per esempio, visto che la caratteristica del camper è di avere ampie superfici, e tenuto conto della scarsità di aree di servizio attrezzate che possano fornire il necessario approvvigionamento di elettricità, l’applicazione sulle superfici esterne del mezzo di supporti flessibili derivati dall’evoluzione tecnologica, già utilizzati negli impianti fotovoltaici di ultima generazione, fornirebbe l’energia elettrica necessaria durante la sosta o addirittura energia ausiliaria per autotrazione con enormi benefici sul fronte dei consumi di carburante.
Sono proposte sicuramente non risolutive, ma ciò che risulta inaccettabile è il silenzio che sta accompagnando le sorti di queste attività, e peggio ancora l’attendismo, l’apatia, l’incapacità a reagire che purtroppo sembra regnino indisturbate.
Siena, 12 marzo 2009
Marco Goracci, Segretario Generale FIOM CGIL Siena
Argomenti: camperistica, FIOM |
Io voto Io conto Io partecipo Io conto
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 10, 2009
VOTA nel seggio territoriale a te più vicino: seggi-territoriali-provincia-siena.pdf
PARTECIPA alla grande manifestazione del 4 aprile: pullman-provincia-siena.pdf
Argomenti: accordo separato, CGIL, contrattazione, manifestazioni |
Campostaggia: domani sarà possibile votare sull’Accordo separato
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 10, 2009
Poggibonsi – Domani mercoledì 11 marzo dalle ore 9 alle ore 13 presso il presidio ospedaliero di Campostaggia sarà possibile votare sull’Accordo separato di riforma del modello contrattuale. L’iniziativa è promossa dalla FP CGIL e dalla RSU CGIL della USL7 Val d’Elsa e si inserisce nel complesso delle iniziative che la CGIL sta promuovendo in queste settimane per far conoscere le motivazioni della propria contrarietà all’intesa sottoscritta da CISL e UIL e per far valere il principio democratico che a fronte della firma di accordi sindacali la voce debba passare dal voto delle lavoratrici e dei lavoratori.
FP CGIL Siena
Argomenti: accordo separato, contrattazione, FP |
Vigni: “La crisi ed il lavoro sono le nostre priorità”
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 9, 2009
“Siena Sindacato” intervista il Segretario Generale della CGIL di Siena Claudio Vigni.
D. Segretario Vigni, la CGIL non ha firmato l’accordo del 22 gennaio sul modello contrattuale, perchè?
R. Perché a nostro avviso non dà risposte ai gravi problemi che abbiamo nel Paese. Primi fra tutti la crisi economica ed i rischi occupazionali. Inoltre sul fronte salariale porta ad un ulteriore impoverimento dei redditi da lavoro e da pensione, quando tutti a parole concordano con noi che occorrerebbe aumentare il potere d’acquisto di lavoratori e pensionati.
D. Ma non pensate di essere considerati “la solita CGIL che dice no a tutto”?
R. E’ un rischio possibile perché la campagna che è stata orchestrata prima per arrivare all’Accordo separato escludendo la CGIL e poi dopo ha a disposizione mezzi enormi. Tuttavia credo che rispetto alla demagogia del Governo ed allo strapotere mediatico abbiamo dalla nostra la forza della ragione e della realtà quotidiana che purtroppo tocchiamo con mano ogni giorno.
D. Quali sono queste vostre ragioni?
R. Alcuni degli argomenti tecnici li trovate illustrati in queste pagine, ma a me interessa un dato politico in particolare: con questo accordo il Governo prosegue la sua politica di intervento nell’economia attraverso il taglio dei salari e dei diritti e non – come sarebbe necessario – investendo in ricerca, innovazione ed infrastrutture per competere con la qualità.
D. E’ la stessa politica del 2001/2002 quando il Governo Berlusconi voleva eliminare l’articolo 18?
R. Sì, nella sostanza è sempre quella politica, meno diretta, ma – oserei dire – altrettanto dirompente. Se quest’accordo passasse, alle prime avvisaglie di difficoltà non discuteremmo più di investimenti e di innovazione con le imprese, ma solamente di tagliare i salari per fare concorrenza a prezzi più bassi. Si innescherebbe un meccanismo di rincorsa al ribasso di cui non possiamo neppure immaginare le conseguenze nefaste per i lavoratori…
D. Ma allora come si può combattere questa crisi?
R. Siamo il Paese meno competitivo tra quelli industrializzati, abbiamo la percentuale più bassa di laureati e nonostante ciò i giovani che escono dall’università non trovano neppure un lavoro adeguato ai loro studi. Questa deve essere la vera sfida del Governo insieme alle imprese e alle parti sociali. Innalzare la qualità del lavoro oltre che la quantità. La crisi cambierà i consumi delle persone, la sfida è posizionarsi sul nuovo, investire, utilizzare le risorse di conoscenza e professionali che abbiamo. L’Accordo separato quindi è la conseguenza della scarsa attenzione che c’è verso il lavoro, i lavoratori ed i pensionati, i disoccupati, un ulteriore dannoso tassello che dobbiamo contrastare con forza, perché se non ci sarà un’inversione di tendenza avremo un Paese ancora più polarizzato tra ricchezza e povertà, dove tutti i lavoratori e i pensionati – anche con due stipendi in famiglia – rischieranno di essere poveri e dove per di più non ci saranno le risorse per garantire il welfare e la coesione sociale.
D. Per il 4 aprile avete indetto la manifestazione nazionale a Roma, pensate che i lavoratori ed i pensionati vi seguiranno?
R. Come ho già detto c’è una campagna mediatica molto forte contro la CGIL, ma sono convinto che il lavoro di coinvolgimento dei lavoratori e dei pensionati farà comprendere a tutti la bontà di questa nostra iniziativa. In questi giorni stiamo completando le assemblee in tutti i luoghi di lavoro e in tutte le Leghe del Sindacato Pensionati SPI CGIL e ne sta emergendo una grande volontà di non rassegnarsi di fronte alla crisi e agli attacchi ai diritti e ai salari. Sono convinto che il 4 aprile al Circo Massimo ci sarà una folla oceanica come nel 2002 con milioni di persone in piazza.
D. Avete promosso anche un referendum sull’Accordo separato…
R. Sì, di fronte ad accordi che hanno un peso così importante riteniamo indispensabile – come del resto abbiamo già fatto nel 2007 con l’Accordo sul welfare – far decidere i diretti interessati, cioè i lavoratori ed i pensionati, attraverso un referendum. Purtroppo CISL e UIL non hanno accettato la nostra proposta, ma noi siamo determinati nel far conoscere l’Accordo a tutti e nel far poi scegliere liberamente le persone. Dal 14 al 20 marzo tutti coloro che non hanno potuto votare all’interno dei luoghi di lavoro potranno farlo nei seggi che saranno allestiti in tutti i territori provinciali. Sono convinto che la partecipazione alle scelte, la possibilità di contare, di avere voce, sia una delle cose più apprezzate, soprattutto in una società in cui le scelte vengono spesso calate dall’alto e dove i più deboli non hanno possibilità di far sentire la loro voce.
D. Abbiamo parlato di crisi, ma da noi le cose come vanno?
R. Direi male, come nel resto dell’Italia. Spesso sbagliamo a dipingere la nostra provincia come un’isola felice. Anche da noi ci sono i problemi della qualità del lavoro e di una crisi che colpisce in profondità tutti i settori produttivi. Alcune migliaia di lavoratori precari hanno già perso il lavoro (si calcola dai 3.000 ai 4.000, per lo più giovani) e a questi si stanno aggiungendo i circa 3.000 cassaintegrati e gli oltre 600 – ad oggi – già in mobilità da ottobre 2008. Ma quello che è peggio è che ogni giorno le previsioni di ripresa si allontanano e questo ci porta a pensare che il peggio debba ancora arrivare perchè alla crisi produttiva di molte imprese si sommerà quella finanziaria che rischierà di strangolarle.
D. E la CGIL di Siena in questa situazione così difficile cosa sta facendo?
R. Stiamo gestendo le situazioni a livello aziendale, cercando di contenere le spinte ai licenziamenti e di promuovere gli investimenti e la ricerca. Abbiamo poi insistito affinché a livello locale le risorse disponibili venissero messe in circolo; il ruolo del credito è fondamentale, le banche devono fare la loro parte per garantire al sistema produttivo di superare questa fase. Abbiamo ottenuto l’impegno a rifinanziare la Finanziaria Senese di Sviluppo con 15 milioni di euro per sostenere le imprese ed abbiamo richiesto un bando straordinario della Fondazione Monte dei Paschi. Siamo soddisfatti del fatto che le nostre opinioni abbiamo trovato ascolto, anche se lo stanziamento è inferiore a quello che sarebbe necessario per far fronte ad un momento così difficile.
D. Quali interventi ritenete utili?
R. Gli interventi devono andare su due fronti: il primo per sostenere i lavoratori e le famiglie, il secondo per creare le condizioni per una ripresa della nostra economia. In tema di sostegno sociale abbiamo la priorità degli ammortizzatori sociali per tutti coloro che sono esclusi da questo indispensabile beneficio, penso ai lavoratori atipici, ma anche ad interventi per favorire il microcredito ed evitare che le famiglie in difficoltà entrino nella spirale perversa delle finanziarie o, come purtroppo avviene in tanti casi, dell’usura. Poi è necessario favorire la creazione di asili nido e di maggiori servizi per gli anziani, senza tralasciare progetti di ricerca od azioni che creino opportunità per giovani ricercatori all’interno delle imprese. Azioni concrete, immediate, che rimettano in moto competenze, energie professionali e lavoro, oltre che un po’ di denaro per invertire la spirale recessiva. Bisogna poi accelerare la spesa dei fondi già stanziati dalla Fondazione MPS – oltre 100 milioni di euro di erogazioni non spesi sono troppi (oltre l’1,5% del PIL provinciale); occorre una maggiore qualità dei progetti e soprattutto una maggiore responsabilità nel chiedere i contributi, oltre che regole più cogenti nell’erogazione.
D. Ma tutto ciò risolverà le problematiche del territorio senese?
R. Queste misure potranno alleviare le difficoltà, un’iniezione di risorse annua dell’1,5% del PIL è molto se si aggiunge alla gestione ordinaria e soprattutto se è utilizzata per azioni che hanno effetti moltiplicatori. In questi anni le risorse della Fondazione MPS hanno fornito un contributo importante nell’accrescere la quantità e qualità dei servizi sociali e spero che tutto questo possa anche migliorare per garantire a lungo la coesione sociale che è un patrimonio per ogni democrazia. Ma una risposta forte alla crisi potrà esserci solo se ci sarà un cambiamento della politica economica del Governo ed è per questo che saremo in piazza a Roma il 4 aprile.
Argomenti: accordo separato, CGIL, manifestazioni |
Aumento età pensionabile donne: inaccettabile penalizzazione
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 7, 2009
Proprio in occasione dell’8 marzo il Governo ha deciso di fare un regalo alle donne, ovvero ipotizza di innalzare a 65 anni l’età pensionabile delle lavoratrici del settore pubblico.
Il Dipartimento Pari opportunità e le donne della CGIL di Siena respingono in modo forte e deciso questa ipotesi perchè sarebbe un’ulteriore grave penalizzazione delle donne e contro proprio quel principio della parità fra uomini e donne che invece si vorrebbe far intendere alla base della scelta.
E’ curioso, infatti, come si vorrebbe celermente correre ad attuare una Direttiva Europea non tenendo conto delle disparità di genere di partenza del nostro Paese.
In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo sarebbe molto più utile impegnarsi per parificare altre situazioni, a partire dall’occupazione, dagli ammortizzatori sociali, dalle retribuzioni e dal lavoro.
Introdurre, in modo peraltro strumentale, questo argomento, non può che avere come obiettivo quello di avviare un dibattito nel Paese per distogliere l’attenzione dai problemi reali che impongono invece risposte concrete.
La CGIL di Siena ritiene quindi che si tratti di un ulteriore inaccettabile accanimento contro le donne, proposto vigliaccamente mascherandosi dietro alla cosiddetta gradualità.
Auguriamo così a tutte le donne un 8 marzo di festa e di lotta.
Paola Bittarello, Segreteria CGIL Siena
Siena, 7 marzo 2009
Cassa integrazione e licenziamenti: dopo le tute blu è la volta dei colletti bianchi
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 6, 2009
Ricorso alla cassa integrazione per i metalmeccanici senesi in aumento di 500 volte nei primi due mesi del 2009, come dire che nello stesso periodo dell’anno scorso, a fronte di 320 ore effettuate totalmente, quest’anno siamo ormai intorno alle 160.000 ore.
Dato allarmante che è destinato inesorabilmente ad aumentare, vista la situazione che le aziende del settore stanno prospettando sul fronte degli ordinativi a breve termine: Imer, Trigano, Whirlpool, Pramac, Itla, Swisel, Makor, Rimor, Vitap, solo per citare alcune delle aziende più note che versano in una situazione di seria difficoltà.
Se i lavoratori messi in cassa integrazione possono contare su una copertura da parte dell’Inps che si attesta mediamente su cifre di poco superiori alla metà del normale stipendio, con la speranza di traguardare al più presto la crisi e ritornare ad una situazione di normalità, è anche vero che quasi 400 persone del settore ormai hanno perso il loro posto di lavoro, con prospettive tutt’altro che rosee sulla possibilità di essere ricollocati nel giro di due anni.
Perdita di lavoro che per ora ha interessato prevalentemente lavoratori operai, ma stanno arrivando segnali molto chiari che fanno presagire nubi molto minacciose anche per i lavoratori con mansioni impiegatizie, considerati, a seguito del calo di produzione e fatturati aziendali in caduta libera, costi fissi che le aziende intendono ridurre drasticamente. Dipendenti questi, generalmente diplomati e laureati, fra i più vulnerabili ed esposti a processi di licenziamento anche perché, pur lavorando in aziende metalmeccaniche altamente sindacalizzate, cadono sovente nell’errore di credere – illudendosi – che mantenendosi lontano dalla vita sindacale e non prendendo parte ai tanti momenti di confronto e decisione, o all’occorrenza mobilitazione a cui i colleghi operai a volte ricorrono, possano entrare nelle grazie dell’impresa ed assicurarsi possibili riconoscimenti individuali diversamente non ottenibili, o addirittura diventare immuni da eventuali licenziamenti. Pure illusioni che sempre più frequentemente vengono infrante mettendo questi lavoratori davanti ad una realtà che pensavano appartenere solo ad altri.
Marco Goracci, Segretario Generale FIOM CGIL Siena
Siena, 5 marzo 2009
Argomenti: FIOM, metalmeccanici |
5 marzo – Manifestazione nazionale pensionati CGIL
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 4, 2009
http://www.spi.cgil.it/2/90/7825/schedabase.asp
Argomenti: manifestazioni, pensionati, SPI |
Vigni: “Indennità di disoccupazione per tutti coloro che hanno perso il lavoro”
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 4, 2009
NOTA STAMPA
“Giusta la proposta del leader del PD Franceschini di un assegno di disoccupazione per tutti coloro che hanno perso il lavoro indipendentemente dal tipo di contratto” – afferma Claudio Vigni, Segretario Generale della CGIL di Siena.
“L’atteggiamento liquidatorio assunto invece dal Governo Berlusconi nei confronti di questa ipotesi – prosegue Vigni – conferma la sua distanza dai tanti problemi che affliggono lavoratori, pensionati, giovani e precari, che rischiano di perdere il lavoro a causa di una crisi così difficile e prolungata. Dare a tutti un sostegno minimo quando si perde il lavoro sarebbe prima di tutto un segno di grande civiltà in attesa di una più ampia modifica degli ammortizzatori sociali che riduca le forti disparità attuali”.
“Investire circa 5 miliardi di euro su questo fronte – aggiunge il Segretario – sarebbe fondamentale per garantire un sostegno minimo a quei lavoratori che sono i primi ad essere espulsi dal ciclo produttivo ed inoltre una misura utile a garantire la coesione sociale nel Paese. Come sempre quando si tratta di aiutare gli ultimi il Governo si trincera dietro ai conti pubblici e all’equilibrio di bilancio, cose di cui si dimentica puntualmente quando si tratta di colpire l’evasione e l’elusione fiscale o di tassare di più i redditi immorali dei manager, forieri spesso dei disastri della finanza e dell’economia”.
“Pur proseguendo naturalmente la nostra battaglia – continua Vigni – contro le scelte di politica economica, i tagli alla formazione, alla ricerca e allo stato sociale e a favore di ammortizzatori sociali più equi, soprattutto da ora al 4 aprile, giorno della grande manifestazione nazionale a Roma, vogliamo anche che grazie alle risorse del bando straordinario della Fondazione Monte dei Paschi di Siena il nostro territorio dia subito una risposta ai precari, lavoratori atipici e a partita IVA, che hanno perso il lavoro. Dobbiamo aiutare chi non ha più un posto ed essere tutti promotori di uno stato sociale più giusto, equo e solidale. Per questo sosteniamo con forza la proposta nata al tavolo provinciale coordinato dalla Provincia di Siena ed il protocollo che ne è scaturito per il sostegno al reddito dei lavoratori licenziati per crisi aziendali occupazionali a partire da coloro che sono privi di ammortizzatori sociali – che interesserà circa 2.500 persone, soprattutto giovani – ed apprezziamo le prime aperture al progetto fatta dal Presidente della Fondazione MPS”.
“L’indennità di disoccupazione per tutti coloro che hanno perso il lavoro – conclude il Segretario – non sarà certo la soluzione, che deve rimanere il diritto al lavoro, ma comunque contribuirà ad una società più giusta e coesa”.
Siena, 3 marzo 2009
Argomenti: CGIL, disoccupazione |
SABATO 4 APRILE MANIFESTAZIONE A ROMA
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 3, 2009
per serie misure di contrasto alla crisi
contro l’Accordo separato
per i PULLMAN con partenza dalla provincia di Siena prenotati presso:
• la CGIL di Siena: La Lizza 11 – tel. 0577-2541 – fax 0577-254850 info.si@siena.tosc.cgil.it
• le Camere del Lavoro del territorio senese
Argomenti: accordo separato, CGIL, contrattazione, manifestazioni |
NO ai diritti negati NO all’Accordo separato
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 3, 2009
La crisi e le nostre proposte: IL NOSTRO PAESE, COME TUTTO IL MONDO, E’ ATTRAVERSATO DA UNA CRISI STRAORDINARIA L’attuale crisi economica ha una straordinaria pesantezza:§ la cassa integrazione cresce ogni mese di milioni di ore§ migliaia di lavoratori precari conoscono la minaccia di perdere il lavoroPer contrastarla, per non rassegnarsi ad un futuro più povero, più precario e con meno lavoro, servono provvedimenti straordinari:§ meno tasse sul lavoro e aumento delle pensioni§ più ammortizzatori sociali e cassa integrazione anche per i precari§ investimenti pubblici subito, in formazione, ricerca, innovazione ed infrastrutture§ investimenti e sostegno all’industria§ più intervento pubblico a tutela delle protezioni sociali§ reperire maggiori risorse per contrastare la crisi attraverso la lotta all’elusione e all’evasione fiscale e la tassazione straordinaria dei redditi oltre i 150.000 euroQuesti sono gli interventi straordinari che la CGIL chiede da tempo al Governo.La crisi si attraversa difendendo il lavoro, investendo perché ci sia un futuro.Chi durante la crisi non tutela i salari, gli stipendi, le pensioni, non contrasta la disoccupazione, agisce contro il lavoro, fa pagare ai lavoratori dipendenti e ai pensionati i costi della crisi. Si tratta di una scelta contro il futuro del Paese perché:§ non c’è industria senza il lavoro§ non c’è futuro senza ricerca e senza investimenti Il tempo non è infinito. Le scelte vanno fatte prima che gli effetti diventino strutturali, prima che la cassa integrazione diventi disoccupazione, prima che la fermata delle fabbriche diventi irreversibile. Troppo tempo è passato senza che il Governo intervenisse e per questo già tanti lavoratori, a partire dai precari, hanno perso il lavoro. L’Accordo separato: Dopo settimane di latitanza il 22 gennaio scorso il Governo ha convocato il primo incontro sulla crisi. In quell’incontro ha continuato a negare la crisi, ha dimostrato di non avere idea di come e cosa fare, ha semplicemente deciso di non andare oltre qualche slogan. Il Governo si è presentato senza proposte. Politiche industriali, ammortizzatori, investimenti, credito: parole scomparse dagli interventi. Un incontro solo per dividere il sindacato e produrre un accordo separato. Ha voluto la divisione contro la partecipazione: ha diviso il sindacato perché è contro il lavoro. Ha nascosto l’assenza di idee, proposte e soldi con l’Accordo separato sul modello contrattuale, ha scelto di non dare risposte alla crisi e di ‘forzare’ per raggiungere un accordo separato sugli assetti contrattuali. Il nostro NO: La CGIL ha detto no a quell’Accordo perché, tra l’altro,§ non tutela i salari, ma prevede e programma invece la riduzione della loro tutela;§ programma salari contrattuali inferiori all’inflazione e non prevede mai il recupero;§ riduce il ruolo e la forza del contratto nazionale, indebolendo la contrattazione;§ prevede deroghe che peggioreranno i contratti nazionali istituendo di fatto le gabbie salariali e favorendo il dumping sociale;§ non allarga la contrattazione di secondo livello, semmai le attribuisce la possibilità di ridurre le tutele previste nel contratto nazionale;§ sostituisce bilateralità a contrattazione;§ mette in discussione il diritto di sciopero – che per la Costituzione è un diritto del singolo lavoratore – limitandolo arbitrariamente attraverso una misurazione della rappresentatività non condivisibile;§ i costi della crisi non possono pesare solo sul lavoro dipendente. L’ACCORDO SEPARATO DI PALAZZO CHIGI NON SERVE A CONTRASTARE LA CRISI La CGIL ha detto NO ad un accordo sbagliato PER I LAVORATORI Democrazia e contrattazione sono fondamentali nel presente e nel futuro. La contrattazione è strumento per governare la crisi, per tutelare il lavoro, serve ad unire, a valorizzare il lavoro. Governo, Confindustria e Associazioni delle imprese vogliono utilizzare la crisi per ridurre le tutele sociali, il diritto al lavoro, la contrattazione. La divisione sindacale viene utilizzata per provare ad imporre questa strada. La CGIL non rinuncia ad un’idea diversa, non si rassegna ad un Paese più povero. La cassa integrazione può essere usata solidarmente, i precari devono poterla utilizzare, la contrattazione è Io strumento. La CGIL continuerà la sua iniziativa per la contrattazione e la partecipazione. Il voto: La CGIL ritiene che sull’Accordo debbano decidere i lavoratori e i pensionati e ha convocato assemblee in tutto il Paese, dentro e fuori i luoghi di lavoro, per informarli sulle politiche del Governo e sulle posizioni di Confindustria in merito a:§ i temi della crisi economica e produttiva§ i contenuti dell’Accordo separato siglato il 22 gennaio scorso Mentre l’Italia è attraversata da una pesante crisi, a fronte della sospensione o chiusura di moltissime attività industriali e commerciali, della perdita di migliaia e migliaia di posti di lavoro, dell’impoverimento delle famiglie:§ le decisioni concrete tardano a venire, così l’Italia rallenterà ulteriormente rispetto al resto d’Europa dove si è già intervenuti con manovre economiche e scelte industriali§ le risorse stanziate dal Governo e le modalità previste sugli ammortizzatori sono assolutamente inadeguate§ si accentua la pressione fiscale sul lavoro dipendente e sulle pensioni mentre nulla si fa per contrastare l’evasione e l’elusione fiscale§ le misure per il sostegno al reddito sono inadeguate o episodiche, come il bonus alle famiglie (un provvedimento una tantum, con criteri che non danno la certezza che sia usufruito dalle famiglie numerose e in condizione di povertà) o la social card, che continua a dimostrare i limiti di diffusione e di utilizzo Per la CGIL sono invece indispensabili, da subito, risposte per tutti i settori attraversati dalla crisi, il rilancio degli investimenti nelle infrastrutture, una politica per la crescita dei redditi da lavoro e delle pensioni.
Argomenti: accordo separato, CGIL, contrattazione |