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DOCUMENTO CONCLUSIVO DEL DIRETTIVO CGIL

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Giugno 10, 2010

Roma, 10 giugno – Di seguito il testo del documento conclusivo approvato all’unanimità dal Comitato Direttivo Nazionale della CGIL che si è svolto dal 7 al 9 giugno.

DOCUMENTO CONCLUSIVO DEL DIRETTIVO CGIL

Roma, 9 giugno 2010

Il Comitato Direttivo della CGIL ritiene che la “manovra correttiva” 2011-2012 di circa 24,965 miliardi di euro, varata dal governo con il D.L. 78/2010 (“Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”), fermo restando che i Conti pubblici debbano tornare in ordine, sia una manovra sbagliata e iniqua. Sbagliata perché non vi sono provvedimenti di sostegno all’occupazione, alla crescita e allo sviluppo. Iniqua perché divide il paese caricando i costi della manovra sui lavoratori dipendenti, pubblici e privati, sulle Regioni, sugli Enti Locali e sui cittadini più esposti. La manovra risulta iniqua al Nord come al Sud dell’Italia; tanto verso i giovani quanto verso i pensionati, sottraendo risorse alla parte più debole del paese e gravando soprattutto sulle lavoratrici e i lavoratori. Il tutto senza richiedere alcun contributo a quel 10% di famiglie che detiene il 45% dell’intera ricchezza netta del paese e ai grandi manager. Tutti costoro, compreso il sistema delle imprese, non pagheranno un euro in più.
La condizione di difficoltà dei Conti pubblici italiani non è stata dettata solo dalla crisi e dalla congiuntura internazionale, ma principalmente dagli errori commessi nella gestione della finanza pubblica e dalle scelte di politica economica compiute dall’attuale governo, in un contesto di subalternità della stessa Confindustria. Non è con i “tagli lineari” alla spesa pubblica che si esce dalla crisi. Senza una politica per la crescita e per l’occupazione, il rischio è un’ulteriore manovra correttiva. Tutto ciò mentre la crisi continua a bruciare posti di lavoro (che si aggiungono agli oltre 700mila posti già persi dal 2008), con oltre 1.500mila lavoratrici e lavoratori coinvolti dalla Cassa Integrazione, con il tasso di disoccupazione giovanile più alto d’Europa.
Per questo la CGIL ribadisce che, assieme ad una vera politica industriale, occorre rifinanziare da subito gli ammortizzatori in deroga e riformare gli ammortizzatori sociali in senso universale e promuovere la piena e buona occupazione. Per questo la CGIL, ha posto come priorità la difesa dell’occupazione, la crescita e lo sviluppo, proponendo un “Piano straordinario del Lavoro” fondato su una politica industriale, su investimenti pubblici e sull’ingresso delle nuove generazioni nei settori strategici dell’economia pubblica, istruzione e ricerca. Il governo, con le misure previste nella manovra correttiva, sta facendo esattamente il contrario, ai tagli della scuola, università e ricerca aggiunge ulteriori tagli, a differenza di paesi come gli Stati Uniti o la Germania che invece continuano ad investire risorse nell’istruzione e nella ricerca, con la consapevolezza che per uscire dalla crisi e risanare i bilanci pubblici serve maggiore crescita e più occupazione.
Il CD della Cgil considera molto importante la mobilitazione europea decisa dalla CES per il 29 settembre, rendendo così evidente che in tutta Europa i sindacati si mobilitano e lo fanno unitariamente. Se anche nel nostro Paese Cisl e Uil si rendessero disponibili ad una mobilitazione unitaria tutto il sindacato sarebbe più forte nel contrastare e cambiare una manovra così ingiusta e iniqua.
Il CD della CGIL ritiene che la gravità e la profondità della crisi avrebbero dovuto portare ad un’Europa più forte e ad una linea di politica economica e sociale sovranazionale più marcata in cui far rientrare la difesa dell’Euro. Al contrario, le logiche nazionalistiche hanno prevalso sull’idea di “Europa stato-nazione”, agendo in coordinamento internazionale solo dinnanzi alla contingenza della crisi greca. In tale prospettiva sono state elaborate le diverse “manovre correttive” dei principali paesi industrializzati europei. Tali manovre, infatti, sono state fondate su alcuni tratti in comune: in particolare, il ridimensionamento del perimetro pubblico e la riduzione della spesa pubblica, con specifici tagli ai sistemi del welfare. Tuttavia, a fianco di queste direttrici in tutti i paesi vengono tassate anche le componenti più ricche della società (banche, redditi alti, grandi patrimoni, etc.). Nel nostro paese, invece, vengono colpiti solo i più deboli, senza toccare le vere “caste”. Il governo italiano, pur avendo speso meno risorse (0,1%) di tutti i paesi del G-20 per stimolare la ripresa, ha stabilito una “manovra correttiva” di proporzioni simili a quelle delle principali economie avanzate. Per questo il CD della CGIL ritiene ancora più grave una manovra basata su:
• il blocco delle retribuzioni, degli automatismi e degli scatti di anzianità per i lavoratori pubblici; il congelamento delle liquidazioni dei lavoratori pubblici; la riduzione del 50% della spesa per tutti i contratti “flessibili” (lavoratori a tempo determinato, collaboratori delle amministrazioni pubbliche, lavoratori interinali, LSU e formazione-lavoro), il cui posto di lavoro o la cui fonte di reddito viene pesantemente messa in discussione.
• Lo scioglimento di Enti strategici per la ricerca che, assieme ai tagli nella Scuola, comporta una dispersione di lavoratrici e lavoratori altamente qualificati, soprattutto giovani.
• Tagli pesanti per le Regioni e gli Enti Locali, generando un’inevitabile ricaduta sulle lavoratrici e sui lavoratori, sugli immigrati, sugli anziani, sulle famiglie, sui cittadini, in termini di minori servizi socio-assistenziali, soprattutto verso i non autosufficienti, o di maggiori tasse, in totale contraddizione con quanto il governo ha enunciato sin qui sul federalismo.
• Irrigidimento del sistema previdenziale, con allungamento dei tempi di uscita senza alcun beneficio per le nuove generazioni, discriminando le donne e allargando le disuguaglianze.
• Il limite di 10.000 beneficiari della deroga all’applicazione delle nuove finestre di accesso collocati in mobilità lunga è insufficiente rispetto all’attuale crisi economica: molte lavoratrici e molti lavoratori rischiano di rimanere per un lungo periodo di tempo senza alcun sostegno economico e senza pensione.
• Un attacco alla categoria degli invalidi, con un falso contrasto agli abusi attraverso l’aumento della percentuale di invalidità necessaria per accedere all’indennità.
• L’assenza di una politica per il rilancio del sistema economico-produttivo del Mezzogiorno in corrispondenza dello svuotamento delle risorse del FAS.

Pur apprezzando la reintroduzione delle norme sulla tracciabilità, che come CGIL avevamo proposto di ripristinare anche con Decreto già nel 2009, va sottolineato che, se non fosse stata tolta all’inizio della legislatura, sarebbero entrati circa 10 miliardi in più nelle casse dello Stato. In ogni caso va prevista una maggiore tassazione sui capitali rientrati con lo scudo fiscale insieme ad una maggiore tassazione delle rendite finanziarie e dei grandi patrimoni che, come indicato nelle nostre proposte di riforma fiscale “per un fisco giusto”, sono indispensabili per ridurre le tasse sul lavoro, sulle pensioni e sulle nuove generazioni. Proprio per sostenere un piano di buona occupazione delle nuove generazioni consideriamo necessario l’aumento temporaneo dell’aliquota marginale per i redditi oltre i 150.000 euro.

Inoltre non possiamo che continuare l’azione di contrasto al “Collegato Lavoro” del governo che, anche dopo il giusto rinvio alle Camere ad opera del Presidente della Repubblica, continua a mantenere il carattere di destrutturazione del diritto del lavoro e dei principi costituzionali in esso finora garantiti. Anche per questo e per difendere la Costituzione la CGIL ha concorso a promuovere l’importante manifestazione che si è svolta il 2 giugno a Milano.

Per tutto questo, il CD della CGIL ritiene che vada sviluppata una grande campagna di informazione e comunicazione capillare, nei luoghi di lavoro e in tutti i territori, prevedendo assemblee e attivi territoriali, al fine di:
• costruire una consapevolezza forte e diffusa dell’inadeguatezza e dell’iniquità della manovra, a sostegno di una manovra alternativa basata sulle nostre proposte per superare le iniquità e le ingiustizie, difendere l’occupazione e costruire una politica di sviluppo, anche con l’obiettivo di unire il mondo del lavoro e dei pensionati per superare le divisioni sindacali laddove possibile;
• realizzare la più ampia partecipazione alla giornata di mobilitazione e alla manifestazione nazionale indetta dalla CGIL, che si terrà il 12 giugno 2010 a Roma.

Il CD della CGIL, inoltre, proclama lo Sciopero generale per il giorno 25 giugno di almeno 4 ore per i lavoratori dei settori privati e di 24 ore per quelli pubblici. Sulla base di particolari situazioni territoriali le strutture possono scegliere altre modalità temporali (2 luglio) e/o organizzative, con manifestazioni regionali o territoriali e impegna tutta l’organizzazione, le RSU, i quadri e i delegati al massimo sforzo per la riuscita delle iniziative. Il CD della CGIL esprime la propria contrarietà per la legge in discussione alla Camera relativa alle intercettazioni poiché si presenta nei fatti come un testo limitativo per l’efficacia delle indagini dei magistrati e che mette “il bavaglio” al diritto all’informazione dei cittadini operando una censura ai giornali e alle televisioni e impegna l’organizzazione a promuovere, in accordo con gli operatori della sicurezza, magistrati, giornalisti e tutte le associazioni che intendono partecipare, tutte le iniziative di mobilitazione e contrasto necessarie.

U.S. CGIL

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