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Epifani: no al principio della derogabilità del contratto. Necessaria per il nostro Paese maggiore equità

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 10, 2010

 
La situazione economica e politica dell’Italia, ha dichiarato il Segretario Generale CGIL, “ci impone di scendere in piazzail 29 settembre in occasione della Giornata europea di mobilitazione, il 16 ottobre con la FIOM, per poi proseguire con la definizione di una manifestazione nazionale » Video su CGIL.TV
10/09/2010 da www.cgil.it

La CGIL è pronta “a discutere di quale deve essere il profilo di un contratto nazionale più largo e più generale” ma “restiamo e resteremo contrari al principio della derogabilità al contratto nazionale”. E’ quanto ha affermato il leader di Corso d’Italia, Guglielmo Epifani, durante il suo intervento alla festa organizzata dalla CGIL Roma e Lazio. “Una bellissima festa” come la ha definita Epifani “partecipata e plurale” il segno di un’organizzazione “che vuole dialogare con tutti, coerente con le cose che dice”. Il tema della derogabilità è stato toccato più volte da Epifani nel suo intervento spiegando che è un percorso che non va bene “perché se ogni azienda fa la sua richiesta che cosa rimane del contratto nazionale?”.

Nonostante tutti i tentativi in atto, spiega Epifani, commentanto la situazione politica del nostro Paese, “la CGIL non si farà mettere sull’aventino”, perchè le nostre battaglie sono il “frutto di una straordinaria coerenza”. In Italia, ha proseguito Epifani “c’è necessità di equità, se c’è bisogno di fare sacrifici siano chiamati tutti a farli, in proporzione ai redditi e ai patrimoni”, soprattutto perché la crisi che è in atto “anche quando ci sarà una ripresa non produrrà più occupazione”, soprattutto se non si investirà in sviluppo, “il nostro Paese ha bisogno di politiche industriali”.

“Appartengo a coloro che non ne possono più”. Ha proseguito Epifani. “Non siamo un Paese figlio di un Dio minore. Non meritiamo questa classe dirigente, questo spettacolo. Dobbiamo uscire da questa situazione”. “Non sta a noi chiedere elezioni, vedo che anche il presidente di Confindustria si è esercitato nel dire ‘no’, ma così non si puo’ andare avanti. Dobbiamo cambiare – ha insistito -. Il Paese ha bisogno di riforme vere, di processi di rinnovamento che tengano unito il Paese”.

Tutto questo, ha ricordato Epifani, produrrà il bisogno di scendere in piazza. Il 29 settembre la mobilitazione nazionale Europea e il 16 ottobre la manifestazione della FIOM. Poi proseguiremo con una grande mobilitazione nazionale di cui stiamo definendo la piattaforma “perchè noi – ha concluso – vogliamo stare in campo”.

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