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Crisi: Camusso, contrattazione sociale territoriale fondamentale per ridurre le disuguaglianze sociali

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 12, 2011

Crisi: Camusso, contrattazione sociale territoriale fondamentale per ridurre le disuguaglianze sociali
Nell’aprire la seconda Assemblea delle Camere del Lavoro, in corso a Chianciano Terme, il Segretario Generale della CGIL parla di democrazia sindacale e affronta la questione FIAT, accusando Marchionne di “insultare ogni giorno il Paese” non rendendo noto il vero piano ‘Fabbrica Italia’ » Volantino
» Temi della contrattazione: Casa (Articolo Video), Sanità, Infanzia, Sostegno al reddito
» FOTO / VIDEO: Intervento Camusso
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11/01/2011 da www.cgil.it

Nel 2011 il tema della contrattazione sociale territoriale assume una centralità senza precedenti. Ciò, in ragione degli effetti dei tagli lineari operati dal Governo e nell’attesa di un 2012 ancora più difficoltoso, per le conseguenze della crisi, per il crescere della disoccupazione, soprattutto giovanile, per la sempre maggiore difficoltà, da parte degli enti locali in mancanza di risorse, di costruire un welfare inclusivo. Con questo monito il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, ha aperto la seconda Assemblea Nazionale delle Camere del Lavoro, una due giorni interamente dedicata al tema della contrattazione sociale territoriale.

Secondo la leader della CGIL, oggi, siamo di fronte ad una situazione “che abbiamo temuto a lungo e che, nel corso dei mesi, abbiamo visto verificarsi, cioè: il progressivo spostamento del costo della crisi sulle spalle dei lavoratori e dei cittadini più deboli”, a causa soprattutto, ha spiegato Camusso, di un Governo “che non ha voluto nè gestire nè contrastare la crisi stessa”. In una situazione non positiva e che potrebbe peggiorare, il Segretario Generale della CGIL ha voluto però sottolineare che “si può difendere questo paese e attrezzarlo rispetto alla crisi” e ricollegandosi hai temi di ‘come si sta nel  territorio’, ha aggiunto, “bisogna smettere di alimentare le divisioni” e prendere in seria considerazione tutti gli elementi di un profondo malessere economico e sociale, come lo scoraggiamento di chi cerca lavoro. “Questo si può fare – ha detto Camusso – decidendo di spostare due equilibri”, fortemente garantiti dalla attuale maggioranza di Governo. Il primo, quello fiscale, introducendo la patrimoniale alla francese e smettendo di prelevare maggiormente dai redditi dei dipendenti e dei pensionati; il secondo, procedendo ad una riforma fiscale che abbassi la tassazione sul lavoro.

Camusso è poi intervenuta sulla complessa questione della democrazia sindacale, chiedendo: “si può immaginare un confronto tra le parti sociali senza affermare con chiarezza che il sistema delle relazioni è basato sul reciproco riconoscimento e sulla libertà dei lavoratori di decidere a che sindacato vogliono appartenere?”. A questo proposito, la dirigente sindacale ha affermato di sapere che in molti, anche all’interno di  Confindustria, si sono espressi per il mantenimento delle regole dell’accordo del ’93, “e vediamo – ha detto – gli imbarazzi nel sostenere la linea della FIAT”.

Rivolgendosi poi all’amministratore delegato, Sergio Marchionne,  la dirigente sindacale ha accusato “insulta ogni giorno il Paese”, non rendendo noti i veri dettagli del piano ‘Fabbrica Italia’. “Se FIAT può tenere nascosto il piano – ha spiegato Camusso  – è anche perché c’è un Governo che non fa il suo lavoro, ma è ‘tifoso’ e promotore della riduzione dei diritti”.

A pochi giorni dall’inizio del referendum tra i lavoratori dello stabilimento torinese FIAT di Mirafiori, Camusso ha dichiarato che, “la vittoria dei sì, è un risultato che non ci auguriamo, ma che non possiamo escludere”, e che, il tema centrale su cui riflettere è “come il giorno dopo evitare le conseguenze di quell’accordo. Lo dobbiamo soprattutto a quei lavoratori che voteranno no”, come la Confederazione ha indicato.
Nel concludere, dal palco dell’Assemblea delle Camere del Lavoro, la leader della CGIL ha avvertito “non si può ripartire e costruire un’altra storia dal di fuori” poiché, ha sottolineato “le alleanze esterne sono importanti e vanno costruite, ma – ha detto Camusso – se non siamo dentro le fabbriche a costruire le tutele diventiamo dipendenti da altri”.

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