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Crisi: cala Cassa a giugno ma crescono aziende in CIGS

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 18, 2011

Crisi: cala Cassa a giugno ma crescono aziende in CIGS
Secondo l’Osservatorio CIG del dipartimento Settori produttivi della CGIL sono ancora 500mila i lavoratori coinvolti che hanno subito un taglio del salario da inizio anno di circa 2 miliardi di euro, pari a 4.000 euro in meno in busta paga per ogni singolo lavoratore. Per la Confederazione “il quadro è sempre più drammatico e il taglio della manovra, che picchia sui lavoratori, aumenterà le diseguaglianze sociali scaricando i costi della crisi sulle fasce deboli del paese”
» Rapporto CIG giugno 2011 » Causali aziende CIGS, giugno 2011
18/07/2011 da www.cgil.it

Se l’andamento della Cassa integrazione si conferma altalenante, quanto sia ancora “allarmante e molto grave” la situazione produttiva emerge dal dato delle aziende che ricorrono alla Cassa integrazione straordinaria (CIGS): i ricorsi ai decreti di CIGS crescono nel primo semestre, sullo stesso periodo dello scorso anno, del +9,29% per un totale di 3.883, coinvolgendo 5.778 unità aziendali territoriali. Sono in sintesi i nuovi numeri delle elaborazioni della CGIL, a cura dell’Osservatorio CIG del dipartimento Settori produttivi, sui dati della Cassa integrazione dell’INPS nel rapporto di giugno.

Lo studio del sindacato sottolinea come “le oscillazioni del ricorso alla Cassa non sottintendano un processo di ripresa”. Dopo i forti incrementi messi a segno a maggio, lo scorso mese si è registrata una flessione nel ricorso alla CIG. Le 82.440.006 di ore di giugno calano del -20,05% sul mese precedente coinvolgendo ancora stabilmente 500mila lavoratori (di cui 216.000 in straordinaria e 164.000 in deroga) che hanno subito un taglio del salario da inizio anno di circa 2 miliardi di euro, pari a 4.000 euro in meno per ogni singolo lavoratore.

Ma quanto ancora incida la crisi nel settore produttivo, sottolinea l’analisi di corso d’Italia, si rileva dal numero delle aziende che ricorrono ai decreti di CIGS “in continuo aumento”. Secondo il Segretario Confederale della CGIL, Vincenzo Scudiere, infatti, “la flessione della Cassa integrazione non deve trarre in inganno: il quadro rimane allarmante alla luce di quelle crisi industriali che da mesi si trascinano rimanendo insolute. Sono solo la punta dell’iceberg di una crisi – osserva il dirigente sindacale – che si acuisce non trovando risposte da parte del governo assente sul fronte delle politiche economiche così come di quelle industriali”.

Causali di CIGS – Forte a giugno la crescita del numero di aziende che fanno ricorso ai decreti di Cassa integrazione straordinaria. Nel primo semestre i decreti sono stati 3.883 con un aumento del +9,29% sullo stesso periodo del 2010. I decreti investono 5.778 unità aziendali territoriali con un +16,75%, sempre sul primo semestre dello scorso anno, in conseguenza, spiega il rapporto, “di un aumento maggiore di gruppi industriali con insediamenti in più territori piuttosto che di aziende singole”. Nel dettaglio dei decreti si registra un calo dei ricorsi per crisi aziendale (-7,28%) ma che rappresentano ancora la fetta più importante del totale dei decreti, ovvero il 61,68% pari a 2.395.

Inoltre continuano ad aumentare le domande di ricorso al fallimento, che sono 242 con un +68,06 sul primo semestre del 2010, così come il ricorso al concordato preventivo, 150 richieste per un +40,19%, e in generale crescono le domande sulle altre causali. In crescita anche le domande per ricorre ai contratti di solidarietà che raggiungono quota 784 per un +68,24%, rappresentando il 20,19% del totale dei decreti (nel 2010 erano il 13,12% del totale). Sempre poche, infine, le domande di ristrutturazione aziendale: solo 118 pari al 3,04% del totale. Così come sono marginali gli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale delle aziende che sono il 6,88% del totale dei decreti.

Per quanto riguarda la ripartizione geografica, è il nord del paese dove si concentra la quasi totalità dei decreti anche se si registrano aumenti percentuali significativi nel Mezzogiorno. In Lombardia si contano, nel primo semestre, 1.215 decreti per un +22,23% sullo stesso periodo dello scorso anno, in Emilia Romagna sono 481 per un +2,12% e in Veneto 473 (+0,64%). I maggiori incrementi percentuali si registrano in Toscana (247 decreti per un +84,33%), in Sardegna (52 per +79,31%) e in Trentino (44 per +33,33%).

Dati CIG giugno – Entrando nel dettaglio del rapporto di Corso d’Italia il totale delle ore di CIG da inizio anno è di 511.138.767 per un -19,33% sui primi sei mesi del 2010. Nello specifico la Cassa integrazione ordinaria (CIGO) a giugno si attesta a 18.717.361 ore e diminuisce sul mese precedente del -5,90%. Da inizio anno il monte ore è pari a 118.574.570 con una variazione tendenziale del -44,30%. Anche la Cassa integrazione straordinaria, sempre lo scorso mese, cala su maggio per un -34,67% per un totale di 33.743.808 ore. Nei primi sei mesi del 2011 le ore di cigs sono state 223.042.498 per un -9,43% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le ore di CIGS, fa notare il rapporto, rappresentano ormai il 50% del monte ore complessivo. Infine, per quanto riguarda la Cassa integrazione in deroga (CIGD) si registrano cali sia sul versante congiunturale che su quello tendenziale. A giugno conta 29.978.837 di ore richieste segnando così un -5,35% su maggio, mentre da inizio anno le ore sono state 169.521.699 per un -2,82% sul periodo gennaio-giugno del 2010.

Regioni – Sono le regioni del nord quelle dove si è registrato il ricorso più alto alla Cassa integrazione da inizio anno. Dal rapporto dell’Osservatorio CIG della CGIL Nazionale emerge che al primo posto per ore di Cassa integrazione autorizzate c’è la Lombardia con 116.602.985 ore registrate lo scorso mese che corrispondono a 112.987 lavoratori (prendendo in considerazione le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il Piemonte con 89.510.289 ore per 86.735 lavoratori e il Veneto con 44.013.110 ore di cig autorizzate per 42.648 lavoratori. Prima in questa classifica tra le regioni del centro c’è il Lazio con 33.601.044 ore che coinvolgono 32.559 lavoratori. Mentre per il Mezzogiorno è la Campania la regione dove si segna il maggiore ricorso alla CIG con 29.451.899 ore per 28.539 lavoratori.

Settori – E’ la meccanica il settore in cui si conta il ricorso più alto allo strumento della cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e in deroga). Secondo il rapporto della CGIL, infatti, sul totale delle ore registrate da gennaio a giugno, la meccanica pesa per 188.529.375, coinvolgendo 182.684 lavoratori (prendendo come riferimento le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il settore del commercio con 58.943.946 ore di CIG autorizzate per 57.116 lavoratori coinvolti e l’edilizia con 46.467.998 ore e 45.027 lavoratori.

Occupazione e lavoratori in CIG – Nel mese di giugno, considerando un ricorso medio alla CIG, pari cioè al 50% del tempo lavorabile globale (13 settimane), risultano essere 990.000 i  lavoratori in CIGO, CIGS e in CIGD.  Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 26 settimane lavorative, si determina un’assenza completa dall’attività produttiva per 495.000 lavoratori, di cui 216.000 in cigs e 164.000 in CIGD. Dai calcoli dell’Osservatorio CIG si rileva come i lavoratori parzialmente tutelati dalla CIG abbiano perso nel loro reddito 1.960.020.580 euro, pari a 3.957 euro per ogni singolo lavoratore. “Il quadro è sempre più drammatico – conclude Scudiere – e il taglio della manovra, che picchia sui lavoratori, aumenterà le diseguaglianze sociali scaricando i costi della crisi sulle fasce deboli del paese”.

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