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La manovra finanziaria: iniqua e classista

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 19, 2011

La manovra finanziaria: iniqua e classista

 

Nel nome della responsabilità nazionale una intera classe politica pretende di farci digerire i nuovi ticket sanitari, tanto che per molte prestazioni sarà meno costoso accedere al privato (effetto voluto?!), il nuovo blocco in tutto il pubblico impiego, i tagli alla scuola e agli insegnanti di sostegno, la penalizzazione delle pensioni degli ex lavoratori dipendenti rispetto alla inflazione che ha ricominciato velocemente a salire, il continuo aumento dei requisiti pensionistici per anzianità e vecchiaia per donne e uomini, pur in presenza di un mercato del lavoro che continua a buttare fuori i lavoratori in età sempre più basse, il sicuro siluro verso le pensioni di reversibilità e tutte le prestazioni assistenziali, dalle indennità di accompagnamento all’insieme delle prestazioni già oggi insufficienti per le condizioni di disabilità e di povertà; per non parlare dell’annuncio di una riduzione del 20% di tutte le detrazioni fiscali che in un qualche modo sostengono le famiglie di lavoratori e pensionati.

Il governo taglia arbitrariamente i diritti sociali e addirittura impedisce ai cittadini di poter ottenere giustizia attraverso il ricorso alla magistratura, ma l’Inca farà di tutto per impedire che questo avvenga.

E’ decisamente una manovra di classe quella che il Parlamento ha appena approvato, nel senso che è tutta concentrata su un tentativo di risanamento del debito pagato solo ed esclusivamente dai lavoratori dipendenti , dai pensionati, dalle famiglie meno abbienti, dai giovani, dalle donne e dai disabili. Un vero capolavoro di ingiustizia sociale per l’oggi e soprattutto per le ipoteche messe sul futuro di tutte queste figure sociali. Una manovra che, sull’onda della drammatizzazione prodotta dalla speculazione dei mercati finanziari che hanno così denunciato l’insipienza e la irresponsabilità di questo governo, si è via via caricata, nei pochi giorni trascorsi dalla sua presentazione alla approvazione, in termini sia di crescita drammatica del suo impatto economico sia di ingiustizia sociale; anzi, il paradosso è che quanto più si rendeva necessario aumentarne il peso economico , tanto più il governo imponeva che il prezzo venisse a ricadere sempre di più e soltanto su tutti i capitoli dello Stato sociale, e quindi esattamente sulle classi sociali, che fin dall’inizio della crisi economica stanno pagando il prezzo più alto in termini occupazionali, di reddito, di prestazioni sociali e di tutele.

E siccome sanno bene che gran parte di quelle disposizioni sono pure illegittime, l’ultima beffa la si trova negli interventi in materia di processo del lavoro e per cause previdenziali, con il chiaro intento di impedire a lavoratori e pensionati e a chi li tutela di poter far valere i loro diritti davanti a un giudice. I costi imposti per adire in giudizio, la riduzione dei termini di prescrizione per le prestazioni pensionistiche, la via crucis che si impone agli invalidi per dimostrare il loro diritto, la serie di interpretazioni autentiche volte ad impedire il consolidarsi di interpretazioni di leggi in favore di lavoratori e di pensionati che come patronati avevamo ottenuto dai giudici, sono solo

esempi di come non solo il governo taglia arbitrariamente i diritti sociali, ma addirittura impedisce ai cittadini di poter ottenere giustizia attraverso il ricorso alla magistratura. Naturalmente, per parte nostra , come Inca faremo di tutto per impedire che questo avvenga e continueremo a garantire a lavoratori e pensionati la piena tutela per l’esercizio dei loro diritti, a partire da quelli che oggi si pretende arbitrariamente di negare.

Con questa manovra non si risana il paese; anzi le iniquità sociali in essa contenute innescano un processo di ulteriore impoverimento che rischia di aggravare anche il peso del debito. Una cosa è apparsa subito chiara e cioè che proprio le iniquità qualitative e le criticità quantitative contenute nella manovra non tranquillizzano assolutamente i mercati e l’ondata speculativa rischia di essere ulteriormente alimentata dalla irresponsabilità di questo governo e di quelle forze politiche, sociali e imprenditoriali, che si illudono pensando di trarre un vantaggio a breve, per sé, a scapito della povera gente.

Morena Piccinini, Presidente Patronato INCA CGIL Nazionale 

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