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Governo finalmente sconfitto dopo tre anni di mobilitazione

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 14, 2011

Governo finalmente sconfitto dopo tre anni di mobilitazione
Camusso a Ballarò: Berlusconi lascia non solo per gli spread e per le pressioni dei mercati. Ha capito di avere un Paese contro e di essere diventato un ostacolo. Ora il governo di emergenza deve voltare pagina con politiche di crescita e di equità
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13/11/2011 da www.cgil.it

“Sono stati questi ultimi tre anni di mobilitazione dei lavoratori, dei cittadini, dei giovani e delle donne a determinare le dimissioni di oggi di Silvio Berlusconi, che ha deciso di lasciare Palazzo Chigi non solo per la bocciatura internazionale del suo governo e per le pressioni dei mercati, ma anche perché ha capito che il Paese ormai gli si era rivoltato contro. E proprio questa sera, per la prima volta, assistiamo alla ricongiunzione tra il sentire dei cittadini e quello del Palazzo”. Sono le parole usate dal segretario generale della CGIL, Susanna Camusso che ha partecipato sabato sera allo speciale di Ballarò sulle dimissioni di Silvio Berlusconi.

La trasmissione di Giovanni Floris era stata pensata con l’ambizione di segnare la registrazione di un punto di svolta politico che aspettavamo da quasi 17 anni. Purtroppo – come succede sempre più spesso nei talk show – il livello del dibattito non è stato sempre all’altezza e ci si è attardati ancora a discutere sui limiti della sinistra che non sarebbe in grado di fare politiche diverse dalla destra e perfino sull’annosa questione delle differenze sostanziali tra destra e sinistra, negate dall’ex premier britannico Tony Blair, che in collegamento da Londra, ha parlato genericamente della necessità della politica di adeguarsi alle grandi trasformazioni della globalizzazione e dell’importanza della difesa dell’euro senza spiegare poi come mai il suo Paese non fa parte dell’euro stessa.

Susanna Camusso ha voluto invece riportare il dibattito aereo alla realtà delle cose. “E’ vero – come dicono molti economisti – che la crisi non è relativa solo agli ultimi tre anni – ha detto Susanna Camusso – Ma se il periodo che dobbiamo considerare è quello degli ultimi 15 anni, vorrei ricordare che è stato il periodo di governo dello stesso schieramento che oggi esce di scena. Le loro responsabilità sono molto pesanti perché per anni si è negata la crisi e non si sono fatte politiche all’altezza della gravità della situazione. Anche con la legge di stabilità si conferma l’incapacità del governo di far ripartire l’economia e sarebbe anche sbagliato prendere ora le cose che ci dice la BCE e il Consiglio europeo come oro colato, come una Bibbia. Per far ripartire l’economia si devono invece cercare risorse tra chi non ha mai pagato, attraverso la patrimoniale. Se ripartiamo dai licenziamenti facili, dal taglio delle pensioni, dalle pensioni di anzianità, dall’ennesima penalizzazione degli statali, non si andrà da nessuna parte”.

E anche rispetto alla difesa di ufficio del governo uscente sulla questione del debito (a Ballarò Crosetto ha detto che negli ultimi anni il debito italiano è quello che è cresciuto meno tra tutti i paesi europei), il segretario generale della CGIL ha precisato che il problema vero non è tanto quello di vedere quanto il debito è stato messo sotto controllo, ma caso mai vedere “come” è cresciuto e quali politiche economiche sono state fatte. Anche perché tutti gli altri paesi hanno reagito alla crisi con nuovi investimenti per il rilancio, mentre in Italia c’è stato lo zero assoluto. E da questo punto di vista la lista che Susanna Camusso ha voluto ricordare ai telespettatori è netta: taglio degli stipendi, riduzione progressiva del potere di acquisto di salari e pensioni, restringimento della base occupazionale, aumento delle persone senza lavoro e scoraggiate e via dicendo. “Insomma tutti hanno meno, tutti stanno peggio ed è per questo che bisogna ripartire da politiche completamente diverse da quelle che sono state messe in atto finora. Bisogna ripartire dalla necessità di creare lavoro stabile e condizioni migliori per tutti quelli che lavorano”. E’ arrivato appunto il momento di far pagare chi non ha mai pagato. Lo impone la situazione di emergenza, ma lo impone anche una vera politica di equità e giustizia. E non è stato neppure un caso vedere dai sondaggi riproposti da Ballarò la crescita esponenziale del consenso intorno a misure come la patrimoniale di cui la CGIL parla da molti mesi.

Vedremo quindi già dalle prossime ore gli sviluppi della situazione. La CGIL si prepara a verificare le politiche che saranno scelte dal governo di Mario Monti, che dovrà traghettare il Paese verso le elezioni politiche. Il giudizio della confederazione, nel merito, è però chiarissimo: bisogna voltare totalmente pagina. Solo così si renderà davvero storico questo passaggio che stiamo vivendo. Ed è anche per questo – ha spiegato Susanna Camusso – che la CGIL non ha voluto firmare l’ultimo appello unitario “a fare presto” delle forse economiche e sociali. In quel testo, infatti, non c’è alcun accenno alla necessità di abbandonare le vecchie politiche fallimentari per costruirne di nuove.

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