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Lavoro: Camusso, senza accordo la riforma sarebbe ingiusta

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 5, 2012

Lavoro: Camusso, senza accordo la riforma sarebbe ingiusta

Il Segretario Generale della CGIL in una intervista all’ANSA parla delle trattative con il Governo e delle polemiche “insopportabili e stucchevoli” sul posto fisso e sulle troppe tutele. “Sull’articolo 18 reagiremo insieme a CISL e UIL”. Il 2012 anno di piena recessione: il vero allarme è la disoccupazione. Una proposta innovativa sulle pensioni d’oro e i titoli di Stato – Leggi l’intervista completa
» Governo: Camusso, verificheremo nel merito la volontà di fare l’accordo

   04/02/2012 da www.cgil.it

La riforma del mercato del lavoro ”senza l’accordo sarebbe ingiusta e inadeguata ai problemi”. Lo afferma il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, in una intervista rilasciata oggi (sabato 4 febbraio) all’agenzia di stampa ANSA. Il carattere ingiusto di una eventuale riforma senza accordo è dimostrato, spiega Camusso, dalla ”cosiddetta riforma delle pensioni che ha moltiplicato i problemi sul lavoro, prodotto ingiuste violenze e non ha neanche offerto una prospettiva ai giovani”.

Il 2012 sarà un anno ”di piena recessione. La prima e più grave preoccupazione è la disoccupazione che crescerà ancora determinando parallelamente una crescita ulteriore di quelli senza tutele”. ”Mi riferisco ai giovani, alle donne, ai lavoratori ultra cinquantenni – spiega all’ANSA il Segretario Generale – e si produrrà nuova frammentazione del mercato del lavoro. Per questo la crescita non può continuare ad essere rinviata, non vorremmo che si pensasse ad una ‘fase tre”.

Rispetto alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Mario Monti, il Segretario Generale ha detto che ”questa polemica sul posto fisso, sulla sua presunta monotonia, è stucchevole e insopportabile”. ”Soprattutto in una stagione così difficile, bisognerebbe essere rispettosi di chi cerca un lavoro disperatamente e non ha certo tempo di annoiarsi”. Sempre rispondendo all’ANSA, il leader della CGIL ha ironizzato sulla battuta del Presidente del Consiglio: ”Immagino che il professor Monti sia in grado di farci un elenco di quali sarebbero le troppe tutele perché, nonostante gli sforzi, non le vediamo”. ”Siamo di nuovo di fronte ad uno stesso ritornello, questo sì monotono”

Molto chiara anche la posizione della CGIL sui licenziamenti e l’eventuale attacco allo Statuto dei lavoratori. ”Abbiamo detto con chiarezza perché l’articolo 18 non è un tema della trattativa – spiega Susanna Camusso – non si deve cambiare. Chi continua a proporlo manifesta la sua volontà di non fare nessun confronto”. Ma su questi temi non c’è da scherzare. ”Quando si dice che l’articolo 18 scoraggia gli investimenti, si fa un’affermazione grave. Soprattutto – aggiunge – per un Presidente del Consiglio che dovrebbe avere come prima funzione quella di presentare positivamente il Paese e promuovere investimenti”. Camusso suggerisce al Presidente Monti di leggere ”le infinite inchieste su ciò che viene giudicato d’ostacolo per investire in Italia: dalla criminalità agli incentivi, dall’incertezza fiscale a quella dei pagamenti”. Rispondendo all’ANSA, il Segretario Generale aggiunge: ”trovo davvero offensivo che si porti avanti una campagna, in un Paese come lo è il nostro in difficoltà per gli effetti di una crisi generata dalla finanza, dai non investimenti sul lavoro, di continui attacchi al lavoro”. Sempre in tema di licenziamenti, Susanna Camusso dice che ”sostenere, come fa la ministra con una strana affermazione, che ‘non è giusto legare un lavoratore all’impresa’ cosa vorrebbe dire? Che si vuole facilitare la licenziabilita’? Non è assolutamente questo il tema da affrontare e non lo è tanto meno adesso in una fase di recessione”.

In ogni caso sull’articolo 18 la CGIL reagirà insieme agli altri sindacati: “abbiamo un documento con CISL e UIL per questo confronto, sulla base di quello valuteremo e decideremo quali iniziative prendere se il confronto non potesse procedere o ci trovassimo di fronte alla volontà di cambiare le norme sui licenziamenti e sull’articolo 18”.

Riprendendo anche una battuta fatta oggi dal ministro Fornero, Susanna Camusso parla dell’amministratore delegato della FIAT, Sergio Marchionne. Marchionne come Thatcher al maschile? ”Trovo interessante il confronto. La Thatcher di certo non ha portato bene al mondo”. Rispondendo sempre alla Fornero che ha detto di non vedere Susanna Camusso come un avversario, la leader della CGIL dice semplicemente: “vedo il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, come un ministro, la nostra controparte in un confronto difficile. Proprio come è normale che sia”.

In ogni caso si devono ribaltare le priorità. ”La precarietà e la lotta al sommerso – spiega il Segretario Generale – devono essere le vere priorità di questo confronto col Governo se davvero vogliamo dare una risposta ai giovani”. Riferendosi alle parole usate dal ministro Fornero, Susanna Camusso dice che ”la flessibilità buona, se così la si può chiamare è quella collegata ad esigenze vere, per esempio la stagionalità. E’ quella rispettosa dei diritti, della retribuzione e della sicurezza del lavoratore. La flessibilità cattiva la vediamo nel finto lavoro autonomo, negli stage non pagati e reiterati, nei contratti a termine che vengono temporaneamente sospesi per poi riprenderli evitando così che si traducano in lavoro a tempo indeterminato”. In generale, ”la flessibilità è cattiva quando le molteplici forme contrattuali, le collaborazioni, il finto lavoro autonomo, sono solo un mezzo per pagare poco il lavoro stesso, rendendolo insicuro e privo di diritti”.
Si tratta anche di cambiare registro in termini di equità. Si potrebbero così sperimentare strade diverse anche su pensioni d’oro e titoli di Stato. ”Il Btp day – dice il Segretario Generale – è stato fruttuoso, allora perché non si decide che le pensioni oltre i 5 mila euro al mese si pagano in titoli e così anche le retribuzioni pubbliche oltre i 150 mila euro l’anno?”. ”Potrebbe essere – aggiunge – un modo per reperire risorse e fare in modo che la parola equità torni ad avere un po’ di cittadinanza”.

Vedremo dunque come si procederà nella trattativa con il Governo. ”Ci stupiscano innovando – conclude Susanna Camusso – e non con il trito e ritrito ritornello che licenziare è la soluzione di tutti i mali. Rendere i licenziamenti più facili vuol dire solo produrre più iniquita”. Questo Governo ha fatto comunque di più ”rispetto al nulla del passato” anche se siamo molto lontani da quello che è stato fatto in Francia e Germania.

 

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