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Camusso, rinvio positivo. Il governo cerca risorse. Pagare in titoli di Stato gli stipendi degli alti dirigenti

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 2, 2012

Camusso, rinvio positivo. Il governo cerca risorse. Pagare in titoli di Stato gli stipendi degli alti dirigenti

 

Il Segretario Generale della CGIL partecipando a due iniziative per il rinnovo delle RSU nel pubblico impiego, parla della trattativa con il governo e delle proposte su cui lavorare. Domani sarà in piazza per la manifestazione unitaria degli edili.

 

02/03/2012 da www.cgil.it

“Le retribuzioni degli alti dirigenti ci fanno impressione e così non va bene: da questo punto di vista non possiamo non dire che ridare senso alla pubblica amministrazione richiede anche uno straordinario esame della funzione dei dirigenti e della loro retribuzione”. Lo ha detto oggi (2 marzo) Susanna Camusso, segretario generale CGIL, partecipando ad una iniziativa del sindacato della funzione pubblica al ministero dell’Economia. La proposta di Susanna Camusso, che già aveva avanzato nei giorni scorsi, è semplice: “sopra una certa cifra i dirigenti siano pagati con titoli di Stato: così dimostrebbero di essere veri servitori dello Stato”Per quanto riguarda nello specifico lo stato della trattativa con il governo, Camusso ha spiegato che la CGIL ha interpretato positivamente l’interruzione del tavolo perché il governo sta cercando risorse. E questo è sicuramente già “un piccolo risultato”. “Noi vogliamo fare un accordo sul mercato del lavoro – ha ribadito la leader della CGIL – è’ necessario per il Paese ma accordi sotto dettatura non li abbiamo mai firmati e non li firmeremo”. “Per il mercato del lavoro devono valere le stesse regole sia per il settore privato che per il pubblico” e anche sulle pensioni la CGIL  non giudica chiusa la partita. “La questione pensioni per noi – ha ribadito oggi Susanna Camusso  – non si è chiusa con il decreto milleproroghe, resta aperta anche al tavolo sul mercato del lavoro”.

Molto chiara la posizione della CGIL anche sull’altro punto delicato del negoziato con il governo. “Non è certo l’articolo 18 a ostacolare gli investimenti: “bisognerebbe ascoltare di più gli imprenditori che continuano a dire che non si viene a investire in Italia non per l’articolo 18, ma perché c’è la criminalità organizzata e non c’è una politica che attragga gli investimenti”. “Siamo un po’ impressionati – afferma il segretario generale – dal fatto che un governo di professori crede ancora a questa leggenda metropolitana secondo la quale nel nostro paese non arrivano gli investimenti perché c’è l’articolo 18 e che il nostro paese e’ fatto di piccole medie imprese perché c’e’ l’articolo 18.  “Insisto, anche se la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, si arrabbia sempre quando lo dico, che l’articolo 18  è una norma di civilta’”.

Infine sulle polemiche che si sono sollevate in questi giorni sul decreto liberalizzazioni, Susanna Camusso, a proposito della levata di scudi dell’Abi, spiega che “è giustissimo che si difendano rispetto a una norma che avrebbe per loro un costo molto alto, ma vorrei altrettanta determinazione nel ricominciare ad avere una relazione che sia positiva in tema di credito”. “Sul sistema bancario bisogna fare una discussione seria e non è probabilmente giusto fare provvedimenti che abbattino immediatamente le risorse”. Per il leader della Cgil, tuttavia, “sarebbe utile che le risorse, anche del sistema bancario, vengano sempre più spostate rispetto alle attività finanziarie e ai grandi patrimoni favorendo, invece, famiglie e imprese”. Per questo “mi piacerebbe vedere una più intensa attività del sistema bancario ai fini del credito che invece, in questa stagione, ha qualche difficoltà”.

 

 


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