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Camusso, con l’industria posizioni comuni per affrontare le emergenze

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 12, 2013

Camusso, con l’industria posizioni comuni per affrontare le emergenze

In un’intervista al quotidiano ‘la Stampa’ il Segretario della CGIL, Susanna Camusso sottolinea: “a Torino c’è terreno per discutere, dal Fisco alla CIG. Un governo subito? Dipende da cosa fa: metta l’occupazione al centro”

12/04/2013 da www.cgil.it

 “Penso sia necessario e possibile trovare una posizione comune tra le associazioni imprenditoriali e quelle sindacali per avere almeno un’agenda delle emergenze da affrontare”. Domani Susanna Camusso, Segretario Generale della CGIL, sarà assieme ai suoi omologhi di CISL e UIL al convegno confindustriale di Torino. Un appuntamento dove le imprese vogliono portare forte la voce del loro profondo malessere.

Mettere le imprese al centro, chiede Confindustria. Mettere il lavoro al centro, dice la CGIL. Sono obiettivi che si allineano in pieno? “Il lavoro è un concetto più ampio, anche in senso culturale. Del resto negli anni passati centralità dell’impresa e liberismo sono andati spesso assieme, con i risultati che oggi vediamo. Ma a parte questo c’è di sicuro un terreno di discussione e un’urgenza di oggi è fare qualcosa per il lavoro, quindi anche per le imprese, per frenare quella che appare una vera e propria slavina sociale di fronte alla quale non viene posto alcun ostacolo. Se non si ferma l’avvitamento dell’economia diventa difficile immaginare un orizzonte».

Quali punti di contatto possono esserci con gli industriali? “Un primo punto può essere costruire una soluzione equilibrata sul Fisco, partendo dal fiscal drag e dall’Imu per alleggerire il peso delle imposte su pensioni e salari. C’è poi tutto il terreno delle emergenze, che vanno dal rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga per salvare il lavoro al tema degli esodati”.

E la pressione sulle imprese? “Certo, bisogna guardare anche a quella. Abbiamo aperto anche a una riduzione dell’Irap per le imprese togliendo la quota lavoro”.

Ma sulla riduzione della pressione fiscale voi, come Confindustria, vi scontrate con i vincoli di finanza pubblica… “A situazioni straordinarie risposte straordinarie. Si possono fare detrazioni che corrispondano ad esempio alla restituzione del fiscal drag, che non sono strutturali e che potrebbero usare le risorse provenienti dalla lotta all’evasione. Poi chiaro che qualunque intervento strutturale, compreso quello sull’Irap, richiede di spostare la tassazione dal lavoro alla rendita. Il punto di partenza per avviare qualsiasi processo è la redistribuzione del reddito. Del resto nei 6 anni di crisi si è continuato a caricare sui lavoratori dipendenti, le pensioni e le imprese e così siamo arrivati al blocco totale, al -4,8% dei consumi”.

E agli industriali, invece, che cosa chiederete? “Oltre a ragionare su fisco e ammortizzatori sociali bisogna discutere assieme sulla redistribuzione del lavoro. È meglio usare contratti di solidarietà invece che la cassa integrazione, che c’è necessità di stabilizzare alcuni lavori, di favorire le assunzioni rispetto agli straordinari. E poi serve un investimento sull’istruzione invece che continuare in una logica di riduzione”.

Confindustria vuole un governo subito, aprendo a un’ipotesi Pd-Pdl. E voi?
“Nell’invocare un governo a ogni costo si trascura di dire che cosa deve fare questo governo. Veniamo da una lunga stagione in cui si è fatto tutto quello che poteva peggiorare la crisi. Quindi, fermo restando che spetta alla politica scegliere le alleanze, credo che sia necessario un governo che faccia politiche diverse da quelle degli ultimi anni, ancora una volta mettendo al centro il lavoro e non misure di austerità e rigore che avrebbero effetti negativi”.

Ma un governo Pd-Pdl potrebbe mettere al centro il lavoro? “Non è utile che la CGIL si pronunci sulle formule. Il giudizio sarà su quello che ciascuno vuole fare, visto che ci sono emergenze, tenendo presente che bisogna muoversi per una redistribuzione del reddito e la difesa del lavoro”.

Sul palco torinese CGIL, CISL e UIL si ritroveranno assieme. È anche un segnale verso l’unità sindacale? “In questo periodo stiamo facendo assieme cose importanti, dalla manifestazione comune del 16 aprile sugli ammortizzatori sociali alla decisione di celebrare il 1° maggio a Perugia, mostrando così anche la nostra attenzione al lavoro. Iniziative importanti, che segnano un cambiamento rispetto alla storia recente”.

La FIOM, però manifesterà per il lavoro da sola, il 18 maggio a Roma…”Stiamo lavorando con Cisl e Uil per costruire l’iniziativa comune che mette al centro il tema del lavoro per tutto il sindacato confederale. Mi concentrerei su quella”.

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