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Jobs act: Camusso, governo indisponibile a discutere. Permangono le divergenze

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Dicembre 19, 2014

Camusso_4Jobs act: Camusso, governo indisponibile a discutere. Permangono le divergenze

19/12/2014 » FOTO

L’incontro di oggi ha “confermato l’atteggiamento del governo indisponibile ad avere un normale rapporto con le parti sociali e più arretrato che a livello europeo”. Così il Segretario Generale della Cgil, Susanna Camusso, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi convocato dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, con sindacati e associazioni datoriali sull’attuazione della legge delega sul lavoro, il Jobs act. Presente anche il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova; per i sindacati i Segretari Generali della Cgil e della Uil, Susanna Camusso e Carmelo Barbagallo; per la Cisl, il segretario confederale Gigi Petteni, responsabile del mercato del lavoro. Per Confindustria, il direttore generale Marcella Panucci ed il vicepresidente per le relazioni industriali Stefano Dolcetta.

Per la CGIL quindi il “giudizio non cambia”. E’ stato “illustrato quello che potremmo definire ‘contratto a monetizzazione crescente’. Il cuore della proposta è che si passa da una tutela reale, concreta, alla monetizzazione di quella tutela”, ha spiegato Camusso. Il Governo sugli ammortizzatori sociali non ha presentato nessuna traccia e quindi, per il Segretario Generale della CGIL “al netto delle divergenze che restano tutte” è difficile dare una valutazione. “Continuiamo ad avere la sensazione – ha detto – che quando avremo tutto il quadro ci saranno numerose contraddizioni tra le norme e il rischio di significativi guai”.

Per Camusso il Jobs Act “è in sostanza una delega esplicita al sistema delle imprese che, non ancora soddisfatte di quanto ottenuto, anche oggi hanno continuato a chiedere”. Per quanto riguarda la definizione dei licenziamenti disciplinari illegittimi, ”c’è la netta sensazione – ha avvertito Camusso – che vogliano trovare una formulazione tale da rendere inefficace la tutela della reintegra per tutti i casi che non sia il solo e puro licenziamento discriminatorio”.

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