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Valdichiana Senese: accordo tra Unione dei Comuni e Sindacati sulla gestione associata dei servizi degli Enti Locali

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 9, 2014

Valdichiana Senese: accordo tra Unione dei Comuni e Sindacati sulla gestione associata dei servizi degli Enti Locali

Definiti i criteri e le modalità di gestione del personale che opererà nei servizi associati

In un comunicato congiunto, l’Unione dei Comuni della Valdichiana Senese, la Fp Cgil e la Fp Cisl informano che è stato siglato un accordo sui processi di associazione di funzioni che caratterizzeranno la gestione dei servizi degli enti locali nei prossimi anni.

“L’accordo – spiegano i     firmatari – rappresenta un importante strumento di gestione di tali processi. Il tutto partendo dall’assunto che nel processo di riordino istituzionale è importante anche il ruolo dei lavoratori del settore pubblico, che sono quelli che materialmente erogano i servizi alla collettività”.

“Il sindacato – sottolineano Fp Cgil e Fp Cisl – ha fatto responsabilmente la propria parte portando positivi contributi alla discussione; l’Unione dei Comuni può adesso con maggior chiarezza e con regole definite affrontare tali processi”.

“Negli ultimi anni – proseguono l’Unione dei Comuni e le sigle sindacali – vi è stata una continua evoluzione legislativa, connotata da un costante susseguirsi di disposizioni vincolistiche e fortemente limitatrici dell’autonomia degli enti locali, oltre che da pesanti tagli alla finanza locale. In questo quadro occorre garantire una maggiore qualificazione della pubblica amministrazione attraverso percorsi di semplificazione e di presa in carico dei bisogni dei cittadini, dentro ad una logica di riorganizzazione e di efficienza, ma al tempo stesso anche di valorizzazione delle professionalità dei dipendenti pubblici troppo spesso semplicisticamente denigrati”e che da molti anni subiscono il blocco dei contratti nazionali.

“I presidi istituzionali locali sono il primo approccio del cittadino con lo Stato – aggiungono -, occorre quindi fare tutti gli sforzi per mantenere i servizi alla collettività. Non contro nessuno, ma per il bene della società. Una vera riforma della pubblica amministrazione dovrebbe partire da questo principio, e proseguire con atti concertati che rappresentino concreti strumenti di gestione e di lavoro. L’accordo – concludono Unione dei Comuni, Fp Cgil e Fp Cisl – dà un importante contributo in questo senso”.

“Questo accordo – sottolinea Andrea Rossi, Presidente dell’Unione dei Comuni – costituisce un primo atto di valorizzazione dell’esperienza e della concezione in forma unitaria dei servizi ai cittadini portate avanti dall’Unione”.

Montepulciano, 9 settembre 2014

Argomenti: FP, valdichiana |

CGIL, a ottobre manifestazione nazionale ‘Piazza per il lavoro’

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 9, 2014

Lavoro_manifestazioneCGIL, a ottobre manifestazione nazionale ‘Piazza per il lavoro’

09/09/2014 da www.cgil.it

Il lavoro deve tornare al centro dell’attenzione e la politica non può più rimandare decisioni di politica economica per rilanciare un Paese che appare fermo. Per questo la CGIL lancia l’idea di una ‘Piazza per il Lavoro‘, una grande manifestazione nazionale da tenersi all’inizio del mese prossimo, un appuntamento che dovrà cercare il coinvolgimento di tutto il sindacato confederale. Lo ha annunciato ieri il segretario generale della CGIL, Susanna Camusso partecipando alla prima trasmissione di debutto di Giovanni Floris su La7, “Diciannovequaranta”.

Le riforme vanno fatte, ma non contro i lavoratori e la CGIL è disposta a discutere una modifica dello Statuto dei lavoratori, ma per renderlo più inclusivo, non per ridimensionare i diritti esistenti, conquistati con anni di lotte.  Una manifestazione “per fare conoscere al paese le condizioni e le politiche necessarie” al mercato del lavoro. Le riforme si devono fare, ha spiegato il segretario generale, “a partire da quella della pubblica amministrazione, ma non contro il lavoro bensì’ contro i poteri che bloccano il cambiamento e la ripresa. “Siamo di nuovo ai tagli lineari e non a politiche attive per creare lavoro” ha lamentato il Segretario Generale della CGIL.

“Superficialmente può apparire estremamente innovativo dire che bisogna cambiare tutto – ha spiegato la leader della CGIL – ma poi bisogna vedere quale è il livello di equità e di giustizia che si è realmente determinato”. E’ ormai chiaro che nel dibattito di oggi “chi non riesce a fare le cose cerca un colpevole e ora il colpevole è diventato il lavoro che non permette al mondo di evolversi”. Secondo Camusso, se si vogliono fare cambiamenti straordinari bisogna “avere il coraggio di rompere i poteri e non prendersela con il lavoro”. Infine il leader CGIL ha lanciato una frecciata contro chi vagheggia l’applicazione del modello tedesco del lavoro in Italia. “La copiature di modelli di altri – ha detto – è solo provincialismo. La crisi sta nella mancanza di un progetto per il Paese”.

Anche la FIOM CGIL annuncia una sua manifestazione nazionale con uno sciopero di otto ore, ma non è escluso che tutte le iniziative possano convergere. Sarà il prossimo direttivo della CGIL a decidere. La CGIL si mobilita oltre che sul lavoro anche sui problemi del fisco e delle pensioni, come ha spiegato ieri a Radio Articolo 1 il segretario confederale Nino Baseotto.

Argomenti: CGIL |

CGIL, un autunno di mobilitazioni

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 9, 2014

PresidioMontecitorioCGIL, un autunno di mobilitazioni

08/09/2014 da www.cgil.it

L’autunno è alle porte. E quello sindacale si prospetta più caldo che mai, per le innumerevoli crisi aziendali e vertenze aperte in tutto il paese. Per l’occasione, la Cgil sta organizzando campagne di mobilitazione e di lotta sul territorio sui temi riguardanti fisco, previdenza, lavoro pubblico, scuola, industria, esodati, Jobs act, Fiscal compact, articolo 18. Su tutto questo, è intervenuto stamattina a “Italia Parla”, la rubrica quotidiana di RadioArticolo1, il segretario confederale Nino Baseotto (qui il podcast della trasmissione).

“In primo luogo – ha esordito il dirigente Cgil –, va cambiato al più presto il processo di redistribuzione del reddito. L’attuale sistema non funziona assolutamente: negli ultimi vent’anni la progressività del prelievo è stata sostanzialmente cancellata e sono stati premiati i redditi alti, a totale sfavore dei redditi da lavoro dipendente e da pensione. Attualmente, siamo impegnati con le assemblee sulla nostra piattaforma su fisco e pensioni. Terminata questa fase, faremo la sintesi, assieme a Cisl e Uil, dei giudizi espressi da lavoratori e pensionati, decidendo quali iniziative sostenere nei confronti del Governo Renzi, sul cui operato abbiamo già espresso un giudizio articolato: positivi gli 80 euro in più in busta paga, negativi la liberalizzazione dei contratti a termine e il Jobs act. A questo punto, vogliamo vedere e capire bene quali saranno i prossimi provvedimenti e stabilire un rapporto con l’esecutivo che sia di ascolto e confronto. Poi Parlamento e Governo faranno il loro mestiere, che è quello di legiferare e decidere, mentre noi faremo il nostro”. (Leggi l’intervista completa su rassegna.it)

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Camusso: “la ricetta è la stessa da sei anni. Da Renzi solo parole”

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 8, 2014

Camusso_4Camusso: “la ricetta è la stessa da sei anni. Da Renzi solo parole”

06/09/2014 Intervista al Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso su ‘la Stampa’

«Il cambiamento c’è solo nelle parole. Nei fatti, ci sono i tagli lineari, gli interventi sul mercato del lavoro, il blocco dei contratti».

Segretario Camusso, dunque concorda con chi dice che siamo tornati all’Agenda Monti?

«È l’agenda di Monti, ma anche quella di Tremonti nel 2010, quella della lettera della Bce nel 2011, e poi quella di Letta. La solita ricetta: per trovare risorse in fretta taglia dove è facile colpendo “i soliti noti”. Il Paese invoca il cambiamento; a parole se ne offre tantissimo, quando si tratta delle condizioni materiali della gente la distanza è stellare».

Forse anche Renzi si trova come i suoi predecessori spalle al muro, tra vincoli europei e conti pubblici precari.

«Allora dovrebbe dire le cose come stanno, non fare mille annunci cui non si dà mai seguito. Non si dovrebbe parlare, per il pubblico impiego, di qualità e selezione della spesa, e poi bloccare i   contratti, tornare a un taglio lineare della spesa dei ministeri del 3%. Si continua a pensare che è più facile togliere ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, e non mettere mano alle distorsioni del Paese. Si parla di ripenalizzazione del falso in bilancio? Si rimanda di un anno. I contratti pubblici, invece, li bloccano subito. Come se fosse normale pensare che i salari debbano sempre diminuire. Di lotta all’evasione fiscale com’è che non se ne parla più?».

Il premier però assicura: se si continua sulla linea delle riforme, i frutti positivi arriveranno.
«Sì? Dove, come, quando? La verità è che oggi si prosegue su una politica che fondamentalmente è la stessa seguita dal 2008, e che ha soltanto aggravato la crisi. Va avanti da anni, e i risultati li vediamo, su salari, lavoro, deflazione, recessione. Non è “colpa di Renzi”, visto che va avanti da sei anni; diventa colpa sua se si ostina a continuare sulla stessa linea. Gli 80 euro sono stati un’ottima cosa, ma non possono essere uno specchietto per le allodole che nasconde precarizzazione e impoverimento di lavoratori, pensionati e ceto medio. Se il premier boccia l’austerità in Europa, poi però a casa nostra la pratica in modo impeccabile. Dovrebbe provare, sia pure con gradualità, delle politiche nuove. L’unico cambiamento vero rispetto agli altri governi, pare la scelta di non dialogare più con le parti sociali…».

Escluso il leader Fiom Landini…

«È una evidente scelta strumentale, non è ovvio?»

Ma il governo incontrerà i poliziotti che protestano, ha annunciato.

«Se si dice “ti incontro, ma non accetto ricatti”, significa che si considera un “ricatto” la semplice proclamazione di uno sciopero da parte di un sindacato. È bene che il governo incontri i rappresentanti delle forze di polizia; deve far qualcosa anche per gli altri lavoratori però, perché il sindacato difenderà il diritto di tutti alla contrattazione. Non cadiamo nel vecchio giochino della contrapposizione. La conosciamo bene la storia che per aiutare i precari bisogna togliere tutele agli altri. Sono 20 anni che si tolgono diritti, e per i precari non c’è mai nulla. Anche qui bisognerebbe cambiare ricetta. Il presidente del Consiglio pensa che bisogna dare tutele a chi non ne ha? Lo faccia, a cominciare dalla maternità per tutte, dalla retribuzione giusta, dalla non discriminazione. Renda cioè i diritti del lavoro universali».

Il «Jobs Act» vi piace o no?

«Per ora ci sono solo titoli molto generici, di cui alcuni ovviamente condivisibili. Ma intendiamoci: se si dice contratto a tutele crescenti e progressive, se si tolgono di mezzo le mille fattispecie precarie va bene. Se si vuole come chiede il Nuovo Centrodestra eliminare l’articolo 18, togliere il divieto di demansionamento, ammettere il controllo a distanza dei lavoratori, è cosa molto diversa. E noi non ci staremo. È un confronto per noi davvero difficile, mai davvero serio e concreto: sono o decreti legge “chiusi” e intoccabili, oppure deleghe al governo i cui provvedimenti attuativi si vedranno chissà quando. Posso dire che alcune delle intenzioni dichiarate dal presidente del  Consiglio sono la semplice prosecuzione di politiche passate. E visto il disastro in cui siamo, è evidente che sono politiche sbagliate».

Non c’è proprio nulla che salva dell’operato del governo?

«Bisogna riconoscere che molto è stato fatto per accelerare l’apertura dei cantieri e lo sblocco degli investimenti per infrastrutture. Dopodiché questa è solo la conferma di investimenti già decisi. E il patto di stabilità interno continua a bloccare piccole opere utili dei Comuni. Anche sulle strategie di politica industriale delle imprese pubbliche non si dà alcuna indicazione di sviluppo. In piena continuità con i governi Berlusconi, Monti e Letta».

I dati negativi su Pil e disoccupazione sono stati una bella doccia fredda per Renzi. Vedete un premier in perdita di consensi?

«Non me lo auguro. Non siamo “gufi”. Il presidente del Consiglio ha rappresentato una novità importante per tanta parte del Paese. Io chiedo solo che faccia davvero il cambiamento che annuncia, che tiri il Paese fuori dalla crisi. La recessione e la deflazione non sono “colpa sua”, che sta lì da pochi mesi. Ma lo diventano se continua con le stesse ricette sbagliate che ci hanno portato lì».

Argomenti: CGIL |

‘Facciamo insieme un passo di Pace’, in Piazza a Firenze il 21 settembre

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 5, 2014

passo_pace_vol‘Facciamo insieme un passo di Pace’, in Piazza a Firenze il 21 settembre

05/09/2014 » AppelloVolantino

‘Facciamo insieme un passo di Pace’, è questo lo slogan della giornata di mobilitazione nazionale ed internazionale promossa dalla Rete della Pace, a cui la CGIL aderisce, che si terrà a Firenze il prossimo 21 settembre in Piazza Michelangelo alle ore 11.00.

Una iniziativa di mobilitazione straordinaria per fermare le guerre che circondano l’Europa, a partire dalla Palestina, al Medio Oriente, all’Ucraina, ma anche una giornata di riflessione, di conoscenza e di sostegno alla costruzione di un percorso di pace e giustizia.
Da Firenze verrà lanciata, infatti, la piattaforma di richieste e di campagne per un cambio di passo delle politiche dei governi e delle istituzioni internazionali, “il passo di pace che dobbiamo fare è tanto urgente quanto ambizioso e difficile” scrivono i promotori nell’appello (Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci! e Tavolo Interventi Civili di Pace). Firenze sarà il punto di incontro e di ascolto delle testimonianze provenienti dai teatri di guerra e delle voci di chi si oppone in Europa e nel mondo alle politiche di guerra.

La CGIL da sempre impegnata nella costruzione di un percorso di Pace è parte attiva, sia a livello nazionale che locale, per la piena riuscita di questa importante giornata di mobilitazione e nella definizione delle proposte che saranno presentate nel corso dell’evento.

Argomenti: CGIL, manifestazioni, pace |

Pa: Camusso, blocco rinnovo incomprensibile, colpiti soliti noti

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 4, 2014

Carta_rismePa: Camusso, blocco rinnovo incomprensibile, colpiti soliti noti

04/09/2014 da www.cgil.it

Governo sia coerente, mettere al centro tema creazione lavoro

“Non comprendiamo la logica per cui si continua a prorogare il blocco dei contratti. La sensazione è che si seguiti a chiedere ai soliti noti per non toccare altri interessi che invece produrrebbero molte risorse”. Ad affermarlo è il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, oggi in Sardegna, a Buggerru, per ricordare il primo sciopero generale d’Italia del 4 settembre 1904, in merito alla decisione annunciata ieri dal ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, di bloccare ancora il rinnovo dei salari degli statali.“Bisogna decidere che cosa si vuol fare. Il Presidente del consiglio e il governo hanno fatto la manovra sugli 80 euro che noi abbiamo giudicato positivamente, non solo perché era un segno di riconoscimento al lavoro ma soprattutto perché era il segnale che non si esce dalla crisi abbassando i salari e peggiorando le condizioni dei lavoratori. Ecco perché vorremmo coerenza con questa scelta, chiudendo una stagione lunga sei anni che ha portato all’impoverimento delle retribuzioni e delle pensioni. Bisogna mettere al centro il tema della creazione di lavoro: se non si riparte da questo, dal fare investimenti, non possiamo uscire dalla recessione”, conclude Camusso.

Argomenti: CGIL |

Camusso a Renzi: «Ora basta con gli slogan»

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 3, 2014

Camusso_13Camusso a Renzi: «Ora basta con gli slogan»

03/09/2014 Intervista al Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso su Unità.it da www.cgil.it

“Modello tedesco? Sarebbe ora di smetterla con gli slogan e di avviare un discorso ampio, che modifichi gli schemi che abbiamo utilizzato finora, perché il lavoro non può più aspettare”.
Susanna Camusso è appena tornata da un viaggio in Giappone, ed è sorpresa della piega che ha preso il dibattito italiano sull’occupazione. “Cosa vuol dire come la Germania? Se significa universalità delle tutele, salari dignitosi, partecipazione dei lavoratori alle scelte di impresa, professionalizzazione e valorizzazione del lavoro, innovazione, regole contrattuali, riconoscimento reciproco dei ruoli noi ci siamo, siamo pronti da subito a discuterne e a firmare. Se vuol dire lavoro povero e dequalificato – come i mini job – precarizzazione a vita, competizione sul lato dei costi non va bene, ci opporremo. E poi è davvero uno strano dibattito: come si potrebbe coniugare questa idea di lavoro povero e precario con il Jobs Act? La verità è che in questa discussione non si capisce dove si vuole andare, cosa si vuole veramente fare”. E alla fine, nel tourbillon di dichiarazioni, si va a parare sempre lì: l’articolo 18. “Che non è vero che riguarda 3 mila persone – dice il segretario – Questo è un modo di sminuire. Quell’articolo riguarda i diritti fondamentali dei cittadini, e dei lavoratori, diritti che non possono essere soppressi”.

Il premier indica il modello tedesco come modello vincente. Voi non siete d’accordo?
“La prima contraddizione è che il Jobs Act, che nelle prossime settimane sarà in Parlamento, da quando è stato presentato ha mutato più volte faccia e obiettivo. Quando poi si parla di modello tedesco, si lascia tutto nel vago e ci si chiede cosa si voglia veramente intendere. Di cosa si parla? Dei diritti di informazione e di codeterminazione? In quel modello i lavoratori hanno un potere fortissimo, sugli investimenti e sulle scelte aziendali. Si vuol dire che vanno introdotte ulteriori forme di precarietà, questa volta chiamandole mini jobs? Se è così, se si tratta di prendere solo il pezzo che scarica sul lavoro la competizione e i costi, allora meglio lasciar perdere, è un modello che abbiamo già provato e ha fallito. Quando si discute di modelli in astratto senza specificare alcunché, si rischia solo di parlare per slogan. Un modo di fare e di agire che all’Italia non serve. Questo è un Paese che ha legiferato molto sulle regole del lavoro. E’ arrivato il momento di cambiare schema e di cominciare a pensare come creare il lavoro, elaborare un piano serio di investimenti, superare la precarietà, dare stabilità e fiducia alle famiglie”.

Vuol dire che il modello tedesco include altri aspetti?
“Certo. La Germania ha reagito alla crisi con investimenti in ricerca e innovazione, con un modello di istruzione che favorisce l’inserimento al lavoro. Ripeto: non si può prendere un pezzo, riadattarlo e metterlo a casaccio in un altro posto. Così facendo non si rende moderno un sistema, lo si fa solo più farraginoso. Continua a leggere questo articolo »

Argomenti: CGIL |

Occhio alla ricetta!

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 1, 2014

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Argomenti: CGIL, sanità |

Mafia: Cgil, solidarietà a Don Ciotti, al fianco di Libera

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 1, 2014

LiberaMafia: Cgil, solidarietà a Don Ciotti, al fianco di Libera

31/08/2014

La Cgil esprime “profonda solidarietà” a Don Ciotti per le minacce mafiose di cui è stato oggetto nei mesi scorsi e rivelate quest’oggi da fonti giornalistiche. “La nostra organizzazione – si legge in una nota del sindacato di corso d’Italia – continuerà con determinazione ad essere al fianco di Libera nella lotta alla mafia e a difesa della legalità di questo Paese”.
La Cgil chiede quindi al Governo e al Parlamento che “vengano moltiplicati gli sforzi per individuare efficaci strumenti di contrasto alla criminalità organizzata e, in tal senso, sollecita la rapida approvazione della legge di iniziativa popolare sull’emersione alla legalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alle mafie”, conclude la nota.

Argomenti: CGIL |

Disoccupazione: CGIL, misure sul lavoro non hanno funzionato, bisogna cambiare direzione

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 29, 2014

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29/08/2014 da www.cgil.it

“Non è polemica, sono dati oggettivi, il decreto Poletti sui contratti a termine doveva dare una scossa all’occupazione, noi sostenevamo che avrebbe trasformato altre tipologie in contratti a termine ma senza una politica economica di ripresa della domanda non avrebbe avuto effetti sull’occupazione in valore assoluto e i dati confermano che l’unica cosa che è aumentata è la precarietà”. Così il segretario nazionale della CGIL, Serena Sorrentino, commenta i dati diffusi oggi dall’Istat.

“I dati relativi al mese di luglio – sottolinea la dirigente sindacale – certificano che diminuisce l’occupazione anche rispetto a luglio del 2013 (il tasso di occupazione, pari al 55,6%, infatti, diminuisce di 0,1 punti percentuali sia in termini congiunturali sia rispetto a dodici mesi prima) e che la disoccupazione aumenta (il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 220 mila, aumenta del 2,2% rispetto al mese precedente (+69 mila) e del 4,6% su base annua (+143 mila), anche rispetto al mese di giugno dove si registra un aumento di 0,3 punti percentuali)”.

“Dietro i numeri – aggiunge Sorrentino – c’è un Paese che non solo non riparte ma va indietro proprio sul lavoro che dovrebbe trainare la ripresa. La riforma degli ammortizzatori con garanzie per tutti,  la riduzione della precarietà con un diritto del lavoro più semplice e chiaro, e diritti anche per i precari sono obiettivi che si possono realizzare nel jobs act che ci pare, invece, prosegua su un binario che porta al deragliamento”.

“Ma anche la migliore riforma del lavoro – conclude la sindacalista della CGIL – per avere effetti avrà bisogno di una politica che fa investimenti nei settori pubblici, che hanno una funzione anticiclica e laddove continuiamo ad assistere a tagli, e nel privato, dove onestamente non è che ci sia una politica industriale del Governo inefficace, risulta  proprio non pervenuta”.

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