Domani presidio lavoratori RDB di Montepulciano
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 7, 2011
Domani venerdì 8 luglio, in occasione dell’incontro istituzionale per l’azienda RDB di Montepulciano previsto presso l’Amministrazione Provinciale di Siena, i lavoratori, dalle ore 15 alle ore 17.30 circa, effettueranno un presidio in Piazza del Duomo a Siena.
Argomenti: aziende, FILLEA, presidio, valdichiana |
La CGIL di Siena presente a SNOQ in nome del lavoro e della maternità
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 7, 2011
Dopo aver riempito le piazze il 13 febbraio, il 9 e 10 luglio a Siena ci sarà la prima assemblea nazionale dei Comitati SNOQ (Se non ora, quando?).
In un momento in cui la parola “benessere” sta assumendo un valore sempre più distante dal suo significato, auspichiamo che i temi che verranno affrontati in questa intensa ‘due giorni’, sia per l’uso distorto del corpo della donna, che per il lavoro e la maternità, ci possano consegnare una piattaforma condivisa che miri a produrre un vero benessere. Benessere inteso come salute del proprio corpo, come il poter avere un lavoro dignitoso e remunerato in maniera da permetterci una vita degna di questo nome e che renda la scelta di una maternità libera, consapevole e tutelata in tutte le sue fasi.
Nella certezza che i lavori del 9 e 10 luglio produrranno un nuovo “benessere” delle donne e non solo, auguriamo buon lavoro a tutte e tutti, naturalmente saremo presenti.
CGIL Siena
Siena, 7 luglio 2011
Argomenti: CGIL, donne, maternità |
Pensioni: Censis, nel 2050 il 42% dei giovani con meno di mille euro al mese
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 6, 2011
Pensioni: Censis, nel 2050 il 42% dei giovani con meno di mille euro al mese |
Per la CGIL le future pensioni per i giovani saranno “assolutamente insufficienti” a causa “del meccanismo che abbiamo, della discontinuità lavorativa e del ritardo nell’ingresso nel mercato del lavoro”. La Confederazione riafferma con forza la necessità di una “pensione contributiva di garanzia rivolta in particolare alle figure più fragili presenti nel mercato del lavoro” |
E’ arrivato il momento di intervenire sul sistema previdenziale pubblico per evitare il dramma di schiere di pensionati poveri nei prossimi anni. L’allarme, già lanciato dalla CGIL, è stato confermato oggi dal rapporto ‘Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali’ di Censis e Unipol. Dalla lettura dei dati emerge che circa il 42% dei giovani lavoratori dipendenti, che oggi hanno tra i 25 e i 34 anni, andrà in pensione intorno al 2050 con meno di 1.000 euro al mese. Come più volte sottolineato dalla CGIL, si tratta di precari, lavoratori e lavoratrici con carriere intermittenti o deboli che non riescono a costruirsi una pensione pubblica adeguata, e che soffrono sia della mancanza di un sistema efficiente e universale di ammortizzatori sociali e di contribuzione figurativa che di insufficienti retribuzioni. Il rapporto evidenzia che in Italia‚ uno dei Paesi più vecchi e longevi al mondo, nel 2030 gli anziani over-64 anni saranno più del 26% della popolazione totale: ci saranno 4 milioni di persone non attive in più e 2 milioni di attivi in meno. Quindi, si legge nel rapporto “il sistema pensionistico dovrà confrontarsi con seri problemi di compatibilità ed equità”. A rischio il futuro previdenziale dei giovani. “Se è vero quanto denuncia il Censis vuol dire che stiamo preparando un futuro da nuovi poveri per migliaia di persone”. Ha commentato il Segretario Confederale CGIL, Vera Lamonica, che ha aggiunto: “la previsione di pensioni sotto i mille euro per migliaia di persone è ciò che denunciamo da tempo, ma il governo ignora completamente questa grave realtà sociale e continua a colpire le prestazioni previdenziali con l’allungamento dell’età di pensionamento delle donne del settore privato e bloccando le indicizzazioni delle pensioni in essere”. Per questa ragione, continua Lamonica, “nella nostra mobilitazione contro la manovra economica del Governo, affermeremo con forza la necessità di una pensione contributiva di garanzia, rivolta in particolare alle figure più fragili presenti nel mercato del lavoro e che dia un futuro previdenziale ai giovani. E’ un’esigenza riconosciuta ormai da tutti – conclude – tranne che dal Governo”. Per il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, le future pensioni per i giovani con “il meccanismo che abbiamo, con la discontinuità lavorativa e con il ritardo dell’ingresso nel mercato del lavoro, saranno assolutamente insufficienti”. “Non solo il Censis ma tutti gli studi – sottolinea Camusso – dicono che, a sistema invariato, con una crescita così bassa, sei punti di PIL persi negli ultimi anni, e con i coefficienti di rivalutazione legati a questo criterio, le pensioni del futuro saranno pensioni troppo basse”. “Non vale – ha avvertito la leader della CGIL – scaricarle in termini di responsabilità sui giovani, dicendo che non fanno subito la previdenza complementare” perchè ha concluso Camusso “il lavoratore precario non ha le risorse per farlo”. |
Argomenti: CGIL |
Contratti: Camusso, accordo importante, ferma deriva e ci fa ripartire
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 6, 2011
Contratti: Camusso, accordo importante, ferma deriva e ci fa ripartire |
Sulla validazione dell’ipotesi di accordo, il Segretario Generale della CGIL ha spiegato che il pronunciamento degli iscritti si svolgerà sulla base del dispositivo approvato dal Direttivo: “saranno le singole categorie ad organizzare le modalità del voto che si dovrà concludere entro il 17 settembre e che sarà vincolante per tutta la confederazione (categorie e territori)” » Testo accordo – Nota della Segreteria Nazionale CGIL » VIDEO: Conferenza stampa Segretario Generale CGIL su CGILtv |
05/07/2011 da www.cgil.it
“Un accordo importante, non risolutivo, che contiene delle risposte a delle nostre rivendicazioni, ferma una deriva e ci consente di provare a ripartire in un’altra direzione e con altre modalità da una stagione di profonda divisione”. Questo in sintesi il giudizio del Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, sull’ipotesi di accordo interconfederale siglata il 28 giugno da CGIL, CISL, UIL e Confindustria, nel corso del suo intervento al Comitato Direttivo della confederazione di Corso d’Italia. Un giudizio nel merito dell’accordo e che, secondo il Segretario Generale della CGIL, “va collocato all’interno del contesto in cui si muovevano le relazioni sindacali: dall’accordo separato sul modello contrattuale del 2009 fino agli accordi FIAT che hanno messo in discussione il contratto collettivo nazionale di lavoro, passando per le politiche di condizionamento perpetrate dal governo per dividere il fronte sindacale e l’ipotesi di interventi legislativi per rendere alternativo il contratto aziendale a quello nazionale”. Nel dettaglio Camusso ha sottolineato, nel corso della sua relazione introduttiva al Comitato Direttivo, che “l’accordo è importante perché ripristina regole condivise, come il punto sulla misurazione della rappresentanza che recepisce una nostra rivendicazione storica”. Il Segretario Generale CGIL ha poi spiegato che “non esiste in quella intesa un potere demandato alle sole organizzazioni sindacali ma c’è l’espressione della volontà di tutti i lavoratori anche attraverso una esplicita cessione del potere contrattuale alle loro rappresentanze”. Sul tema della rappresentanza, oltre a precisare che “per come è costruita l’intesa c’è sempre una relazione tra i lavoratori e la rappresentanza”, Camusso ha affermato che “con l’ipotesi di accordo del 28 giugno riproviamo a ripartire un’altra volta per conquistare l’estensione generalizzata delle RSU dopo l’accordo del ‘93”. Quanto ai temi contrattuali, “l’accordo ristabilisce la gerarchia delle fonti – ha precisato il numero uno del sindacato di Corso d’Italia -, che viene esplicitamente affermata, assumendo come punto di riferimento il contratto nazionale che dovrà prevedere ciò che può essere delegato al secondo livello di contrattazione, impedendo così che la derogabilità sin qui praticata dal secondo livello svuotasse progressivamente il contratto nazionale”. Proprio la centralità di quest’ultimo, secondo Camusso, ha determinato “il no della FIAT e la conseguente lettera inviata dall’amministratore delegato al presidente di Confindustria, insieme al punto sulla transitorietà”. Quest’ultimo, infatti, in attesa che i rinnovi dei contratti nazionali stabiliscano i temi della contrattazione di secondo livello, prevede “il consenso delle organizzazioni sindacali su possibili intese adattative del contratto aziendale”. Sulla validazione dell’ipotesi di accordo, in relazione a quanto prevede l’articolo 6 dello Statuto della CGIL, Camusso ha spiegato che “il pronunciamento degli iscritti si svolgerà sul dispositivo che verrà approvato dal Direttivo: saranno le singole categorie ad organizzare le modalità del voto che si dovrà concludere entro il 17 settembre e che sarà vincolante per tutta la confederazione (categorie e territori)”. |
Argomenti: CGIL |
Manovra: Camusso, colpite famiglie e pensionati. Sacrifici per un futuro peggiore
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 5, 2011
Manovra: Camusso, colpite famiglie e pensionati. Sacrifici per un futuro peggiore |
Per il Segretario Generale della CGIL, come dichiarato al quotidiano ‘l’Unità’, la manovra presentata dal Governo “avrà un effetto recessivo, come quella dell’anno scorso”, inoltre, avverte “c’è una parte del Paese che finora non ha pagato mai e continua a non essere toccata. La nostra battaglia non si fermerà” |
“C’è un vulnus democratico in questa vicenda. Siamo per la terza volta davanti allo stesso schema: decreto legge, maxi emendamento, voto di fiducia, con Parlamento e parti sociali completamente espropriati dai luoghi di discussione. Un vulnus reso più grave dal fatto che si approfitta di una manovra per mettere in campo misure come il cosiddetto Lodo Mondadori e il blocco dei contratti pubblici fino al 2018”. Duro il giudizio del Segretario Generale della CGIL Susanna Camusso, al documento arrivato solo qualche ora prima sul suo tavolo. “Non sappiamo neanche se il documento che abbiamo è quello giusto – aggiunge -, considerato che i ministri dicono cose contrarie a quanto è scritto nella manovra”. Si riferisce al giallo dei tagli sulle energie rinnovabili? “Nella versione che ho sul mio tavolo c’è scritto che il taglio è del 30%. Sarà quella giusta o nel frattempo ne hanno scritta un’altra?”. E questa è una delle misure più contestate. “Ovvio, perché c’è una totale sproporzione tra il vantaggio minimo per i consumatori, che risparmierebbero in bolletta pochi centesimi, e il danno che determina la caduta degli investimenti sui posti di lavoro. Se davvero vogliono aiutare le famiglie taglino le accise della benzina,non gli incentivi alle rinnovabili. Ancora una volta questo governo dimostra che non ha una idea del piano energetico che vuole fare, neanche dopo il referendum e neanche di fronte alla necessità di far ripartire la crescita. Si continua con un taglio qui e un taglio lì, senza sapere dove portare il Paese”. Una manovra che rischia di avere pesanti ripercussioni sulle famiglie a basso e medio reddito. “Proviamo a vedere cosa si scarica sulle famiglie, che oggi sono una catena lunga, fatta molto spesso di un nucleo famigliare di pensionati che aiuta un nipote o un figlio che non ha un lavoro. C’è un parziale stop della rivalutazione delle pensioni che percepiscono le persone normali, siano lavoratori del Nord con 40 anni di contributi o impiegati, già fortemente penalizzati in questo periodo. Ci sono i ticket di cui dovranno farsi carico le famiglie e nei Comuni normali, alla luce dei nuovi tagli annunciati, arriveranno nuove tasse. Se poi nella famiglia c’è un lavoratore pubblico lo stipendio subirà un blocco totale fino al 2014. Basta questo elenco per rendere il quadro? Volendo si potrebbe andare avanti, parlando della mancanza di prospettiva di investimenti, di occupazione, dei tagli al sostegno per i bambini con handicap, alla scuola…”. In sostanza lei sta dicendo che questa manovra non aiuta a uscire dalla recessione? “Questa è una manovra che avrà un effetto recessivo sul Paese, esattamente come quella dello scorso anno. Siamo di nuovo di fronte a una logica di tagli e di apparente rigore, che nella realtà si tradurrà in un blocco del Paese e dello sviluppo. I conti non tornano, malgrado le loro dichiarazioni. Questa è una manovra che produce una ulteriore fatica per raggiungere gli obiettivi europei. Più si abbassa la crescita più il rapporto con il debito diventa complicato”. Quali sono le misure che vi sareste aspettati di trovare nella manovra? “Erano necessarie misure per far ripartire l’economia, a cominciare dal piano energetico. C’era bisogno, poi, di un allentamento vero del patto di stabilità per i Comuni virtuosi che avrebbero potuto fare gli investimenti, rendendo operabili i piccoli cantieri e quindi creando lavoro. C’è, infine, una parte del paese che in tutta questa fase non ha pagato pegno, mi riferisco alle grandi rendite, alle transizioni finanziarie, alle grandi ricchezze, che continua ad essere risparmiata. Il governo ha scelto di fare piccole operazioni, che penalizzano nello stesso modo un’anziana signora che ha risparmiato 10 Bot nella sua vita e una ditta che decide di investire tutti i suoi capitali in Bot”. C’è anche la norma che è stata già definita il ‘Lodo Mondadori’. “Ci sono diverse chiavi di lettura al riguardo. Si può interpretare come il punto di mediazione all’interno del governo con una norma ad personam o come una scelta mirata a non toccare in maniera significativa l’evasione. Inseriscono, infatti, una norma sul collocamento che non si capisce cosa ci faccia in un decreto, ma nulla sul lavoro sommerso. Non c’è ridistribuzione in un momento in cui si registra una contrazione dei consumi e non c’è alcuna considerazione per alcune proposte minime che avevamo fatto, come quella di rendere il caporalato reato penale. Avevamo chiesto anche nuove norme su appalti, per determinare legalità e aumento dei contributo e la tracciabilità sopra i 500 euro, per combattere il doppio mercato della fatturazione”. Dall’opposizione commentano che è un rimandare il problema a chi verrà dopo. “Non mi basta quel giudizio. Lo capisco politicamente, ma va aggiunto che nel frattempo continua una politica di recessione con ripercussioni pesanti su pensioni, sanità e enti locali. È una manovra che oltre a scaricare sul futuro peggiora il presente. Paradossalmente questo governo potrebbe cavarsela nel giudizio degli osservatori internazionali, perché promette tutto e rimanda nel tempo, ma so che quando arriveremo ai prossimi appuntamenti il nostro Paese non riuscirà a rispondere ai parametri che l’Europa ci impone”. In questa manovra ci sono alcuni dei tagli sui costi della politica. Come le giudica? “Il testo che ho davanti prevede dei tagli, ma non c’è traccia di misure di qualità destinate a incidere profondamente. Perché non riportare la pensione dei parlamentari a una condizione pensionistica normale e non vitalizia? Sarebbe necessario, inoltre, agire sulle società per ridurle, non ci si può limitare soltanto ad alimentare l’antipolitica, né a far diventare la politica un mestiere per ricchi. Serve una vera operazione di equità che in questo documento non è prevista. Serve un messaggio di fiducia della politica nella sua funzione, inseguire queste logiche un po’ barbare e populiste non serve”. Quale sarà la risposta della CGIL? “La mobilitazione non finirà con il percorso parlamentare, noi già dalla prossima settimana faremo una capillare operazione sui territori per spiegare ciò che è già evidente e ciò che sarà dopo questa manovra. Non finisce qui la battaglia”. |
Argomenti: CGIL |
Lavoro: ok calo CIG ma si restringe occupazione
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 5, 2011
Lavoro: CGIL, ok calo CIG ma si restringe occupazione |
In merito ai dati diffusi dall’INPS che registrano una forte diminuzione delle richieste di Cassa integrazione a giugno, la Confederazione avverte “a fine anno per la terza volta consecutiva avremo 1 mld di ore di Cassa” |
“La CIG cala, e questo è un bene, ma siamo davvero certi che questo significa reimpiego per tutti quei lavoratori?”. Così il Segretario Confederale della CGIL, Fulvio Fammoni, commenta i dati sulla Cassa integrazione a giugno diffusi oggi dall’INPS, sottolineando che “dai segnali che ci arrivano la fine della CIG significa anche restrizione della base occupazionale come conferma anche la ripresa della disoccupazione”. Una forte frenata per le richieste di Cassa integrazione (CIG) nel mese di giugno. E’ quanto rilevato dall’INPS che, con 82,4 milioni di ore autorizzate, registra una diminuzione del 20,1% rispetto al mese di maggio 2011 (quando furono 103,2 milioni) e un calo analogo del 20% rispetto al mese di giugno 2010 (103,1 milioni). Per quanto riguarda le diverse categorie, risultano tutte in netta flessione: nel dettaglio, a giugno, sono state autorizzate 18,7 milioni di ore di Cassa integrazione ordinaria (CIGO); 33,7 milioni di Cassa integrazione straordinaria (CIGS) e 30 milioni di Cassa integrazione in deroga (CIGD). Rispettivamente il calo congiunturale (base mensile) è stato del 5,9% (per la CIGO), del 34,7 (CIGS) e del 5,4% (CIGD). Anche la diminuzione tendenziale (base annua) riguarda tutte le tipologie di Cassa: -31,4% per la CIGO, -6,1% per la CIGS, -24,9% per la CIGD. Nel periodo la CIGO è calata del 44,3%. Le richieste di CIGS sono scese del 9,4%. Le domande di CIGD sono diminuite del 2,8%. Tuttavia Fammoni, fa notare come “aumentano, come dice l’INPS, i contributi e questo significa una parziale ripresa dell’attività produttiva, ma in tante aziende la fine della Cassa integrazione sottolinea una restrizione della base occupazionale”. In ogni caso, prosegue il dirigente sindacale, “è il dato stesso che dice che il sistema produttivo italiano è ancora gravemente malato: il dato di giugno conferma che a fine anno saremo, per la terza volta consecutiva, attorno al miliardo di ore di Cassa autorizzata, un dato un po’ inferiore al 2010, ma ancora più alto del 2009”. Dati per cui, osserva il sindacalista, “non c’è niente di cui rallegrarsi dunque. E’ su questo che bisogna intervenire”. Ma la manovra del governo, ricorda il dirigente sindacale “non ha niente a che vedere con lo sviluppo, anzi deprimerà ulteriormente l’economia e i diritti delle persone. La manovra è ingiusta e sbagliata e per cambiarla – conclude Fammoni – la CGIL organizzerà una grande mobilitazione nel paese”. |
Argomenti: CGIL |
Guggiari su manovra finanziaria ed accordo nazionale
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 4, 2011
La disoccupazione in Italia non si arresta, soprattutto fra i giovani, anzi aumenta su base annua. Nel frattempo le retribuzioni dei lavoratori dipendenti crescono meno dell’inflazione ed aumenta il debito pubblico. L’Italia è sottoposta a verifiche sempre più stringenti in relazione al rating da assegnarle.
Si profila una manovra finanziaria da 47 miliardi di euro in 4 anni che prevede tagli al sociale (sanità e pensioni in primis), agli enti locali ed alla scuola, impone nuovi costi per l’accesso a servizi e beni di primaria necessità.
Le tasse non diminuiscono e la manovra fiscale è tutta da verificare, anche se sembra voler privilegiare, con le 3 aliquote, un’altra volta i redditi più alti. Una manovra recessiva che non può aiutare il nostro Paese a risollevarsi dalla crisi economica e finanziaria.
Non c’è traccia di un’idea di crescita da condividere ed aiutare. Tutto rimane concentrato sul pareggio di bilancio nel 2014 (obbiettivo ambizioso), peraltro basato su scelte che peseranno sul nuovo assetto governativo.
In tutto ciò si inserisce la bontà dell’ipotesi di accordo sulla rappresentanza e sulla contrattazione firmata da CGIL, CISL, UIL e Confindustria martedì scorso. Il testo contiene infatti molte positività: conferma il valore unitario del contratto nazionale, introduce un sostenibile sistema di certificazione della rappresentanza, consegna alle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU) una nuova sostanziale responsabilità nella contrattazione ed inserisce un soddisfacente meccanismo di verifica democratica in presenza di accordi firmati dalle Rappresentanze Sindacali Aziendali (RSA). Inoltre non pregiudica il diritto di sciopero come garantito dalla Costituzione, rafforza le possibilità di intervento sulle condizioni di lavoro e di sviluppo di impresa e non penalizza la partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici.
L’accordo ridetermina poi, dopo una stagione di accordi separati, una fondamentale attenzione verso la contrattazione che può sostenere la necessaria spinta al superamento di questa crisi economica con il sostegno di tutti i soggetti, a partire da quello più rappresentativo (la CGIL) e soprattutto segna una profonda sconfitta di coloro che a partire dal Governo stavano operando per l’esclusione della CGIL e la divisione sindacale, atteggiamento miope e sciocco in una fase in cui, come la storia ci insegna, tutti devono essere chiamati a fare la loro parte per un obbiettivo comune: salvare il nostro Paese da una crisi ancora più profonda e drammatica.
Oggi rappresentare gli interessi dei lavoratori partendo dalle condizioni di lavoro con le regole che ogni categoria sindacale declinerà in applicazione dell’accordo è più facile. La CGIL, dopo 4 anni di dure lotte, è ancora di più la Confederazione con cui tutti devono fare i conti, anche perchè in grado di anteporre la proposta alla protesta. Una grande vittoria per i milioni di italiani che continuano giustamente a darle fiducia.
Claudio Guggiari, Segretario Generale CGIL Siena
Siena, 4 luglio 2011
Argomenti: CGIL |
Manovra: CGIL, inaccettabile la stretta sulle pensioni
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 4, 2011
Manovra: CGIL, inaccettabile la stretta sulle pensioni |
La Confederazione, nel bocciare la manovra economica che “scarica su lavoratori e pensionati il costo del risanamento e non colpisce la ricchezza” avverte: “ci opporremo anche con la mobilitazione” |
La stretta sulle pensioni contenuta in manovra “è inaccettabile” e “ci opporremo anche con la mobilitazione”. Il Segretario Confederale della CGIL, Vera Lamonica, boccia così la norma che blocca al 45% la rivalutazione per gli assegni di valore compreso tra 3 e 5 volte il minimo, quelli superiori ai 1.428 Euro. Pensioni Nel decreto per risanare i conti pubblici, è stata infatti inserita la mancata rivalutazione delle pensioni oltre i 2300 euro mensili per il 2012 e il 2013 e il tetto per quelle di fascia inferiore che sarà bloccato al 45 per cento di quanto dovuto. Inoltre è previsto l’aumento di almeno tre mesi dell’età minima pensionabile. Fisco: misure solo per i redditi alti La CGIL, con una nota del Dipartimento Politiche economiche ha espresso un giudizio di fondo sulla Delega fiscale, un giudizio che non può che essere estremamente negativo poiché non assume la necessità di riorganizzare il nuovo fisco su diverse platee di reddito, rendendo più efficace ed equa l’azione redistributiva; si predispone un aumento generalizzato dell’imposizione indiretta; non si rompe il legame tra profitti e ricchezze improduttive e “parassitarie”; non si avvia una politica di sostegno al reddito degli incapienti e, in generale, di contrasto alla povertà; non si produce un riequilibrio, a favore del lavoro e delle pensioni, della crescita e dello sviluppo. Oltre il danno, la beffa. Il Presidente del Consiglio ha avuto perfino il coraggio di dichiarare: “Abbiamo creduto di agire con il buon senso da padre di famiglia”. Tagli agli Enti Locali e all’assistenza Netto dunque il giudizio negativo della CGIL sulla manovra economica e sulla delega fiscale, come ha detto in più di una occasione il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso. Nuovi tagli al Welfare, sanità compresa Oltre alla stangata sul personale, questa volta si annunciano ‘costi standard’ per ottenere risparmi, ma è solo un trucco, perché la manovra ha già stabilito che comunque il finanziamento viene ridotto. Come se non bastasse – spiegano Lamonica e Cecconi – dal 2012 tornano i ‘super ticket’ da 10 euro per ogni ricetta sulle visite specialistiche e dal 2014 sono previsti nuovi ticket sui farmaci e sulle prestazioni sanitarie, compresi i ricoveri”. Alla luce di questi provvedimenti la CGIL sostiene che “insistere con i tagli, invece che riqualificare la spesa, vuol dire ‘programmare’ il disavanzo delle regioni, compromettendo il difficile percorso di risanamento di quelle impegnate nei piani di rientro. Bisogna rovesciare questa impostazione regressiva – concludono Lamonica e Cecconi – che considera il welfare un peso invece che un grande investimento contro la crisi e per lo sviluppo Una manovra a rate. Siamo all’inizio |
Argomenti: CGIL |
Lavoro: CGIL, dati ISTAT evidenziano pericolosissima recessione occupazionale
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 1, 2011
Lavoro: CGIL, dati ISTAT evidenziano pericolosissima recessione occupazionale |
Secondo quanto diffuso oggi dall’ISTAT i disoccupati a maggio tornano a superare i 2milioni, mentre la disoccupazione giovanile, nel primo trimentre 2011, registra un nuovo record: 29,6%. Per la Confederazione “serve invertire questo trend, ma la manovra è inadeguata” » NON+ disposti a tutto, giovani colpiti da crisi e da manovra del governo |
A maggio i disoccupati in Italia tornano a superare la soglia dei due milioni, registrando, secondo quanto diffuso oggi dall’ISTAT, un aumento rispetto ad aprile dello 0,8%, che equivale ad un incremento di 17mila unità raggiungendo, quindi l’8,1%. Su base annua, invece, il numero di disoccupati diminuisce del 6,5%, -139mila unità. Ma è la disoccupazione giovanile a conquistare un nuovo record negativo. Nel primo trimestre del 2011, secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, la quota dei ragazzi disoccupati, tra i 15 e i 24 anni, sale al 29,6%, dal 28,8% dello stesso periodo del 2010, con un picco del 46,1% per le donne del Mezzogiorno. Secondo la CGIL, i dati rilevati dall’ISTAT, evidenziano “una pericolosissima recessione occupazionale” che, senza interventi concreti, potrebbe assumere “veri e propri caratteri di allarme”. Il Segretario Confederale CGIL, Fulvio Fammoni sottolinea come rispetto al mese precedente ci siano più occupati e più disoccupati quasi nella stessa dimensione, è un dato spiega che “riflette l’evoluzione dell’enorme bacino di inattivi e scoraggiati che ogni tanto emerge per piccole quote per poi inabissarsi, e che la propaganda del governo non solo non prende mai in considerazione ma tenta di nascondere”. Positivo, secondo il dirigente sindacale, l’aumento dell’occupazione rispetto al primo trimestre dello scorso anno, ma l’incremento, avverte Fammoni, deve far riflettere: “con questo trend ci vorranno ancora anni per recuperare il divario con il 2008, cioè prima della crisi”. Inoltre, il nuovo lavoro prodotto, aggiunge Fammoni “è a grande maggioranza precario o a part time involontario” e questo conferma “le difficoltà della produzione, la sua scarsa qualità e una quantità oraria di lavoro che non cresce. Testimonia anche – afferma – un fortissimo calo di diritti delle persone che deve essere arrestato superando il proliferare di lavoro precario. Per questo, non basta certo il nuovo apprendistato, bisogna togliere le tante forme di precariato che si usa e di cui si abusa”. Serve quindi “invertire questo trend e se qualcuno affermerà che la manovra approvata va in questa direzione è evidente che bara perché – conclude Fammoni – è insieme ingiusta, inadeguata e sbagliata”.
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Argomenti: CGIL |
Tabelle paga meccanici artigiani luglio 2011
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 1, 2011
Argomenti: CGIL, FIOM, servizi, tabelle paga, Ufficio vertenze |