cgil siena

Camusso, sì ad accordi che siano validi per tutti

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Giugno 8, 2011

Camusso, sì ad accordi che siano validi per tutti
“Criteri oggettivi e democratici per misurare la rappresentatività” così il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso in un’intervista a ‘Il Sole 24 ore’. Solo in questo modo, avverte la leader sindacale, “si può assicurare certezza contrattuale a lavoratori e imprese”
08/06/2011

da www.cgil.it

“La validità erga omnes degli accordi è un obiettivo condiviso. Ma per assicurare certezza contrattuale a lavoratori e imprese il sistema di misurazione della rappresentanza va costruito intorno a criteri validi: la base di partenza è il documento unitario del 2008, con il mix tra iscritti e voti ottenuti alle elezioni delle Rsu, sul modello di quanto fatto per il pubblico impiego”. Il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, rilancia sul tema della rappresentanza, giudicando un ‘errore’ l’annuncio del numero uno della UIL (si veda ‘Il Sole 24 ore’ di ieri) che si è detto pronto alla disdetta dell’accordo del 1993 quello raggiunto il 23 luglio tra sindacati, Confindustria e governo Ciampi che fu modello per il successivo accordo interconfederale dello dicembre 1993 sulla costituzione delle Rsu, le rappresentanze sindacali unitarie.

Segretario perchè considera un errore la disdetta dell’accordo del 1993 annunciata da Angeletti che vuole risolvere il tema della rappresentanza con la certificazione degli iscritti? Il documento elaborato nel 2008 insieme a CISL e UIL ha come riferimento proprio quell’accordo del 1993 che Angeletti vuole disdettare. È un errore pensare di sostituirlo con la sola certificazione degli iscritti, perchè sarebbe continuamente a rischio la tenuta di intese che riguardano la totalità dei lavoratori di un’impresa, se l’approvazione venisse affidata ad una ristretta minoranza di iscritti al sindacato. Il documento unitario prevedeva l’estensione delle Rsu costituite in base ai voti ottenuti alle elezioni che sono ben diverse dalle rappresentanze sindacali aziendali (Rsa) nominate, invece, in misura paritetica dai sindacati a prescindere dal sostegno che hanno tra i lavoratori.

Lei richiama il documento unitario del 2008, ma come replica a CISL e UIL che vi hanno chiamato in causa per averlo superato con la nuova proposta approvata dal direttivo del maggio scorso? Rispedisco al mittente l’accusa ricordando che la proposta della CGIL si occupa di come intervenire in presenza di intese separate, possibilmente favorendo soluzioni unitarie. È un tema divenuto di grande attualità a partire dall’accordo separato del 22 gennaio del 2009 sul modello contrattuale, che rappresenta un grave vulnus. CISL e UIL sbagliano se pensano di continuare in questa direzione, affidando ad un intervento illegittimo del ministro la possibilità di stabilire quale sindacato sia più rappresentativo e che ciò possa determinare l’efficacia degli accordi firmati.

Ma come pensa di rispondere alla richiesta che arriva dagli imprenditori che considerano prioritaria la certezza che se un accordo firmato ha il sostegno della maggioranza esso debba valere per tutti. La risposta è in un’intesa sulla misurazione della rappresentanza basata su criteri oggettivi e democratici. Sono convinta vi sia una stretta connessione tra la validità erga omnes e l’esigibilità degli accordi, a condizione ovviamente che ciò valga sia per le imprese che per i sindacati. Ma a Confindustria ricordo che c’è una forte relazione tra il volere una politica della crescita e l’avere un modello condiviso delle regole, che non è garantito dal solo consenso delle organizzazioni sindacali, ma anche dal sostegno dei lavoratori. Non bisogna proseguire nel solco delle divisioni, bisogna piuttosto mobilitare tutte le energie positive.

È favorevole ad un avviso comune sulla rappresentanza? Non serve un avviso comune, ma un accordo tra le parti sociali che possa essere recepito dal Parlamento con un successivo intervento legislativo.

Argomenti: CGIL |

Giovedì 9 giugno sciopero e presidio lavoratori RDB

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Giugno 7, 2011

I lavoratori dello stabilimento di Montepulciano del Gruppo RDB s.p.a. (sistemi costruttivi e componenti per l’edilizia), riunitisi oggi in assemblea, raccolgono ed amplificano le forti preoccupazioni già espresse a fine maggio dal Coordinamento unitario nazionale delle RSU.

Le preoccupazioni, dovute alle forti criticità nei dati di bilancio dell’azienda, alla persistente crisi di mercato e forse alle difficoltà di catalizzare le poche commesse che il mercato offre, sono aumentate a seguito di un comunicato aziendale che parla di dismissioni, riduzione e razionalizzazione.

Lo stabilimento di Montepulciano ha già pagato pesantemente la crisi e l’ingresso in RDB con una riduzione dell’organico, passato nel breve periodo da oltre 100 unità (con picchi di 120) alle attuali 80, vedendo di fatto smembrato l’ufficio tecnico e indebolito tutto il comparto impiegatizio.

Le preoccupazioni del Coordinamento RSU e dei lavoratori sono fatte proprie anche dalle Organizzazioni sindacali FILLEA-CGIL e FILCA-CISL senesi, che saranno fortemente impegnate nella gestione della vertenza e si faranno promotrici della sensibilizzazione e del coinvolgimento di tutte le istituzioni, a partire da quelle locali.

I lavoratori dello stabilimento di Montepulciano intendono richiamare l’Azienda alle proprie responsabilità, ovvero ad un serio e trasparente confronto, per concertare una soluzione che punti al risanamento e al rilancio dell’azienda senza pregiudicare i livelli occupazionali del gruppo e nello specifico del sito produttivo di Montepulciano.

Considerando indispensabile e improrogabile un immediato incontro per sensibilizzare l’Azienda in merito alle problematiche delle maestranze, l’assemblea dei lavoratori dello stabilimento di Montepulciano ha manifestato la volontà di una massiccia adesione allo sciopero previsto per giovedì 9 giugno.

Le maestranze dello stabilimento di Montepulciano, pur con grande difficoltà, data anche la lontananza dalla sede amministrativa, parteciperanno in massa anche al presidio previsto nello stesso giorno a partire dalle ore 11.30 sotto la direzione centrale di Pontenure (Piacenza), dandosi appuntamento alle 6,00 del mattino alla stazione FS di Montepulciano Scalo per salire sull’autobus organizzato da FILLEA CGIL e FILCA CISL.

 FILLEA CGIL e FILCA CISL Siena

 Siena, 7 giugno 2011

Argomenti: aziende, FILLEA, presidio, scioperi, valdichiana |

Facebook: il saluto del Segretario Generale

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Giugno 7, 2011

Voglio rivolgere un breve messaggio a tutte/i coloro che in queste poche settimane di presenza su facebook hanno voluto condividere con la CGIL di Siena la loro amicizia.

Siete già in tanti/e, anche se certamente meno dei nostri oltre 57.000 iscritti in Provincia.
Tanti giovani come era immaginabile.
Ci siamo preoccupati di consegnarci un ulteriore mezzo di comunicazione, informazione ascolto.
Questa è un’Organizzazione che vive per, con e nel mezzo alle persone che hanno i loro problemi le loro aspettative e che cercano soggetti in grado di dare ascolto alla loro voce.
Questo Paese ha superato brillantemente una scadenza elettorale, ma ora dobbiamo dimostrare di essere maturi per il cambiamento impegnandoci, perchè i prossimi referendum diventino un modo per riaffermare il senso della cosa pubblica e per questo la richiesta di una svolta nella politica che sottolinei il valore della solidarietà a favore dei ceti meno abbienti ed un’attenzione fondamentale al lavoro, ai giovani, all’ambiente, all’equità (fiscale e non solo), alla giustizia, alla scuola.
Claudio Guggiari, Segretario Generale CGIL Siena

Argomenti: CGIL |

Referendum 12 e 13 giugno: io vado a votare

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Giugno 7, 2011

scarica, stampa, incolla e condividi il logo su repubblica.it: iovadoavotarepassaparola

 

Argomenti: acqua, CGIL, referendum |

La CGIL propone una pensione contributiva di garanzia

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Giugno 6, 2011

La CGIL propone una Pensione contributiva di garanzia
Si rende necessario, per la Confederazione, un intervento sul sistema previdenziale pubblico per garantire a tutti i lavoratori una pensione pari al 60% del salario medio nazionale » Camusso, basta con le pensioni da fame
03/06/2011

da www.cgil.it

Troppi lavoratori (soprattutto giovani) sono oggi a rischio pensione. Si tratta dei precari, ma anche di tanti altri lavoratori con carriere intermittenti o deboli che non riescono a costruirsi una pensione pubblica adeguata a causa delle frequenti interruzioni della loro attività e in mancanza di un sistema efficiente e universale di ammortizzatori sociali e di contribuzione figurativa, o in presenza di una situazione di basse retribuzioni. La platea dei potenziali pensionati poveri non riguarda quindi solo gli attuali “cococo” , ma si sta estendendo a macchia d’olio e rischia di determinare a lungo andare un problema di sostenibilità sociale del sistema previdenziale che invece – dal punto di vista finanziario – anche alla luce dei tanti interventi effettuati negli ultimi venti anni è oggi in equilibrio.

Un problema – quello della sostenibilità sociale del sistema pubblico – che viene confermato anche dall’ultimo rapporto Inps che parla di svariate posizioni previdenziali già oggi inadeguate.

Per la CGIL è arrivato dunque il momento di intervenire sul sistema previdenziale pubblico per evitare appunto il dramma di schiere di pensionati poveri nei prossimi anni e uno squilibrio generale che avrebbe effetti a catena. La confederazione sta studiando quindi una proposta e delle linee di intervento che saranno sottoposte al giudizio delle strutture e delle categorie e saranno presentate in un convegno da realizzarsi entro il mese di giugno.

L’idea su cui si sta lavorando è quella di una Pensione contributiva di garanzia (Pcg) che avrebbe un importo proporzionale agli anni di contributi versati (effettivi e figurativi) e sarebbe comunque funzione dell’età del ritiro (tramite l’applicazione di un fattore di correzione legato ai coefficienti di trasformazione). In pratica, al momento del ritiro qualora la pensione fosse inferiore, si avrebbe diritto ad un’integrazione fino al livello della Pensione contributiva di garanzia.

Raggiunti i 65 anni di età (anagrafica) e i 40 di contribuzione, l’importo della Pcg sarebbe pari al 60% del salario medio nazionale (circa 900 euro netti al mese). Per età o anzianità minori (o maggiori) la pensione di garanzia verrebbe ridotta (incrementata) proporzionalmente. La Pensione contributiva di garanzia è stata quindi pensata in base ai principi ispiratori del Protocollo unitario del 2007 che fissavano appunto intorno al 60% del precedente salario il tenore di vita adeguato nel pensionamento. La Pcg è prevista per tutti i lavoratori, di qualsiasi settore, ed è una proposta che allo stato attuale delle cose è pensata per tutelare soprattutto i giovani e le donne che sono ancora oggi i soggetti più fragili e i più esposti alle dinamiche negative del mercato del lavoro.

Si deve anche chiarire che la proposta di una pensione di “garanzia” non c’entra nulla con gli interventi (anch’essi necessari) contro la povertà. Si tratta di una proposta specificamente previdenziale. Si tratta cioè di evitare squilibri e discriminazioni e in particolare di tratta di evitare che persone presenti a lungo nel mercato del lavoro (come occupati o disoccupati) possano alla fine trovarsi a ricevere da anziani pensioni molto basse, ovvero di importo molto vicino a quello dell’assegno sociale. Con questa proposta la CGIL conferma la scelta del sistema contributivo (che come è noto ha sostituito il retributivo), ma al tempo stesso propone un correttivo per evitare gravi effetti sulle prestazioni pensionistiche derivanti dalle distorsioni del mercato del lavoro.

L’altro elemento da chiarire riguarda la fonte del finanziamento. La pensione contributiva di garanzia (come dice la parola stessa) rimane saldamente ancorata nella sua logica al sistema contributivo. La garanzia scatta però, integrandone l’importo,al momento di una pensione insufficiente. E sarà a quel punto lo Stato il soggetto preposto a intervenire attraverso il ricorso alla fiscalitàgenerale, visto che la misura è pensata per tutti i lavoratori dipendenti e autonomi a prescindere dalla loro collocazione. Da questo punto di vista si propone un nuovo patto sociale per garantire pensioni adeguate a tutti, soprattutto ai giovani di oggi che rischiano di avere pensioni intorno al 30%-40% dell’ultima retribuzione.

Argomenti: CGIL |

Martedì 7 giugno: presentazione del ‘Progetto memoria’ a Poggibonsi

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Giugno 1, 2011

SPI CGIL, FLC CGIL,

1° circolo didattico Poggibonsi e la scuola secondaria di 1° grado L. Da Vinci

presentano

Incontriamoci a scuola…  dialogo fra generazioni

PROGETTO MEMORIA 2010/2011

 “Il ricordo: Poggibonsi e la seconda guerra mondiale”

Martedì 7 Giugno 2011 ore 16,30

Scuola Primaria V.Veneto – Viale Garibaldi – Poggibonsi

Coordinamento progetto: Vanna Belardi, Rossana Bottari, Fiorella Cilemmi

Con il patrocinio del Comune di POGGIBONSI

PROGRAMMA DELLA MANIFESTAZIONE

ore 16,30 – presentazione di foto d’epoca e di elaborati prodotti dalle classi

Interventi:

Rossana Bottari – Segr. SPI CGIL Poggibonsi

Franco Baroni – Segr. Gen. SPI CGIL Siena

Lorenzo Micheli – Segr. Gen. FLC CGIL Siena

I Dirigenti scolastici del I Circolo Didattico e della Scuola Sec. di I grado di Poggibonsi

I ragazzi di alcune classi leggeranno testi letterari e pensieri sulla guerra e sulla pace, mentre altri si esibiranno in canti e girotondi.

 Al termine della serata sarà offerto un piccolo rinfresco.

Argomenti: FLC, pensionati, scuola, SPI |

Sottoscritto il Contratto provinciale degli Istituti di Vigilanza Privata

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Giugno 1, 2011

Sottoscritto il Contratto provinciale degli Istituti di Vigilanza Privata

La FILCAMS CGIL e la FISASCAT CISL di Siena informano che il 24 maggio scorso è stato sottoscritto, a distanza di 18 anni dall’ultimo accordo, il rinnovo del Contratto degli Istituti di Vigilanza per la provincia di Siena.

Nell’esprimere soddisfazione per la conclusione di una lunga trattativa, a cui hanno contribuito la Prefettura e la Direzione Provinciale del Lavoro di Siena, le Organizzazioni sindacali evidenziano come l’accordo raggiunto costituisca “in realtà” un contratto integrativo completo sia nella forma che nella sostanza. In particolare sono stati definiti i criteri di erogazione del salario variabile, l’erogazione di un ticket mensa, oltre ad altri aspetti legati all’aggiornamento professionale e all’aggiunta di permessi legati a necessità familiari.

FILCAMS CGIL e FISASCAT CISL ritengono che l’accordo sottoscritto, in un momento di difficile congiuntura economica, rappresenti un punto di partenza per tentare di dare risposte ad un settore particolare come quello della vigilanza privata.

Nei prossimi giorni si terranno le assemblee dei lavoratori che dovranno ratificare l’accordo raggiunto.

Tiziano Lazzarelli, FILCAMS CGIL Siena
Gianfranco Mazza, FISASCAT CISL Siena

Siena, 1 giugno 2011

Argomenti: FILCAMS, vigilanza privata |

Tabelle paga pulizie Confapi giugno 2011

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Giugno 1, 2011

Pulizie Confapi Coop_06_11

Argomenti: CGIL |

Tabelle paga pulizie industria giugno 2011

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Giugno 1, 2011

Pulizie industria_06_11

Argomenti: CGIL, FILCAMS, servizi, tabelle paga, Ufficio vertenze |

Lavoro: dati ISTAT, calo occupazione vera e propria voragine

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Giugno 1, 2011

Lavoro: CGIL su dati ISTAT, calo occupazione vera e propria voragine
L’Istituto nazionale di statistica rileva come a fronte di un leggero calo della disoccupazione diminuisce anche l’occupazione ed aumenta l’inattività. Secondo la Confederazione per invertire il trend sono necessarie “scelte di merito ed un messaggio chiaro: meno precariato, tutele per chi non ne ha e per chi rischia di perderle, politiche industriali e di sviluppo, riforma fiscale a favore del lavoro dipendente e dei pensionati per far ripartire consumi e produzione”
31/05/2011

da www.cgil.it

Ad aprile 2011 cala l’occupazione e aumenta l’inattività, a fronte di una leggera flessione della disoccupazione. E’ quanto emerge dalle stime provvisorie dell’ISTAT, diffuse oggi, su ‘Occupati e disoccupati’ di aprile. L’Istituto nazionale di statistica fa sapere che il tasso di occupazione ad aprile è pari al 56,9%, in calo dello 0,2% su base mensile ed annua. Sono 71mila, infatti, gli occupati in meno (-0,3%) rispetto a marzo, mentre a confronto con aprile 2010, secondo l’Istituto di statistica, l’occupazione resta “sostanzialmente stazionaria” (-0,1%, pari a -30 mila unità).

“Una vera e propria voragine che invece di attenuarsi tende ad assumere carattere di strutturalità”, così il Segretario Confederale della CGIL, Fulvio Fammoni, commenta i dati ISTAT. Dati che, per il dirigente sindacale, evidenziano come “l’occupazione cali ancora, mentre la distanza con gli occupati del primo semestre del 2008, cioè prima della crisi, ritorni a circa 650mila lavoratori in meno”. Fammoni fa notare, inoltre, come il tasso di occupazione scende sotto il 57% e “la nostra distanza con l’Europa, spesso citata a sproposito, si acuisce”, e questo, prosegue il dirigente sindacale “nonostante il bacino degli ammortizzatori sociali, che però, è sempre più precario e a rischio”.

Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, l’ISTAT rileva un leggero calo di 0,2 punti percentuali, passando così all’8,1% dall’8,3% di marzo, mentre su base annua si registra una diminuzione dello 0,6%. Dunque, il numero dei disoccupati, risulta pari a 2,005 milioni, diminuendo del 2,9% rispetto al mese precedente (-60mila unità) e del 7,6% (-164 mila unità) su base annua. Tuttavia, aumenta il tasso di inattività che sale al 38,1%, aumentando dello 0,6% rispetto ad aprile 2010 e dello 0,4% su base mensile. Dai dati ISTAT emerge infatti come gli inattivi, ossia, coloro che non hanno un lavoro e che non lo cercano o non sono disponibili ad iniziarlo subito, tra i 15 e i 64 anni, aumentano ad aprile dell’1% (+152mila unità) rispetto a marzo, e del 2% (+302 mila unità) rispetto all’anno precedente.

“Se qualcuno invece volesse strumentalmente usare il calo solo nominale della disoccupazione a scopo di propaganda, almeno per pudore, si fermi prima” avverte Fammoni, che denuncia come ormai sia chiara a tutti, meno che al governo, “l’anomalia del mercato del lavoro italiano basata sul binomio disoccupazione-inattività e scoraggiamento che porta il dato reale dei disoccupati a superare la media europea”. Infatti, spiega il dirigente sindacale “quando scende la disoccupazione sale il bacino degli scoraggiati, questa volta addirittura del doppio, e il risultato è ancora più negativo”. Quindi, secondo Fammoni, “non solo manca lavoro, ma si smette anche di cercarlo”. Una sfiducia che, sottolinea il Segretario Confederale CGIL “deve essere superata anzitutto contrastando questo proliferare di lavoro precario, insicuro, mal pagato e senza prospettive previdenziali che fa refluire nel sommerso”.

Per invertire questo trend, osserva Fammoni, “servirebbero scelte di merito e un messaggio chiaro: meno precariato, tutele per chi non ne ha e per chi rischia di perderle, politiche industriali e di sviluppo, riforma fiscale a favore del lavoro dipendente e dei pensionati per far ripartire consumi e produzione. Tutto questo però – lamenta il dirigente sindacale – non c’è nell’agenda di un governo, non solo inadeguato ma che con le sue scelte, e non scelte, acuisce i problemi della crisi e del lavoro creando danni al paese” conclude Fammoni.

Argomenti: CGIL |

« Articoli Precedenti Articoli Successivi »