Domani due presidi di lavoratori in Piazza del Duomo a Siena
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 24, 2011
Domani, a partire dalle ore 14.30, in Piazza del Duomo a Siena, si svolgeranno, in concomitanza con gli incontri istituzionali, 2 presidi dei lavoratori della CERAMICHE DI SIENA (Buonconvento) e della COTTO REF (Radicofani).
Guggiari: tutela ed inclusività del lavoro e dei giovani in un quadro produttivo più strutturato
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 23, 2011
L’agenzia internazionale di rating Standard & Poor’s ha appena rivisto al ribasso l’outlook sull’Italia da stabile a negativo, per le preoccupazioni sull’effettiva riuscita del piano di riduzione del debito; ciò a causa di una crescita economica potenzialmente più debole del previsto che potrebbe spingere verso una condizione di instabilità accentuata impoverendo ulteriormente le condizioni sociali e producendo una situazione di stallo politico. Ma più che altro il dato dell’agenzia sottolinea immediatamente che sul piano del risanamento dei conti pubblici quanto fatto è insufficiente ed in parte sbagliato e che non esiste una politica di sviluppo economico e produttivo.
La crisi economica degli ultimi tre anni è stata devastante e viene utilizzata per mascherare una politica di divisione e soprattutto di impoverimento delle fasce più deboli. Una visione classista della società che sta generando nuove povertà fra i giovani, gli anziani, le donne. Una condizione che potrebbe favorire il caos, ovvero una spinta verso l’antipolitica diffusa priva di idealità, qualunquista, incapace di portare a sintesi le istanze che si agitano e che chiedono giustizia rispetto alle loro aspettative per un futuro di certezze. Ed in Italia mancano, visto che il 30% dei giovani è disoccupato (+ 13,2% negli ultimi 2 anni, cioè 500mila occupati in meno) e il 19% ha già deciso di esiliarsi dalla società – non lavora, non studia, non cerca lavoro (il 18,8% di abbandoni nella scuola) – e che la disoccupazione femminile è, anche in provincia di Siena, maggiore di quella maschile. In un Paese dove i giovani più che altrove svolgono lavori manifatturieri, dove le retribuzioni crescono meno dell’inflazione e sono del 20% inferiori se percepite dalle donne per uno stesso lavoro di un maschio. La certezza di un lavoro; la tutela dei più deboli a partire da quella contrattuale; l’eliminazione del precariato anche come segno di crescita qualitativa e strutturale della produzione; la presenza di rappresentanze democratiche e liberamente elette; la partecipazione democratica alle scelte; la giustizia uguale per tutti; la condivisione di una azione collettiva e solidale attraverso un sistema di tassazione che incentivi il lavoro, il riequilibrio per mezzo della sua diminuzione della tassazione sui redditi da lavoro dipendente e da pensione, a sfavore della rendita finanziaria, e la richiesta di un atto di responsablità ai grandi patrimoni; il sostegno e la spinta verso scelte meritocratiche; il mantenimento di un sistema scolastico pubblico inclusivo ed accessibile: queste sono solo alcune delle necessità che esprimono le persone.
In Toscana ed in provincia di Siena non sentiamo la mancanza di istituzioni sensibili a queste tematiche. Anche dopo le recenti elezioni amministrative si è confermato un quadro che rende ancora più plausibile sostenere che le esigenze dei disoccupati, dei lavoratori, dei pensionati potranno essere al centro delle politiche future. Lo dice anche la storia degli amministratori eletti ed i programmi elettorali che sono stati presentati. Non dobbiamo nascondere che negli ultimi tre anni abbiamo perso circa 2.000 posti di lavoro in provincia, abbiamo visto la crisi di interi settori produttivi, continuiamo a registrare situazioni di estremo rischio per decine di posti di lavoro. Anche da noi i giovani, e fra di loro le donne, sono i più colpiti, così come i lavoratori più anziani estromessi dai posti di lavoro che difficilmente riescono a ricollocarsi. Eppure tutti i giorni, ancora, sentiamo di non essere abbandonati. Sentiamo la presenza di uno sforzo comune che vuole declinare ancora una volta al futuro il modello di questa provincia. Io penso che ce la possiamo fare. Credo che le esigenze siano chiare: infrastrutture; investimenti che puntino al domani per il loro alto valore aggiunto; sostenibilità anche ambientale delle scelte; utilizzo delle risorse aggiuntive in primo luogo a favore del lavoro, dell’occupazione e dello sviluppo; un mercato differenziato in cui tuttavia la manifattura non debba ulteriormente recedere; tutela dei nostri punti di eccellenza – Le Scotte e l’Università – come produttori di PIL, ma soprattutto per il fondamentale ruolo che rivestono:cultura, ricerca, aiuto al sistema produttivo, basi per ogni possibile sviluppo sociale e presidio sanitaro di eccellenza come bene fondamentale per l’uomo.
Ritengo opportuno che, come del resto è stato già iniziato, si tenti di costruire una pratica di relazioni che parta da un quadro unitario e condiviso della situazione e chiami tutti a fare la loro parte per raggiungere gli obbiettivi che potranno essere individuati. Quello che occorre è che non prenda il sopravvento la voglia di esclusione dalle scelte soprattutto quando a guidare potrebbe essere l’ansia del risanamento. Siamo per una pratica inclusiva di concertazione che misura e responsabilizza, e che spesso evita strappi e lacerazioni sociali non arginabili.
Io penso che dovremmo, come parti sociali, discutere nei prossimi mesi come sostenere il futuro della nostra comunità con una pratica che dia ragione alle necessità di sviluppo e soprattuto di tutela ed inclusività del lavoro e dei giovani in un quadro produttivo più strutturato. E nessuno può sottrarsi dalla necessaria salvaguardia di questo bene inestimabile che è la cosa comune, neanche quelle aziende che sono spinte da grandi patrimoni e labilità di confini geografici a considerare tutti e tutte alla stregua di mezzi di produzione. Anzi, è proprio da queste ultime che il valore sociale della produzione deve essere esaltato, insieme ad un atteggiamento responsabile di tutti gli attori sociali.
Claudio Guggiari, Segretario Generale CGIL Siena
Siena, 23 maggio 2011
Argomenti: CGIL |
Crisi: serve politica economica, governo sottovaluta rischi
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 23, 2011
Crisi: CGIL, serve politica economica, governo sottovaluta rischi |
Il rapporto annuale 2010 dell’ISTAT conferma un’Italia in crisi, indietro di dieci anni. Un italiano su quattro a rischio povertà. Crescono i disoccupati, soprattutto giovani, gli scoraggiati e i Neet. Per la CGIL la situazione fotografata dall’Istituto nazionale di statistica dimostra “l’inadeguatezza di un governo che non vuole ricercare una politica economica, sottovalutando così i rischi che il paese corre” |
da www.cgil.it Sono circa 15milioni, ossia il 24,7%, gli italiani a rischio povertà o esclusione sociale. Le principali vittime: gli anziani e le famiglie numerose, il 57% delle quali vive nel mezzogiorno. Un dato preoccupante, diffuso dall’ISTAT nel suo rapporto annuale che evidenzia le difficoltà del nostro Paese ad uscire dalla crisi. Difficoltà inoltre confermate dai valori relativi ai disoccupati, agli scoraggiati e ai giovani senza lavoro: nel biennio 2009-2010 il numero di occupati è diminuito di 532mila unità, i più colpiti sono stati i giovani tra i 15 e i 29 anni e le donne; nel corso del 2010 sono 2 milioni gli italiani che hanno rinunciato a cercare lavoro e circa 2milioni sono i giovani che non studiano e non lavorano. La fotografia sull’Italia scattata dall’ISTAT “ci dà ragione, dice cose che stiamo dicendo da tempo”. Ha affermato il leader della CGIL, Susanna Camusso, “abbiamo sempre sostenuto che il grande problema di questo Paese è l’occupazione e in particolare quella giovanile e delle donne, è questa la grande sfida che l’Italia ha davanti – ha aggiunto la leader della CGIL – bisogna smettere di colpevolizzare i giovani”. Dati preoccupanti che secondo la CGIL, “richiamano ad una responsabilità che non può più essere disattesa pena la drammatizzazione di una situazione sociale che vede migliaia di famiglie senza prospettiva e altrettanti giovani senza futuro”. Per Vincenzo Scudiere, Segretario Confederale CGIL, “la bassa crescita, mezzo milione di giovani che hanno perso il posto di lavoro, il risparmio eroso perché utilizzato come ammortizzatore sociale, insieme alle condizioni in cui versano centinaia di migliaia di imprese e con una Cassa integrazione in deroga che imperversa, mostrano – osserva il sindacalista – l’inadeguatezza di un governo che non vuole ricercare una politica economica sottovalutando così i rischi che il paese corre”. L’Italia indietro di 10 anni. Secondo l’ISTAT, “la crisi ha portato indietro le lancette della crescita di ben 35 trimestri, quasi dieci anni” e l’attuale “moderata ripresa” ne ha fatti recuperare 13. Nel decennio 2001-2010 l’Italia “ha realizzato la performance di crescita peggiore tra tutti i Paesi dell’Unione europea, con un tasso medio annuo di appena lo 0,2% contro l’1,3% registrato dall’UE e l’1,1% dell’UEM”. Il livello del PIL nel 2010 “è risultato ancora inferiore di 5,3% rispetto a quello raggiunto nel 2007, mentre il divario da colmare è del 3,7% nel Regno Unito, del 3% in Spagna e di appena lo 0,8% e lo 0,3% in Francia e in Germania”. Pesante l’impatto della crisi sull’occupazione. Il rapporto annuale ISTAT rileva come nel biennio 2009-2010 il numero di occupati in Italia è diminuito di 532mila unità. I più colpiti sono stati i giovani tra i 15 e i 29 anni, fascia d’età in cui si registrano 501mila occupati in meno. L’oltre mezzo milione di occupati in meno (-2,3%) in due anni è, quindi, il risultato di una perdita di 501 mila posti tra gli under 30 (-13,2%), di un calo dei 322 mila unità nella fascia d’età compresa tra i 30 e i 49 anni (-2,3%) e di un aumento di 291 mila occupati tra gli over-50 (+5,2%). 2 milioni gli italiani che hanno rinunciato a cercare lavoro, di questi, come sottolinea l’ISTAT, 1,5 milioni sono effettivamente “scoraggiati”, ovvero hanno deciso di smettere di cercare un impiego perchè convinti di non poterlo trovare, mentre circa 500mila sono ancora in attesa degli esiti di passate ricerche. Gli scoraggiati sono ormai il 10% della popolazione inattiva, con una punta di poco inferiore al 16% nel Mezzogiorno. Si tratta di una percentuale ai vertici della classifica dei Paesi UE. Infatti “rispetto all’insieme dei Paesi dell’Unione, l’Italia registra un’incidenza più che doppia, sul totale delle non forze di lavoro (15-64 anni), degli inattivi scoraggiati”. 1 giovane su 5 nè studia nè lavora, sono oltre 2milioni nel 2010, +6,8% rispetto all’anno prima i ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non frequentano alcun corso di istruzione o formazione, i cosiddetti NEET (Not in education, employment or training). Si tratta del 22,1% degli under 30, percentuale in aumento rispetto al 20,5% del 2009. L’incremento riguarda soprattutto i giovani del Nord Est, gli uomini e i diplomati, ma anche gli stranieri. Infatti, nel 2010, sono 310 mila gli stranieri NEET. La condizione giovanile è aggravata ancor di più dalla diffusa condizione di precarietà: la quota di lavoratori con contratti a tempo determinato o collaborazioni ha raggiunto il 30,8% del totale dei giovani occupati, mantenendosi oltre il milione di unità. |
Argomenti: CGIL |
Industria: Camusso, Italia non sta uscendo dalla crisi
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 22, 2011
Industria: Camusso, Italia non sta uscendo dalla crisi |
Poco confortanti i dati ISTAT su ordinativi e fatturati per l’industria italiana, perchè come avverte il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso: “abbiamo un deficit e una caduta della produzione industriale che è stata enorme e continua ad essere molto consistente, tant’è che continuiamo ad avere volumi di Cassa integrazione e di CIG in deroga molti alti” |
da www.cgil.it Prematuro parlare di ripresa economica per l’Italia. Purtoppo, come dichiarato dal Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso “l’Italia a differenza del resto dell’Europa, è un paese che non sta uscendo dalla crisi” benchè, i dati diffusi quest’oggi dall’ISTAT, rilevano a marzo una crescita degli ordinativi e dei fatturati per l’industria italiana, rispettivamente del 8,1% e del 2% su base mensile. Dati, quelli resi noti dall’Istituto Nazionale di Statistica, poco confortanti perchè, avverte Camusso: “abbiamo un deficit e una caduta della produzione industriale che è stata enorme e continua ad essere molto consistente, tant’è che continuiamo ad avere volumi di Cassa integrazione e di CIG in deroga molti alti”. “Mese su mese – ha spiegato la leader del sindacato di Corso d’Italia – abbiamo degli scostamenti che appaiono grandiosi ma che nella totalità dell’anno non sono in realtà così significativi”. Riferendosi in particolare alla crescita degli ordini che, come indicato dai dati ISTAT, è legata soprattutto alla “positiva performance del mercato estero” (+15,5%), il Segretario Generale della CGIL ha concluso “continua ad esserci parte dell’apparato produttivo che, essendo più dedito all’export, favorisce e usufruisce di una ripresa globale, ma, e questo è il problema, non ha impatto sull’assetto generale del Paese, dove invece continuano a diminuire redditi e consumi e c’è una gran parte dei servizi di manifattura che è del tutto bloccata”. |
Argomenti: CGIL |
21 maggio: C’era una volta… l’omofobia
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 20, 2011
Argomenti: CGIL |
In Toscana indennità anche ai lavoratori precari licenziati
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 18, 2011
In Toscana indennità anche ai lavoratori precari licenziati
Il nuovo accordo tra Regione Toscana e Parti sociali firmato il mese scorso ha introdotto delle novità in merito alle misure di sostegno al reddito per i lavoratori licenziati nel corso del 2011. La Regione ha infatti deciso di estendere l’indennità anche agli apprendisti licenziati, ai lavoratori che hanno esaurito mobilità o disoccupazione ordinaria nel corso del biennio 2011-2012 e che sono prossimi alla pensione e ai lavoratori di imprese che hanno chiuso e per le quali sono in corso progetti di reindustrializzazione. Possono accedere alla mobilità in deroga anche i lavoratori licenziati che erano stati assunti con contratti a tempo determinato o di somministrazione. La domanda deve essere presentata entro 30 giorni dal licenziamento od entro 30 giorni dal 1 maggio 2011 se il licenziamento è avvenuto prima.
Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi alle Camere del Lavoro presenti in tutto il territorio senese.
Siena, 18 maggio 2011
20 maggio: “Il valore del lavoro e della contrattazione nazionale”
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 16, 2011
La CGIL di Siena, l’Archivio del movimento operaio e contadino in provincia di Siena ed il Comune di Torrita
presentano
“Il valore del lavoro e della contrattazione nazionale”
in occasione dell’anniversario dei 41 anni dello Statuto dei Lavoratori e nell’anno del 150esimo dell’Unità d’Italia
venerdì 20 maggio 2011 alle ore 17.00
presso il Teatro degli Oscuri – Piazza Matteotti – Torrita di Siena
Coordina Barbara Riccarelli, Assessore alla cultura del Comune di Torrita di Siena
Saluto del Sindaco del Comune di Torrita di Siena
Interventi:
Mirella Mei, Presidente Archivio del movimento operaio e contadino in provincia di Siena
Claudio Guggiari, Segretario Generale CGIL Siena
con le testimonianze di un giovane lavoratore e di un pensionato
Conclude Alessandro Orlandini, Studioso di storia senese
Seguirà aperitivo
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Fisco: OCSE, aumentano le tasse sui salari dei lavoratori italiani, nonostante restino tra i più bassi
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 12, 2011
Fisco: OCSE, aumentano le tasse sui salari dei lavoratori italiani, nonostante restino tra i più bassi |
L’Italia resta in fondo alla classifica OCSE sui salari, mentre sale il peso delle tasse al 46,9%. CGIL, dati confermano problema che noi solleviamo da tempo, si sposti l’asse fiscale dal lavoro alle grandi ricchezze |
da www.cgil.it In Italia continua a crescere il peso delle tasse sugli stipendi, mentre resta in fondo alla classifica OCSE sui salari. Secondo quanto rilevato dall’OCSE, il cosiddetto cuneo fiscale, che calcola la differenza tra quanto pagato dal datore di lavoro e quanto effettivamente finisce in tasca al lavoratore, in Italia è al 46,9%. L’onere del fisco nel nostro Paese, secondo quanto diffuso dall’Istituto parigino nel rapporto ‘Taxing Wages’ per il 2010, è aumentato dello 0,4% rispetto al 2009, quando si attestava al 46,5%. Nella classifica dei Paesi membri dell’OCSE, aggiornata alla fine dello scorso anno, l’Italia sale dal sesto al quinto posto per peso fiscale sugli stipendi, sorpassando l’Ungheria (46,4%), ma restando dietro a Belgio (55,4%), Francia (49,3%), Germania (49,1%) e Austria (47,9%). Per quanto riguarda i salari l’Italia resta in fondo alla classifica OCSE, ma sale dal 23° al 22° posto, superando la Grecia. Il salario netto medio di un single senza figli a carico in Italia è stato di 25.155 dollari nel 2010. La cifra è inferiore sia alla media OCSE (26.436 dollari), che a quella dell’UE a 15 (30.089). Il salario lordo è stato invece di 35.847 dollari, lievemente superiore alla media OCSE (35.576), ma inferiore a quella europea (42.755). In questa classifica l’Italia è al 19° posto. Secondo la CGIL, i due dati diffusi dall’OCSE, forniscono “una significativa sintesi” del panorama italiano: “siamo fra gli ultimi posti per il valore dei salari e contemporaneamente tra i primi posti per il peso del fisco su di essi” ha dichiarato Danilo Barbi, Segretario Confederale CGIL. Il rapporto ‘Taxing Wages’, conferma il crescente squilibrio tra tassazione e salari dei lavoratori, un problema che la Confederazione denuncia da tempo e che, come sottolineato da Danilo Barbi “si aggrava di giorno in giorno, senza una redistribuzione della ricchezza”. “C’è una relazione tra i due dati che va interrotta – ha proseguito il dirigente sindacale – rilanciando l’economia del Paese e spostando l’asse fiscale dal lavoro alle grandi ricchezze improduttive e parassitarie, penso – ha concluso Barbi – all’evasione e alle grandi rendite”. |
Argomenti: CGIL |
Firmato il nuovo accordo regionale sugli ammortizzatori in deroga. Dal 1° giugno al via la Carta dei Tirocini.
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 12, 2011
Firmato il nuovo accordo regionale sugli ammortizzatori in deroga. Dal 1° giugno al via la Carta dei Tirocini.
Il nuovo accordo tra Regione Toscana e Parti sociali firmato nel mese di aprile per gli anni 2011/2012 apporta una serie di modifiche sul tema.
In particolare, si riconferma la cassa integrazione in deroga, strumento importantissimo volto al mantenimento dei posti di lavoro e a beneficio di aziende e lavoratori che hanno esaurito ogni altro ammortizzatore possibile o che ne sono totalmente privi.
Novità invece per quanto riguarda il sostegno al reddito. Si estende la mobilità in deroga a tutti coloro che hanno esaurito il periodo di mobilità o di disoccupazione nel periodo 2011/12 e che maturano il diritto alla pensione nei 12 mesi successivi, a tutti quei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro a partire dal 1° gennaio 2011, agli apprendisti, ma anche ai lavoratori in somministrazione o a tempo determinato che non possono beneficiare di altri ammortizzatori (ma possono vantare 12 mesi di anzianità continuativa nell’azienda che ha effettuato il licenziamento, di cui almeno 6 di lavoro effettivamente prestato e 36 mesi di anzianità lavorativa nell’arco della vita con qualunque tipologia di contratto). La domanda deve essere presentata entro 30 giorni dal licenziamento o 30 giorni dal 1° maggio 2011 se il licenziamento è avvenuto prima. Quest’ultimo intervento risulta importante soprattutto in un mercato del lavoro sempre più precario in cui i giovani sono i più colpiti. Sono proprio loro a chiedere a questo Paese un intervento serio. Occorre non lasciarli soli, ma investire su di loro e sulle loro capacità, perchè ciò significa investire sul futuro.
Proprio su questo principio si basa infine l’accordo Regione/Parti sociali che ha portato alla redazione della Carta dei Tirocini attiva dal 1° giugno ’11 con l’intenzione di arrivare a breve ad una legge regionale. E’ molto significativo questo intervento, purtroppo reso necessario da un uso diffuso dello strumento del tirocinio in modo improprio, abbandonando il suo obiettivo formativo ed utilizzandolo per mascherare lavoro subordinato non retribuito. La Regione Toscana è la prima Regione che interviene su questa problematica e nel merito sono state recepite molte delle proposte che la CGIL sta promuovendo nella campagna ‘Giovani non più disposti a tutto’ (significativo lo slogan ‘non più stage truffa’). Nella Carta si stabilisce che i tirocinanti (ovviamente sono esclusi tutti quei tirocini promossi da università, istituzioni scolastiche, ecc…) non possono sostituire contratti a termine nei momenti di picco delle attività o personale in ferie; si prevede la possibilità di un rimborso fino a 400 euro; si limita il numero dei tirocinanti per azienda e si escludono dalla possibilità di attivare tirocini le aziende senza dipendenti; si attivano degli incentivi per la stabilizzazione dei tirocinanti fino a 8 mila euro (10 mila per gli appartenenti alle categorie legge 68/99).
Con la Provincia di Siena stiamo poi discutendo in sede di Commissione provinciale tripartita di una possibile estensione della platea dei tirocinanti (oltre i 30 anni e sopra i 50). Purtroppo la crisi che stiamo attraversando ha messo molte persone che sono state licenziate nella condizione di doversi riprofessionalizzare per affrontare un mercato del lavoro notevolmente cambiato.
Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi alle Camere del Lavoro del territorio senese.
CGIL Siena
Siena, 11 maggio 2011
Argomenti: ammortizzatori sociali, CGIL, sostegno al reddito, tirocini |
Ennesima tragedia sul lavoro
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 11, 2011
Ieri l’ennesima tragedia sul lavoro consumata in agricoltura. Per cause ancora in via di accertamento un operaio ha perso la vita nel Comune di San Gimignano, schiacciato dal trattore con il quale stava lavorando.
Nell’esprimere le più sincere condoglianze alla famiglia, vogliamo ancora una volta rimarcare che la sicurezza nei luoghi di lavoro non è certo legata a puri fatti di cronaca e di fato, ma è un diritto dei lavoratori e soprattutto non un costo.
E’ necessario che le normative vengano applicate appieno – a partire dalla formazione delle maestranze – e che tutti i soggetti preposti alla sicurezza si confrontino su come poter intervenire per prevenire maggiormente questi drammatici epiloghi, per non dover continuamente aggiornare il pesante elenco delle morti bianche.
CGIL Siena e FLAI (Federazione Lavoratori Agro Industria) CGIL Siena
Siena, 11 maggio 2011
Argomenti: CGIL, FLAI, infortuni, sicurezza |